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Viaggi lenti in Sicilia: scopri l’anima sostenibile dai luoghi del terremoto a Erice

Palermo, 18 dicembre 2025 – Sempre più persone in questo periodo dell’anno scelgono di allontanarsi dai soliti itinerari per scoprire una Sicilia diversa, fatta di mete insolite e angoli poco conosciuti. Chi cerca viaggi fuori dal comune, lontano dal turismo di massa, trova nell’Isola proposte che uniscono memoria, natura e paesaggi nuovi. Un fenomeno che, secondo chi lavora nel turismo locale, è cresciuto soprattutto dopo l’estate e sta cambiando il modo di visitare la regione.

Luoghi segnati dal terremoto: storie di dolore e rinascita

Negli ultimi mesi tanti hanno scelto di andare a vedere i paesi colpiti dal terremoto del Belìce. Sono passati più di cinquant’anni da quel sisma che ha devastato la valle, eppure tra le rovine di Gibellina Vecchia, i resti di Poggioreale e il silenzio di Salaparuta si respira ancora un’atmosfera particolare. Camminando lungo il Cretto di Burri — quella grande distesa bianca di cemento che copre la vecchia Gibellina — le guide locali come Salvo La Rosa raccontano: “Qui il tempo si è fermato la notte del 1968. Ma la gente non ha mai smesso di tornare”.

Oltre al peso della storia c’è anche quello delle persone. Nei nuovi centri ricostruiti hanno riaperto piccole botteghe artigiane: bar che espongono foto in bianco e nero accanto a insegne moderne, panifici dove si impasta come una volta. I visitatori si soffermano spesso a leggere le targhe che ricordano quei giorni.

La salita verso Erice: panorami da togliere il fiato

Un altro percorso che sta attirando molti è la salita a Erice, il borgo medievale che domina la costa trapanese. In tanti partono all’alba da Trapani, quando ancora c’è nebbia sulla pianura e le strade sono deserte. A piedi o in auto — per chi ha voglia e fiato — si affrontano tornanti stretti, si attraversano boschi di pini e ogni tanto spunta un colpo d’occhio sul mare.

A 750 metri d’altezza Erice appare all’improvviso: con le sue mura antiche, il castello normanno e l’odore delle pasticcerie dove sfornano genovesi alla crema. “Vedere Trapani dall’alto, con le saline che brillano sotto il sole, è una sorpresa”, racconta Anna M., studentessa in gita con gli amici da Messina. Il panorama cambia continuamente: nuvole basse lasciano spazio all’azzurro, poi un vento forte spazza via tutto.

Piccole deviazioni per grandi scoperte

Viaggiare fuori dai sentieri battuti in Sicilia significa anche altro. A pochi chilometri da Agrigento c’è chi va a vedere la Scala dei Turchi quando è meno affollata — magari d’inverno, con la spiaggia quasi deserta e quelle pareti bianche ancora più impressionanti.

Altri puntano sui borghi dell’entroterra come Sambuca di Sicilia o Caltabellotta, dove i ritmi sono lenti. I bar aprono presto per il primo caffè caldo, le signore escono con la spesa sotto braccio e scambiano due chiacchiere con chi passa. Chi arriva spesso si ferma a fotografare una porta antica o a chiedere informazioni al parroco del paese, sempre pronto a indicare la strada verso la chiesa madre.

Perché sempre più turisti scelgono strade meno battute

Gli operatori del settore dicono che questa tendenza non riguarda solo turisti stranieri o giovani “digital nomad”, ma anche molti siciliani stessi. “Dopo anni passati a rincorrere mete come Taormina o Cefalù, adesso cresce il desiderio di conoscere posti autentici”, spiega Giovanni Rizzo, guida turistica palermitana. Il bello? Prezzi più bassi fuori stagione, accoglienza familiare, qualche trattoria che cucina solo per pochi tavoli e libertà negli orari delle visite.

Secondo i dati dell’assessorato regionale al Turismo quest’anno i piccoli centri hanno visto un aumento delle visite del 18%. Un numero che ha sorpreso anche gli amministratori locali. “La sfida sarà mantenere vivo questo interesse senza cambiare troppo l’anima dei luoghi”, osserva Francesca C., assessore a Sciacca.

Dietro ogni deviazione c’è una storia da raccontare

Quello che emerge è un’immagine diversa della Sicilia: non solo cartoline patinate ma veri viaggi fuori dai percorsi comuni, dove ogni paese custodisce una sua storia. Dalle botteghe riaperte nei centri terremotati ai tornanti illuminati dall’alba sopra Erice, ogni deviazione aggiunge un pezzo al mosaico dell’Isola. Non saranno certo le tappe più gettonate su Instagram — ma restano impresse nella memoria di chi ci passa davvero.

Stefania Palenca

Da sempre nutro una forte curiosità per le vicende passate e le tracce che hanno lasciato nel nostro presente. Ho scoperto presto che nulla racconta una storia meglio dei muri di un'antica cattedrale o delle pennellate su una tela impolverata. Mi sono laureata in Storia presso l'Università di Catania, un percorso accademico che mi ha permesso di immergermi nei racconti e nei segreti di questa meravigliosa isola. Durante gli studi, ho perfezionato le mie competenze con un master in Conservazione dei Beni Culturali, comprendendo ancor di più l'importanza di preservare queste ricchezze per le generazioni future. Attraverso i miei articoli, esploro non solo i grandi siti turistici, ma anche i piccoli gioielli meno conosciuti che celano storie straordinarie e avvincenti. Porto i lettori in un viaggio attraverso l'arte e l'architettura, dall'epoca greca a quella normanna, passando per i fasti del Barocco siciliano. Quando non sono impegnata nella ricerca o nella scrittura, mi piace camminare per le vie dei centri storici, partecipare a conferenze e visitare musei e gallerie d'arte. Credo fermamente che ogni pietra, ogni dipinto e ogni edificio abbia una storia da raccontare, ed è mio compito dare voce a queste storie. Vi invito a seguirmi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, scoprendo insieme le meraviglie artistiche e architettoniche che hanno modellato la nostra identità culturale

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