Scoperta devastante a Roma, cosa accade dopo le 10 di sera: da non credere

Cosa accade a Roma dopo le ore 22? La capitale non è più una città sicura. Una scoperta che mette in luce qualcosa di altamente pericoloso. 

“Roma caput mundi” dicevano gli antichi romani per esaltare la gloria e lo splendore di una città che oggi, dopo millenni, non è più la stessa. Una città dalla storia millenaria, con un patrimonio artistico unico, eppure ridotta in uno stato di abbandono e degrado. Passeggiando per le vie del centro di Roma si ha l’impressione di vivere in un luogo magico, immerso nell’arte e nella cultura.

Roma e le piazze di spaccio
Roma: cosa accade dopo le 22- Arabonormannaunesco.it

La capitale del Belpaese resta, infatti, una delle mete turistiche più ambite dalla popolazione mondiale. Ogni anno giunge un gran numero di visitatori per ammirare monumenti e musei. Il Colosseo, l’Altare della Patria, Castel Sant’Angelo e Piazza San Pietro conservano ancora il loro fascino e la loro eterna magnificenza, nonostante il degrado dilani il tessuto urbano.

Basta allontanarsi dalle centralissime vie di Roma per entrare in una realtà ben diversa. Non solo strade dissestate e sporche, con l’allarmante presenza di cinghiali, ma anche e soprattutto il dramma dello spaccio. In alcune zone la vendita di sostanze stupefacenti avviene in maniera indisturbata, quasi come se fosse normale. E di questa finta normalità gli abitanti sono stanchi. Stanchi e spaventati di vivere in un’area circondata da spacciatori, ma soprattutto senza speranze di un futuro migliore, come si legge su www.notizie.com nel reportage di Luigia Luciani: un viaggio nella Roma della malavita, nella gomorra in cui vige la violenza e la sopraffazione  Oltre la polvera bianca c’è, però, la lotta di coloro che vogliono che le cose cambino. 

Roma est: il degrado delle piazze di spaccio e la voce di Don Antonio

Scende la sera sulla magica capitale, e nella periferia est calano le tenebre. Dalle finestre delle abitazioni del quartiere Quarticciolo si può ammirare uno strano via vai. Al Quarticciolo, però, tutto sembra normale, tutto sembra lecito, anche lo spaccio. Vedette appostate ovunque, adolescenti che vendono droga. Alcuni degli spacciatori non arrivano a sedici anni e forse sono inconsapevoli del gesto che stanno compiendo. In mano hanno le buste di dosi già pronte all’uso. Il rituale è il solito: i clienti passano a piedi o in auto, uno scambio veloce, e l’acquirente va via contento. Ad non essere contenti, però, sono gli abitanti del quartiere.

spaccio a Roma
L’organizzazione dello spaccio al Quarticciolo- Arabonormannaunesco.it

I vari gruppi di spaccio sono monitorati dall’alto. I capi devono sapere chi entra e chi esce. Ogni auto sospetta deve essere seguita. I baby venditori di sostanze stupefacenti sono pronti alla fuga non appena percepiscono qualcosa di strano. La desolazione, il degrado, la paura di un’area urbana che non riesca a guardare al futuro. Perché al Quarticciolo vivono tante persone perbene. E queste persone meritano un quartiere migliore. La criminalità, tuttavia, ha preferito irradiare una nuova piazza di spaccio, servendosi di giovani leve. Italiani e stranieri che la sera, invece, di studiare o uscire con gli amici, preferiscono vendere eroina e cocaina per conto dei boss della cupola.

In un contesto sociale senza alcuna prospettiva per il futuro, opera un sacerdote che vuole far sentire la sua voce per cambiare le cose. Don Antonio Coluccia è un prete che dal 2012 si batte per contrastare le piazze di spaccio capitoline. Il suo desiderio sarebbe quello di offrire una strada diversa ai tanti giovani che scelgono di seguire le orme della criminalità. L’operato di Don Antonio potrebbe non mancare, ma la sua voce appare come una luce nella notte più buia.

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