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Diriyah si trasforma: cantieri e gru rivoluzionano l’antica capitale saudita in vista di Expo 2030

Riyadh, 14 dicembre 2025 – Diriyah sta per diventare un nuovo centro mondiale di cultura e turismo entro il 2030, seguendo la strategia Vision 2030 varata dal governo saudita. A pochi chilometri dal cuore di Riyadh, un imponente cantiere si prepara a svelare una città pronta ad accogliere milioni di visitatori, investitori e delegazioni da ogni angolo del pianeta in vista di Expo 2030.

Diriyah cambia volto: la nuova faccia della capitale saudita

Il progetto di rinnovamento urbano interessa l’antica Diriyah, la prima capitale della monarchia saudita, oggi patrimonio Unesco grazie alle rovine di At-Turaif. La Diriyah Gate Development Authority (DGDA) ha annunciato investimenti per oltre 20 miliardi di dollari destinati a infrastrutture, hotel e iniziative culturali. Il piano è quello di trasformare l’area in un vero quartiere – spiega Jerry Inzerillo, CEO della DGDA – dove “la storia autentica si sposa con uno stile di vita moderno”. Il calendario è serrato: entro il 2028 dovrebbero essere pronti hotel, musei e spazi espositivi.

Cultura e ospitalità: la scommessa del Regno

Dietro questa svolta c’è una doppia esigenza: da una parte, rispondere alla crescente voglia globale di destinazioni culturali autentiche; dall’altra, ridurre la dipendenza dal petrolio diversificando l’economia nazionale. Diriyah punta a diventare il simbolo del nuovo turismo saudita. Oltre 40 hotel e residenze di lusso si estenderanno su più di 7 chilometri quadrati, con musei che racconteranno la storia del regno attraverso reperti archeologici, arte islamica e installazioni digitali.

Un aspetto su cui il Ministero della Cultura ha posto molta attenzione è l’accessibilità: «Vogliamo che Diriyah sia una meta per tutti», ha detto recentemente il ministro Badr bin Abdullah bin Farhan. Anche i prezzi dei biglietti e degli abbonamenti annuali saranno pensati per attrarre sia turisti stranieri sia visitatori locali.

Sviluppo e sostenibilità: il modello dietro la rinascita

Dietro al rilancio di Diriyah c’è un mix di investimenti pubblici e privati, nazionali e internazionali. Il Fondo per lo Sviluppo Saudita (PIF) ha già messo sul piatto la parte più consistente del budget. Grandi aziende europee e asiatiche hanno stretto accordi per costruire infrastrutture, mentre imprese italiane specializzate nel restauro si occupano del recupero delle rovine storiche.

Uno dei temi più discussi riguarda la sostenibilità ambientale. Secondo fonti vicine alla DGDA, il distretto seguirà rigorosi criteri per il risparmio energetico, la gestione delle acque reflue e il riciclo dei materiali da costruzione. L’obiettivo è ottenere una certificazione LEED Gold entro il 2029. «Abbiamo imparato dagli errori fatti nelle grandi città mediorientali in passato», racconta un responsabile sul campo.

Expo 2030: un’opportunità per far decollare il turismo saudita

Il conto alla rovescia per Expo 2030 è già partito. Secondo le previsioni del Bureau International des Expositions, Riyadh attende oltre 25 milioni di visitatori nei sei mesi dell’evento. In questo scenario, Diriyah giocherà un ruolo chiave come polo turistico. Gli esperti stimano che tra il 2028 e il 2035 possa attirare tra i 10 e i 15 milioni di visitatori all’anno, con ricadute economiche superiori ai 5 miliardi di dollari solo nei settori alberghiero e della ristorazione.

L’entusiasmo del governo è evidente ma non mancano le preoccupazioni. Qualcuno teme che i tempi stretti possano mettere a rischio la tutela del patrimonio storico. Tuttavia, secondo la Soprintendenza locale, “la salvaguardia delle mura antiche e dei reperti resta la priorità assoluta”. L’intento è mostrare al mondo una Diriyah restaurata ma ancora viva e autentica, senza snaturarne l’anima millenaria.

Tra passato e futuro: la sfida di Diriyah

È qui che si giocherà una delle sfide simbolo della nuova Arabia Saudita: riuscire a mettere insieme radici profonde ed economia moderna legata a turismo internazionale, cultura ed eventi globali. Mentre i lavori proseguono tra gru e polvere, Riyadh guarda al 2030 non solo come a una scadenza, ma come al traguardo di un cambiamento profondo che potrebbe riscrivere l’immagine del Paese nel mondo.

Stefania Palenca

Da sempre nutro una forte curiosità per le vicende passate e le tracce che hanno lasciato nel nostro presente. Ho scoperto presto che nulla racconta una storia meglio dei muri di un'antica cattedrale o delle pennellate su una tela impolverata. Mi sono laureata in Storia presso l'Università di Catania, un percorso accademico che mi ha permesso di immergermi nei racconti e nei segreti di questa meravigliosa isola. Durante gli studi, ho perfezionato le mie competenze con un master in Conservazione dei Beni Culturali, comprendendo ancor di più l'importanza di preservare queste ricchezze per le generazioni future. Attraverso i miei articoli, esploro non solo i grandi siti turistici, ma anche i piccoli gioielli meno conosciuti che celano storie straordinarie e avvincenti. Porto i lettori in un viaggio attraverso l'arte e l'architettura, dall'epoca greca a quella normanna, passando per i fasti del Barocco siciliano. Quando non sono impegnata nella ricerca o nella scrittura, mi piace camminare per le vie dei centri storici, partecipare a conferenze e visitare musei e gallerie d'arte. Credo fermamente che ogni pietra, ogni dipinto e ogni edificio abbia una storia da raccontare, ed è mio compito dare voce a queste storie. Vi invito a seguirmi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, scoprendo insieme le meraviglie artistiche e architettoniche che hanno modellato la nostra identità culturale

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