Categories: Spettacolo e Cultura

Un don giovanni in scena: tra molière e da ponte a genova

Il palcoscenico del Teatro Ivo Chiesa di Genova ha recentemente ospitato una serata di grande attesa con l’interpretazione del Don Giovanni, concepito, diretto e interpretato da Arturo Cirillo. Questo spettacolo è il risultato di una coproduzione che coinvolge Marche Teatro, Teatro di Napoli, Teatro Nazionale di Genova e Emilia Romagna Teatro ERT, unendo le forze per dare vita a un’opera che prometteva di fondere due mondi straordinari: quello della prosa di Molière e quello della musica di Mozart, attraverso il libretto di Lorenzo Da Ponte.

la figura di don giovanni

Il personaggio di Don Giovanni rappresenta una delle figure più affascinanti della storia della letteratura e dell’opera. Creato da Tirso de Molina con “El burlador de Siviglia”, Don Giovanni ha ispirato innumerevoli artisti nel corso dei secoli, da Molière a Goldoni, fino a Gluck e, naturalmente, a Mozart. Questa figura complessa incarna l’archetipo dell’amante impenitente, ma è anche un ingannatore audace che sfida le leggi divine, affrontando con il suo comportamento immorale il destino che lo attende. Il lavoro di Cirillo si proponeva di esplorare e reinterpretare questa figura, mescolando il linguaggio teatrale di Molière con la potenza musicale di Mozart, ma l’esito finale ha suscitato opinioni contrastanti.

criticità dell’esecuzione

Il progetto di Cirillo ha senza dubbio un fascino intrinseco, ma l’esecuzione ha mostrato alcune criticità. Ecco alcuni punti salienti:

  1. Partitura di Mozart: è stata impiegata come un sottofondo, ma la trascrizione utilizzata è risultata poco efficace.
  2. Attori: nonostante l’impegno, hanno mostrato una certa rigidità, compromettendo la fluidità dello spettacolo.
  3. Versi di Da Ponte: pur magistralmente scritti, erano pensati per la musica e non per la recitazione, creando dissonanza tra monologhi e dialoghi.
  4. Equilibrio: la mancanza di equilibrio tra comico e tragico ha indebolito l’impatto della rappresentazione.

Il tono della messa in scena sembrava voler mantenere una leggerezza, con tentativi di gag e momenti di comicità, ma il risultato non è riuscito a coinvolgere completamente il pubblico. L’arrivo del Commendatore, uno dei momenti chiave della storia, è stato percepito come deludente, mancando di quella gravitas che ci si aspetterebbe in un finale tanto significativo.

l’impegno degli attori

Nonostante le difficoltà, gli attori che hanno preso parte alla rappresentazione hanno dimostrato grande impegno e talento. Oltre a Cirillo, sul palco si sono esibiti:

  • Giacomo Vigentini
  • Giulia Trippetta
  • Irene Ciani
  • Francesco Petruzzelli
  • Rosario Giglio

Ciascuno ha portato la propria interpretazione a un personaggio complesso e affascinante, contribuendo a rendere la serata un momento di riflessione sull’arte.

La scelta di Cirillo di mettere in scena un Don Giovanni che si distacca dalle tradizionali interpretazioni è un tentativo audace di rinnovare e reinterpretare un classico. Tuttavia, la fusione di questi due mondi – quello di Molière e quello di Mozart – ha mostrato evidenti frizioni. La sfida di mantenere la coerenza narrativa e l’integrità dei testi originali si è tradotta in una certa confusione, che ha impedito alla narrazione di fluire in modo armonioso.

Il “Don Giovanni” di Cirillo rappresenta un esperimento interessante e stimolante, un tentativo di rileggere un capolavoro della tradizione operistica e teatrale. Tuttavia, l’interpretazione è stata contraddistinta da scelte registiche che, pur cercando di essere originali, non sono sempre riuscite a trasmettere l’essenza del personaggio e della sua storia. La serata ha comunque offerto un’occasione preziosa per riflettere sulle molteplici sfaccettature di Don Giovanni e sul suo impatto duraturo nella cultura occidentale. Lavori come questo, anche se imperfetti, sono fondamentali per mantenere viva la discussione sull’arte e la sua evoluzione.

Stefania Palenca

Da sempre nutro una forte curiosità per le vicende passate e le tracce che hanno lasciato nel nostro presente. Ho scoperto presto che nulla racconta una storia meglio dei muri di un'antica cattedrale o delle pennellate su una tela impolverata. Mi sono laureata in Storia presso l'Università di Catania, un percorso accademico che mi ha permesso di immergermi nei racconti e nei segreti di questa meravigliosa isola. Durante gli studi, ho perfezionato le mie competenze con un master in Conservazione dei Beni Culturali, comprendendo ancor di più l'importanza di preservare queste ricchezze per le generazioni future. Attraverso i miei articoli, esploro non solo i grandi siti turistici, ma anche i piccoli gioielli meno conosciuti che celano storie straordinarie e avvincenti. Porto i lettori in un viaggio attraverso l'arte e l'architettura, dall'epoca greca a quella normanna, passando per i fasti del Barocco siciliano. Quando non sono impegnata nella ricerca o nella scrittura, mi piace camminare per le vie dei centri storici, partecipare a conferenze e visitare musei e gallerie d'arte. Credo fermamente che ogni pietra, ogni dipinto e ogni edificio abbia una storia da raccontare, ed è mio compito dare voce a queste storie. Vi invito a seguirmi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, scoprendo insieme le meraviglie artistiche e architettoniche che hanno modellato la nostra identità culturale

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