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La Corazzata Potëmkin al Museo del Cinema: celebrazione del centenario con musica dal vivo

Roma, 16 dicembre 2025 – Per il centenario di “Metropolis”, la città di Roma ha dato il via questa mattina a una rassegna di proiezioni e incontri dedicati all’opera visionaria di Fritz Lang, un vero e proprio pilastro nella storia del cinema. L’iniziativa, organizzata dalla Cineteca Nazionale insieme all’Università La Sapienza e all’Istituto Goethe, si svolge al Cinema Trevi, a due passi da via del Tritone, dal 16 dicembre. Un appuntamento che attira studiosi, studenti e appassionati, tutti pronti a riscoprire la modernità di questo film muto del lontano 1927, capace ancora oggi di parlare al presente in modi diversi.

“Metropolis” torna protagonista nella capitale

La sala principale del Cinema Trevi è stata gremita fin dalle nove del mattino. Qui è stata proiettata una copia restaurata di Metropolis, nella sua versione integrale. Non è un dettaglio da poco: dopo il ritrovamento di spezzoni perduti a Buenos Aires, il restauro del 2010 ha riportato la pellicola il più possibile vicino al montaggio originale voluto da Lang. “Ci sono film che superano il proprio tempo,” ha spiegato la curatrice della rassegna, Claudia Miccichè. “Ma Metropolis riesce ancora a inquietarci e a farci riflettere su tecnologia, lavoro e città”.

In platea si alternavano docenti e studenti di cinema insieme a spettatori più maturi. Alcuni indossavano magliette con l’immagine iconica di Maria, il robot femminile diventato simbolo pop – tra cinema e design industriale – molto oltre gli anni Venti. Solo verso mezzogiorno, dopo i primi applausi e una breve pausa caffè nel foyer, sono partiti i panel tematici.

Un classico tra politica e fantascienza

Gli incontri della giornata hanno ruotato attorno a due temi principali: la forza ancora viva delle immagini di Metropolis e il dibattito sulle sue diverse chiavi di lettura politiche. Il professore Stefano Casi, ospite del primo panel, ha sottolineato: “Lang aveva capito che la città moderna è un organismo ambivalente: porta progresso ma anche enormi disuguaglianze. Per questo, cento anni dopo, il suo film resta più attuale che mai”.

La giornata è andata avanti con l’intervento della storica tedesca Elke Schwarz, che ha ripercorso i motivi per cui Metropolis è stato censurato in epoche diverse: dalle critiche al lavoro alienante alle interpretazioni distorte sotto il regime nazista. “Oggi lo possiamo vedere come una favola cupa sull’ingegneria sociale,” ha detto la studiosa. “Ma resta soprattutto un’avventura visiva che continua a influenzarci”.

Il pubblico tra memoria e nuove prospettive

All’uscita dalla sala le reazioni erano varie. C’è chi si soffermava davanti alle locandine originali esposte lungo il corridoio – alcune arrivate apposta da Berlino per l’occasione – e chi discuteva con amici dell’impatto della colonna sonora dal vivo, curata dal pianista Leonardo Cecchi. Sofia, studentessa di filosofia, ha confidato: “Pensavo sarebbe stato lento, invece ci sono momenti davvero moderni, quasi psichedelici”. Poco più in là Paolo, pensionato, ricordava quando il film veniva trasmesso in bianco e nero su Rai 3 negli anni Ottanta: “Vederlo così in sala cambia tutto”.

Gli organizzatori hanno distribuito materiale d’epoca e gadget tematici: tra questi spiccava una piccola riproduzione della statua di Maria e un opuscolo con i manifesti delle prime edizioni italiane del film.

Cinema muto, tecnologia e visioni per domani

Non potevano mancare i riferimenti alla tecnologia. In uno degli ultimi incontri della giornata, l’ingegnere informatico Dario Pacini ha riflettuto sulla profezia inquietante di Lang. “Molte cose che usiamo oggi erano solo sogni o incubi nel 1927”, ha detto parlando di robot, città verticali e controllo digitale. Eppure – ha aggiunto – “rivedendo Metropolis ci rendiamo conto che certi problemi restano gli stessi: chi decide come costruire le città? E chi paga il prezzo dello sviluppo?”.

La rassegna continuerà per tutta la settimana con proiezioni serali e laboratori dedicati alle scuole. Il programma completo si trova sul sito della Cineteca Nazionale. L’obiettivo è semplice ma ambizioso: riavvicinare pubblico giovane e meno giovane a una stagione del cinema che continua a farci domandare sul presente.

Un anniversario che – tra passato e futuro – rilancia la domanda centrale del film: quale umanità vogliamo per le città che verranno?

Antonella Romano

Sono una redattrice innamorata della Sicilia, e in particolare della mia Palermo. Fin da piccola, ho respirato l'aria vibrante di questa terra ricca di storia, cultura e tradizioni. Ogni vicolo di Palermo racconta storie antiche, e io non mi stanco mai di scoprirle e condividerle. Mi sono laureata in Lettere Moderne presso l'Università di Palermo, dove ho approfondito il mio amore per la scrittura e la narrazione. Dopo gli studi, ho avuto l'opportunità di collaborare con diverse testate giornalistiche e riviste locali, scrivendo articoli che esplorano le meraviglie artistiche, culinarie e naturalistiche della nostra isola. La mia vera passione, tuttavia, è raccontare la vita quotidiana della Sicilia e i suoi abitanti straordinari. Cerco di portare i lettori in un viaggio virtuale tra mercati colorati, spiagge dorate e festival affollati, sperando di trasmettere l'unicità e la bellezza di questa terra. Quando non sono dietro alla tastiera, mi piace camminare lungo la costa, visitare i mercati locali e assaporare piatti tradizionali cucinati con amore. Ogni giorno in Sicilia offre l'opportunità di scoprire qualcosa di nuovo e inaspettato, e non vedo l'ora di condividere queste esperienze con voi. Seguitemi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, esplorando insieme cultura, sapori e tradizioni che rendono questa terra davvero speciale. Grazie per essere qui e per la vostra curiosità. Spero che attraverso le mie parole possiate innamorarvi della Sicilia tanto quanto lo sono io!

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