Palermo, 21 dicembre 2025 – Tra autorità, istituzioni e cittadini, ieri pomeriggio il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha scelto il Salone d’Ercole di Palazzo d’Orléans per il tradizionale scambio di auguri natalizi. Ma il suo messaggio ha superato la semplice formalità delle feste: “La Sicilia non è più fanalino di coda”, ha affermato con decisione. Un segnale chiaro, che ha dato tono all’incontro. Al suo fianco, volti noti della giunta e rappresentanti del mondo produttivo. Alle 17:30 è iniziata la cerimonia.
Sicilia, Schifani parla di svolta
Dal podio, con applausi e sguardi attenti, Schifani ha sottolineato: “Negli ultimi dodici mesi la Sicilia ha cambiato passo. Non siamo più ultimi in tutto. Le risorse stanno arrivando davvero e i dati lo confermano”. Parole che hanno raccolto consensi, anche se molti – tra amministratori locali – hanno voluto approfondire i numeri a fine evento.
Il presidente ha citato gli investimenti già sbloccati: dai fondi PNRR ai lavori su strade, ferrovie e scuole. Ha ricordato la costruzione della diga di Pietrarossa nel nisseno, “attesa da vent’anni”, e l’ok al raddoppio ferroviario tra Palermo e Catania. “Da quando sono al governo abbiamo recuperato ritardi storici. Basta con i lamenti”, ha tagliato corto Schifani.
Fondi europei: tra risultati e scetticismi
Tema caldo i fondi europei. “Mai visti così tanti progetti realizzati – ha rivendicato il presidente – e la spesa è costantemente monitorata”. Nel 2025 la Regione dichiara di aver utilizzato “il 92%” dei fondi strutturali 2014-2020, uno dei migliori risultati del Sud secondo Palazzo d’Orléans. Ma qualche voce dell’opposizione in sala ha subito fatto notare le criticità ancora aperte su sanità e ambiente.
In platea, un mix di funzionari e gente comune ha seguito con attenzione dati e prospettive. Sul palco anche la vicepresidente Margherita La Rocca Ruvolo, chiamata a parlare dei servizi sociali: “L’inclusione resta una priorità”, ha detto.
Tra ottimismo e prudenza: le reazioni dal territorio
“La Sicilia non è più ultima in classifica, ora dobbiamo difendere questo risultato”, commenta Giuseppe Provenzano, sindaco di un piccolo comune dell’entroterra presente tra il pubblico. Ma non mancano le riserve: “Gli annunci sono belli, ma aspettiamo i fatti”, confida Francesco, pensionato palermitano da tempo attento alle vicende regionali.
Sindacalisti presenti chiedono chiarimenti sulle risorse per lavoro e politiche attive. In sala ci sono delegati del settore agricolo ed esponenti delle imprese artigiane. L’atmosfera è di fiducia cauta. “Abbiamo sentito troppe promesse in passato”, mormora una dirigente scolastica uscendo dalla sala.
Sanità e infrastrutture al centro delle critiche
Le parole di Schifani hanno acceso i riflettori sugli investimenti ma sono arrivate richieste precise sulla situazione della sanità siciliana e sui lavori pubblici in corso. “Ci sono segnali di miglioramento – spiega il direttore dell’Asp Palermo Mario La Rocca – ma serve ancora intervenire sull’organico e sulla medicina territoriale”.
Sul fronte infrastrutture, la Regione assicura che nel 2026 partiranno cantieri importanti tra Agrigento, Trapani e Messina. Solo allora si potrà capire davvero l’impatto dei fondi PNRR sul territorio. Resta però una domanda che molti si fanno: riuscirà davvero la Sicilia a colmare il divario con il resto d’Italia?
Auguri con impegno per il 2026
Verso le 18:30 si è chiusa la cerimonia con un momento toccante: Schifani ha consegnato una targa ai volontari impegnati nelle emergenze recenti. “A loro va tutto il nostro grazie”, ha detto con voce commossa. Poi i saluti ufficiali, qualche foto insieme allo staff e ai rappresentanti delle associazioni.
“Il cammino non è finito”, ha concluso stringendo mani e sorridendo ai presenti. Per il 2026 l’obiettivo resta trasformare le parole in fatti concreti. Da fonti vicine alla Regione fanno sapere che saranno mesi decisivi per capire se questo “nuovo corso” resisterà alla prova del tempo in Sicilia.





