Roma, 11 dicembre 2025 – La Procura di Roma ha mosso ieri un nuovo passo nell’inchiesta per lesioni legata a un episodio dello scorso ottobre. È stato nominato un collegio di periti che dovrà occuparsi delle valutazioni medico-legali. Il provvedimento è stato notificato nel pomeriggio, quando il pubblico ministero titolare del caso, il sostituto procuratore Giulia Franchi, ha depositato in cancelleria l’elenco degli esperti incaricati di accertare la natura e la gravità delle lesioni subite da trentadue persone coinvolte. Al momento, sono trenta le parti offese ufficialmente riconosciute, tra cui diversi residenti del quartiere San Lorenzo.
L’indagine per lesioni personali riguarda quanto accaduto il 14 ottobre in via degli Ausoni, nel cuore del quartiere universitario. Secondo la Squadra Mobile, durante una manifestazione non autorizzata sono scoppiati scontri tra manifestanti e polizia, sfociati in contatti fisici e diverse contusioni. Tra i feriti ci sono studenti e abitanti della zona che si sono rivolti al pronto soccorso del Policlinico Umberto I nelle ore successive.
I referti medici raccolti dalla Procura parlano di prognosi variabili, da dieci a ventuno giorni, per ecchimosi, escoriazioni e traumi contusivi. In almeno tre casi si segnala una frattura a un arto o a una costola, sempre secondo gli atti. “Abbiamo chiesto un collegio per avere un giudizio imparziale – spiega l’avvocata delle parti offese, Chiara Lombardi – e capire bene l’entità reale delle lesioni”. L’obiettivo della Procura è anche chiarire se c’è un legame diretto tra i fatti denunciati e i danni fisici riscontrati.
Il gruppo di esperti – formato dal dottor Vittorio D’Ambrosio, specialista in medicina legale, e dalla professoressa Elisa Bianchi, chirurgo d’urgenza – dovrà analizzare tutti i fascicoli clinici relativi ai trentadue feriti. La relazione dettagliata è attesa entro il 15 gennaio 2026. I periti potranno chiamare le persone coinvolte a nuovi accertamenti o ascoltare i medici che hanno redatto i primi referti.
Fonti interne alla Procura spiegano che la scelta di questi due nomi serve a garantire una valutazione “terza e imparziale”, libera da influenze esterne. “Non basta leggere i referti – dicono – bisogna ricostruire come sono nate le lesioni alla luce di testimonianze e video”. Nell’ordinanza di nomina si fa infatti riferimento a materiale video raccolto dalla Digos durante i sopralluoghi.
Tra le parti offese diverse persone hanno già presentato denunce dettagliate al Commissariato San Lorenzo. “Vogliamo chiarezza e tempi brevi – racconta al telefono Marta, studentessa di 23 anni che era presente quel giorno – qualcuno deve rispondere per quello che è successo.” Dall’altra parte invece alcuni agenti coinvolti hanno già scelto difensori e negano ogni accusa, convinti di aver agito rispettando le regole.
In Procura si preferisce non sbilanciarsi su tempi o sull’apertura di indagini formali nei confronti dei sospettati ancora senza nome. “La consulenza tecnica è un passaggio chiave”, spiegano fonti giudiziarie; solo dopo la relazione si deciderà se approfondire ulteriormente o chiudere alcune posizioni.
Questo episodio ha riportato sotto i riflettori il tema della gestione dell’ordine pubblico durante le proteste studentesche. Il giorno dopo gli scontri, un corteo spontaneo ha attraversato via Tiburtina fino al Municipio II con slogan che chiedevano “rispetto reciproco” tra cittadini e polizia.
Solo nelle prossime settimane sarà più chiaro quanto peserà la relazione dei periti sulle eventuali responsabilità individuali. Nel frattempo il quartiere resta sotto osservazione: non sono escluse nuove proteste o richieste di chiarimenti da parte dei residenti di San Lorenzo e degli studenti universitari che reclamano “verità” sulle ferite denunciate.
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