La stitichezza è spesso sottovalutata, ma può essere un campanello d’allarme di patologie importanti. Ecco a cosa bisogna stare attenti.
È capitato a tutti, chi più chi meno, di soffrire di episodi di stitichezza, ovvero un’infrenquente e difficoltosa evacuazione a cui segue una sensazione di mancato svuotamento intestinale completo. Non è per nulla semplice gestirlo nel lungo periodo e, in alcuni casi, potrebbe essere il sintomo di qualcosa di più importante.
Ma andiamo con ordine. La stipsi si può manifestare in caso di gravidanza, interventi chirurgici, durante o in seguito a un viaggio, dopo terapie antibiotiche e può essere transitoria o cronica, questo nel caso in cui permanga per almeno sei mesi. In quest’ultimo caso, ci possono essere alla base patologie gravi, ovviamente di natura cronica: diverticolosi, le malattie infiammatorie croniche intestinali, il tumore del colon-retto, addirittura il morbo di Parkinson e i problemi neurologici si accompagnano a questo tipo di problema.
Questo non vuol dire che al primo episodio di stitichezza si debba correre in pronto soccorso, ma semplicemente è necessario porre attenzione alla sintomatologia di altra natura, soprattutto se si deve ancora fare diagnosi. Ad esempio, sono ben altri i primi segnali che fanno pensare al Parkinson, in primis la rigidità muscolare e il tremore, per cui la stipsi è solo un determinato fastidio in un quadro più ampio, e come tale va considerato. Resta il fatto che c’è e va comunque tenuta in considerazione nella gestione del paziente cronico.
Come si cura la stitichezza: qualche trucchetto per non soffrirne più
Alla base è importante mantenere uno stile di vita sano, per cui abbandonare il divano e farsi una corsetta potrebbe aiutare molto. Anche l’alimentazione ha una fetta importante della risoluzione del problema. Consumare grassi insaturi, oli e mangiare un po’ più liquido e meno secco, oltre alle giuste porzioni di frutta e verdura e a una corretta quantità di fibre ingerite, di solito servono parecchio.
Poi c’è l’idratazione, molto importante, e dedicare il giusto tempo ai propri appuntamenti in bagno, magari con un timing definito – il momento migliore è dopo la prima colazione. Se comunque non dovesse bastare, uno specialista indicherà i lassativi per regolarizzarsi. Non bisogna sottovalutare nemmeno gli emollienti delle feci, per aiutare la lubrificazione, gli osmotici e procinetici. Infine, è importante prevenire e tenere d’occhio la propria alimentazione e l’apporto idrico per evitare di incorrere in giornate frustranti chiusi in bagno.