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Questore Salvatore Fazzino lascia Enna dopo 77 ammonimenti per reati di genere a Piazza Armerina, nuovo incarico a Ragusa

Catania, 25 dicembre 2025 – Dopo quasi tre anni alla guida della Questura di Catania, il questore Salvatore Fazzino cambia rotta e si prepara a prendere il timone della Questura di Ragusa. Il passaggio di consegne si è svolto la mattina del 24 dicembre negli uffici di via Santa Maria del Rosario. Una tappa importante per Fazzino, che si trova a dirigere una realtà diversa, ma altrettanto impegnativa. La notizia circolava da qualche giorno, ma solo ieri è arrivata la conferma ufficiale dalla Prefettura.

Il commosso addio agli agenti catanesi

In una breve e informale cerimonia, alla presenza dei dirigenti e di una rappresentanza dello staff, Fazzino ha salutato i colleghi con cui ha condiviso anni intensi tra indagini, controlli sul territorio e gestione delle emergenze. “Qui ho trovato professionalità e dedizione autentiche”, ha detto nel suo discorso d’addio. L’atmosfera era quella tipica degli addii sentiti: strette di mano lunghe, sorrisi un po’ amari, qualcuno che non ha resistito a un abbraccio.

Nei corridoi della Questura, già dalle prime ore del mattino, si percepiva che qualcosa stava cambiando. Caffè un po’ più lunghi, qualche battuta sommessa tra colleghi. “Con Salvatore abbiamo passato momenti difficili, soprattutto durante le emergenze migratorie”, ha ricordato un ispettore della sezione immigrazione.

Tra sfide e operazioni sul campo: il bilancio di Fazzino

Classe 1962, originario di Siracusa, Fazzino ha preso il comando della Questura etnea nel gennaio 2023. Tre anni intensi segnati da interventi contro i clan mafiosi in zona Librino e dalle tensioni legate agli sbarchi migratori. Un approccio sobrio e concreto che lo ha contraddistinto. Spesso lo si vedeva arrivare prima dell’alba con gli occhiali sul naso e i fascicoli sotto braccio.

“Abbiamo gestito situazioni complesse, sempre lavorando fianco a fianco con Prefettura e Procura”, ha spiegato ai giornalisti presenti. La sua figura è stata un punto di riferimento soprattutto nei momenti più difficili: dalla crisi al centro accoglienza di Mineo agli interventi durante le manifestazioni studentesche in piazza Stesicoro.

Ragusa: una sfida nuova tra immigrazione stagionale e criminalità locale

Ora la meta è Ragusa, provincia con dinamiche sociali diverse: meno grandi città ma problemi specifici legati all’immigrazione stagionale e alla criminalità locale. “Porto con me l’esperienza maturata a Catania – ha confidato Fazzino – consapevole che ogni territorio richiede attenzione e risposte concrete”.

Il suo arrivo è previsto per il 27 dicembre. Quel giorno incontrerà i vertici istituzionali della città e le forze dell’ordine locali. Secondo fonti interne, la Questura ragusana punta su di lui per rafforzare la lotta ai reati predatori nelle zone rurali e migliorare il coordinamento durante le campagne agricole.

A Catania si aspetta il nuovo questore

Nel frattempo a Catania si attende la nomina ufficiale del successore. Le voci parlano di Giuseppe Laganà, attuale dirigente della Digos di Palermo, ma dal Viminale ancora nessuna conferma. Nel frattempo regge l’incarico la dottoressa Anna Ferreri, vicaria conosciuta bene all’interno dell’ufficio.

Tra il personale c’è curiosità ma anche un po’ di inquietudine. “Ogni cambio porta dubbi ma anche nuove energie”, riflette un assistente capo uscendo dalla sala operativa. Nel saluto finale di Fazzino traspariva rispetto reciproco: “Lascio colleghi preparati, so che continueranno a dare il massimo”, ha ribadito.

L’eredità di Fazzino: ascolto e concretezza sul campo

La carriera di Salvatore Fazzino – che ha guidato vari reparti della Polizia in Sicilia e Calabria – è sempre stata caratterizzata da uno stile diretto e concreto. “È uno che sa sedersi tra noi e ascoltare senza troppi giri di parole”, racconta un commissario con oltre vent’anni di servizio.

Per Ragusa si apre così una nuova fase: Fazzino porta con sé l’esperienza delle notti senza orari passate a Catania, le riunioni improvvisate ma anche l’attenzione ai dettagli e una gestione delle crisi mai sopra le righe.

Un passaggio del testimone che negli uffici della Polizia siciliana lascia più un segno concreto che nostalgico. Solo così si capisce davvero quanto pesi l’esperienza condivisa sul campo.

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