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Monsieur Aznavour: Tahar Rahim interpreta un’icona della cultura francese

Parigi, 9 novembre 2025 – Charles Aznavour, uno dei volti più noti della musica francese e pilastro della cultura europea del Novecento, torna sotto i riflettori con l’uscita in Italia del biopic “Monsieur Aznavour”. Il film, firmato da Mehdi Idir e Grand Corps Malade, arriverà nelle sale italiane il 18 dicembre grazie a Movies Inspired. A vestire i panni del leggendario chansonnier è Tahar Rahim, già in corsa per il César 2025 come miglior attore per questo ruolo.

Aznavour, un ritratto intimo di un gigante della canzone

Il film, che ha conquistato quattro nomination ai César di quest’anno, racconta la vita e la carriera di Aznavour, scomparso nel 2018 a 94 anni. Nel cast spiccano anche Marie-Julie Baup nel ruolo di Édith Piaf, amica e mentore dell’artista, insieme a Camille Moutawakil, Hovnatan Avedikian, Luc Antoni ed Ella Pellegrini. La storia si muove tra i palcoscenici affollati di Parigi e le stanze più intime, dove Aznavour – “figlio di rifugiati, minuto, povero, con una voce troppo acuta”, come recita la sinossi – ha costruito la sua carriera contro ogni aspettativa.

Il film non si limita a celebrare i trionfi musicali. Scava dentro le fragilità e le contraddizioni di un uomo che ha saputo trasformare la sua diversità in forza. “Con il lavoro, la tenacia e una volontà fuori dal comune, Charles Aznavour è diventato un monumento della canzone e un simbolo della cultura francese”, si legge nelle note di produzione.

La voce di una generazione tra musica e impegno civile

Aznavour non è stato solo l’autore di brani che sono diventati evergreen mondiali – da “La Bohème” a “She” – ma anche un attore premiato per registi come François Truffaut, Georges Franju, Claude Chabrol, Volker Schlöndorff, Claude Lelouch e Atom Egoyan. Il suo impegno civile, soprattutto nella battaglia per il riconoscimento del genocidio armeno in Turchia, ha segnato profondamente la sua immagine pubblica.

“Nel titolo ‘Monsieur’ volevamo già far capire la grandezza di questo personaggio”, ha spiegato il regista e poeta Grand Corps Malade (Fabien Marsaud) in un’intervista. “Aznavour era un uomo straordinario. Autore, compositore, interprete. Una carriera internazionale e lunga. Lo ammiro molto, sia come artista che come persona. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, ho cantato con lui e passato tanto tempo insieme. La sua energia era contagiosa”.

Un artista curioso, sempre attento ai giovani

Aznavour era famoso per la sua voglia di scoprire nuove strade musicali. “Era divertente, amava scherzare e giocare con le parole”, ricorda Grand Corps Malade. “Un grande osservatore, curioso di tutto, molto attento ai giovani talenti e alle nuove tecnologie. Gli interessavano persino il rap e lo slam”. Come autore, sapeva trasformare piccoli dettagli di vita in temi universali. Un esempio su tutti: “Comme ils disent”, una delle prime canzoni francesi a parlare apertamente di omosessualità. “Charles è stato tra i primi a trattare questo tema, dando il via a un dibattito”, aggiunge il regista.

Molti dei suoi testi parlano d’amore, ma sempre da un punto di vista personale. “Trova sempre un dettaglio da mettere in luce, spesso molto toccante”, spiega Marsaud.

Tahar Rahim, il camaleonte che diventa Aznavour

La scelta di Tahar Rahim per il ruolo principale non è casuale. “Ha il talento e quella capacità camaleontica perfetta per questo personaggio”, sottolinea il regista. “Come abbiamo visto in ‘The Serpent’, sa diventare irriconoscibile, cambiare voce e gesti. Pochi attori riescono a perdere sé stessi così tanto per entrare nel personaggio”.

Rahim si è calato nel ruolo per mesi. “Ha parlato come Aznavour anche con la sua famiglia e gli amici prima di girare”, racconta Grand Corps Malade. Il risultato è un ritratto umano, che mostra anche le ombre dell’artista: “Tahar è riuscito a restituire i suoi difetti e la sua fragilità”.

Aznavour tra cinema e memoria collettiva

Con l’arrivo nelle sale italiane di “Monsieur Aznavour”, si riaccende l’interesse per una figura che ha attraversato quasi un secolo di storia europea. Il film promette di restituire non solo la voce unica dell’artista, ma anche il suo sguardo sul mondo: curioso, ironico, sempre attento agli altri. Un’occasione – per chi lo ha amato e per chi lo scopre ora – di incontrare ancora una volta Charles Aznavour.

Stefania Palenca

Da sempre nutro una forte curiosità per le vicende passate e le tracce che hanno lasciato nel nostro presente. Ho scoperto presto che nulla racconta una storia meglio dei muri di un'antica cattedrale o delle pennellate su una tela impolverata. Mi sono laureata in Storia presso l'Università di Catania, un percorso accademico che mi ha permesso di immergermi nei racconti e nei segreti di questa meravigliosa isola. Durante gli studi, ho perfezionato le mie competenze con un master in Conservazione dei Beni Culturali, comprendendo ancor di più l'importanza di preservare queste ricchezze per le generazioni future. Attraverso i miei articoli, esploro non solo i grandi siti turistici, ma anche i piccoli gioielli meno conosciuti che celano storie straordinarie e avvincenti. Porto i lettori in un viaggio attraverso l'arte e l'architettura, dall'epoca greca a quella normanna, passando per i fasti del Barocco siciliano. Quando non sono impegnata nella ricerca o nella scrittura, mi piace camminare per le vie dei centri storici, partecipare a conferenze e visitare musei e gallerie d'arte. Credo fermamente che ogni pietra, ogni dipinto e ogni edificio abbia una storia da raccontare, ed è mio compito dare voce a queste storie. Vi invito a seguirmi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, scoprendo insieme le meraviglie artistiche e architettoniche che hanno modellato la nostra identità culturale

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