Palermo, 12 dicembre 2025 – Questa mattina a Palermo, Marie Claire Gegera, imprenditrice francese con una lunga esperienza nell’hôtellerie di lusso, ha presentato il nuovo progetto firmato dagli architetti Fiorella e Salamone. L’incontro si è tenuto nella sala conferenze di Palazzo Branciforte, alle 11:30, davanti a un pubblico formato da amministratori locali, operatori turistici e cittadini curiosi di scoprire cosa cambierà nel cuore storico della città. L’obiettivo è chiaro: dare nuova vita a uno degli edifici ottocenteschi più conosciuti di via Maqueda, con un intervento che combina rispetto per l’ambiente e innovazione architettonica.
Al centro del progetto, illustrato da Gegera insieme agli architetti palermitani Antonella Fiorella e Salvatore Salamone, c’è la trasformazione di Palazzo Mirto, un edificio storico abbandonato da quasi vent’anni, in un hotel di lusso con una forte attenzione all’ambiente. “Vogliamo creare un luogo dove la tradizione siciliana si incontra con le tecnologie più avanzate per il risparmio energetico”, ha spiegato Gegera ai giornalisti. Ha sottolineato come siano fondamentali il recupero dei materiali originali e l’installazione di pannelli solari che non si vedono dalla strada. Secondo gli architetti, la struttura ospiterà circa cinquanta camere, un ristorante interno e spazi per eventi culturali, senza stravolgere l’identità storica dell’edificio.
Durante la conferenza stampa, l’assessore comunale alle attività produttive, Roberto La Sala, ha definito l’iniziativa “una spinta concreta per il rilancio del centro”. Ha messo in luce quanto sia importante il lavoro di squadra tra privati e istituzioni pubbliche. Il progetto prevede investimenti intorno ai sei milioni di euro – cifra confermata anche da fonti vicine alla società di Gegera – ed è inserito nelle azioni promosse dalla Regione Sicilia per attrarre capitali stranieri nel settore turistico. La Soprintendenza ai Beni Culturali ha già dato il via libera preliminare all’intervento, a patto che si rispettino le volumetrie originarie dell’edificio.
Gli architetti Fiorella e Salamone hanno mostrato alcuni dettagli tecnici con una serie di slide: i lavori inizieranno in primavera 2026 e dureranno circa diciotto mesi. L’intervento punterà sulla conservazione dei soffitti a volta, sull’uso di intonaci a calce naturale e sul recupero delle pavimentazioni storiche. In modo discreto saranno inseriti sistemi domotici per gestire al meglio i consumi energetici. “Solo così”, ha confidato Salamone, “potremo restituire a Palermo un pezzo della sua storia in chiave moderna”. Nel progetto è previsto anche un giardino pensile sul tetto, accessibile agli ospiti ma nascosto alla vista dalla strada: un dettaglio che ha suscitato grande interesse tra i presenti. È stata inoltre annunciata una collaborazione con giovani designer siciliani.
Tra il pubblico si percepiva una certa curiosità ma anche qualche riserva. Qualcuno ha espresso preoccupazione per i disagi legati al cantiere – “Via Maqueda è già messa sotto pressione dai lavori del tram”, ha ricordato un commerciante locale – ma dal Comune hanno assicurato che verranno prese tutte le precauzioni per limitare i disagi alla viabilità. Le associazioni del settore turistico hanno invece accolto la notizia con una “apertura fiduciosa”: secondo il presidente di Federalberghi Palermo, “questi investimenti finalmente danno valore al patrimonio senza stravolgere la città”.
La presentazione di oggi segna – almeno nelle intenzioni dei promotori – un momento importante per la ripresa del centro storico. Marie Claire Gegera, già conosciuta per progetti simili a Bordeaux e Nizza, ha ribadito la volontà di investire “non solo negli immobili, ma nella comunità locale”. Le selezioni del personale saranno rivolte prioritariamente ai giovani residenti del quartiere. Le prime prenotazioni potrebbero partire già dal novembre 2027.
La vera sfida – ammettono tutti – sarà rispettare i tempi previsti e gestire i lavori in modo trasparente. Ma questa mattina a Palazzo Branciforte, tra taccuini aperti e qualche sorriso timido, è sembrata affacciarsi una speranza: quella di una Palermo pronta ad accogliere il futuro senza dimenticare le sue radici.
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