Palermo, 10 dicembre 2025 – Dal 12 al 14 dicembre, tra il quartiere Danisinni, lo Spazio Franco e le Officine Bellotti, torna il festival “Periferico”. Un evento che mette al centro le periferie urbane, la creatività diffusa e il legame tra arte e comunità. L’iniziativa, firmata dall’associazione Babel, fa il suo ritorno in città dopo il successo dello scorso anno. Quest’anno punta su nuovi laboratori, performance e incontri con l’obiettivo chiaro di “ridisegnare i confini”, come spiega uno degli organizzatori.
Per tre giorni, da giovedì a sabato, Palermo si anima con artisti, residenti e operatori sociali che si ritroveranno in eventi sparsi tra luoghi simbolo della trasformazione urbana. Il quartiere Danisinni, storicamente ai margini del centro, si prepara ad accogliere laboratori teatrali e workshop aperti a giovani e famiglie. Si parte giovedì mattina alle 10 con una visita guidata per le strade del quartiere. In programma anche momenti di ascolto collettivo e narrazione urbana. “La nostra idea è partire dalle storie delle persone,” racconta una volontaria dell’associazione, “dare voce a chi vive qui tutto l’anno”.
Venerdì alle 18, invece, sarà lo Spazio Franco – negli ex Cantieri Culturali alla Zisa – a ospitare una tavola rotonda sui linguaggi artistici nelle periferie. Tra gli ospiti attesi la performer Claudia Gusmano e il musicista Fabio Rizzo. Si discuterà di nuove forme culturali e di come possano influire sulla vita in contesti spesso dimenticati dalle politiche pubbliche.
Il programma offre anche tante attività pensate per tutte le età. Sabato pomeriggio alle 16 le Officine Bellotti aprono le porte a una jam session aperta: giovani musicisti del quartiere si esibiranno insieme a professionisti locali. “Non serve saper suonare,” ha precisato uno degli organizzatori durante la conferenza stampa, “basta voler partecipare”.
Nel cortile delle Officine, sabato sera dalle 20 andrà in scena una performance collettiva con artisti visivi e cittadini impegnati nella creazione di un murale corale. L’idea, spiegano da Babel, è quella di “trasformare insieme uno spazio del quartiere”, lasciando un segno visibile della collaborazione tra generazioni diverse. Per tutta la durata del festival ci sarà anche una mostra fotografica sulle periferie siciliane con immagini raccolte direttamente dagli abitanti.
Uno degli appuntamenti più attesi è venerdì sera alle 19:30 nello spazio multifunzionale di via Giuseppe Pitrè. Qui urbanisti, esponenti del terzo settore e amministratori locali discuteranno sulle opportunità e difficoltà nel rilanciare i quartieri fuori dal centro storico. “Bisogna puntare sulle reti sociali,” sottolinea Giuseppe Lentini, architetto e consulente per la rigenerazione urbana invitato al festival. “Solo così i cambiamenti possono durare nel tempo”.
Sul palco si alterneranno testimonianze dirette dei residenti – molti dei quali hanno contribuito all’organizzazione – e interventi tecnici sul tema degli spazi pubblici. Tutto sarà trasmesso in diretta streaming sui canali social di Babel, per coinvolgere anche chi non potrà esserci.
“Periferico”, spiegano gli organizzatori, non è un evento spot ma un percorso condiviso nel tempo. Nei mesi scorsi sono stati organizzati incontri preparatori nei quartieri coinvolti. “Abbiamo chiesto ai cittadini cosa volevano raccontare,” dice uno dei promotori durante l’ultima riunione con gli abitanti di Danisinni. “Molte idee sono nate ascoltando le storie delle famiglie”.
L’ingresso agli eventi è gratuito fino a esaurimento posti. Per alcuni laboratori serve prenotarsi online sul sito ufficiale del festival. Tutte le novità saranno pubblicate sui profili social dell’associazione e sul sito di Spazio Franco.
Palermo si prepara dunque a vivere tre giorni intensi tra arte partecipata e riflessione sociale nelle sue periferie. Un laboratorio diffuso dove i veri protagonisti sono gli abitanti prima ancora degli artisti ospiti. Lo spirito del festival – ha ribadito una delle coordinatrici – resta quello di “costruire legami reali, mettere in circolo energie che restano anche dopo i riflettori”. Per molti sarà un modo per scoprire una città diversa da quella delle cartoline e per ritrovarsi, forse per la prima volta, dalla parte di chi troppo spesso resta ai margini.
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