Milano, 3 dicembre 2025 – Un’area di mille metri quadrati nel cuore pulsante di Milano, pensata per mettere in comunicazione continenti ed epoche diverse: ieri pomeriggio, negli spazi rinnovati del Palazzo delle Arti, ha aperto i battenti il nuovo hub culturale “Intersections”. Un luogo creato per stimolare lo scambio tra linguaggi artistici, storie e generazioni. Il progetto nasce dalla collaborazione tra Fondazione Cariplo e Comune di Milano, con l’obiettivo – spiegano i promotori – di offrire uno spazio dove “la cultura diventa un ponte” e la città può guardarsi con occhi nuovi.
Un crocevia vivo nel centro di Milano
In via Minghetti, al civico 8, a pochi passi dalla Darsena e con la metro proprio dietro l’angolo, la grande sala principale si apre su un’installazione in vetro e legno che ricorda una mappa antica. Qui, in un’atmosfera illuminata da luci soffuse e voci che si mescolano, si incontrano opere di artisti africani, fotografie dall’America Latina e oggetti storici provenienti dall’Asia centrale. “Abbiamo voluto un contenitore vivo, che cambia insieme alle persone che lo attraversano”, racconta Carla Bertolini, direttrice artistica dello spazio. Lo staff definisce il luogo come “un cantiere aperto”, con laboratori per studenti universitari, incontri con scrittori da varie città europee e workshop tra diverse generazioni. Non solo mostre, quindi, ma anche “spazi per chi vuole portare idee nuove”.
Oltre i confini: mostre, incontri e laboratori
L’inaugurazione ha attirato più di 400 visitatori, fra curiosi, addetti ai lavori e rappresentanti di associazioni locali. Dalle 17 in poi si sono susseguite presentazioni: brevi spettacoli teatrali, proiezioni su schermi giganti e un talk affidato all’antropologo Mamadou Sarr, che ha raccontato le sue esperienze tra Dakar e Milano. Nel corridoio a sinistra il percorso espositivo affianca un manoscritto del XIX secolo a installazioni digitali create da giovani designer lombardi. “Non vogliamo solo esporre oggetti, ma creare spazi dove i racconti si intrecciano e si contaminano”, sottolinea la curatrice Jing Wen Li, che ha curato anche la sezione dedicata ai rapporti tra Italia e Cina.
Nel ricco calendario – già consultabile online sul sito ufficiale – ci sono incontri letterari, residenze artistiche e attività per bambini. Una sala laterale dedicata alle proiezioni documentarie resterà aperta fino alle 22 ogni venerdì sera. I promotori rimarcano la scelta di una “programmazione aperta e dinamica”, senza temi fissi: ogni tre mesi saranno i visitatori stessi a suggerire gli argomenti attraverso una piattaforma digitale disponibile direttamente in loco.
Milano capitale dei nuovi dialoghi culturali
“Milano è una città che sente il bisogno di spazi dove culture diverse si intrecciano senza sovrapporsi”, spiega l’assessore alla cultura Elisa Corti. “Intersections vuole essere proprio questo: una casa aperta dove nessuno è ospite”. Sullo sfondo resta il tema della partecipazione civica: molte attività saranno gratuite o a costo simbolico (ad esempio 2 euro per i laboratori pomeridiani), grazie anche al supporto della Fondazione Cariplo.
Non mancano le voci dal mondo associativo. Sana Adeeb, presidente dell’organizzazione “Ponti su Milano”, evidenzia come “la vera sfida sarà far dialogare non solo gli artisti affermati ma anche chi spesso non ha voce”. Nella hall un gruppo di studenti del liceo linguistico di via Giusti commenta le installazioni in arabo e spagnolo: “Qui possiamo scoprire cose che a scuola non ci insegnano”, confida Yasmin, sedici anni.
Prospettive: costruire ponti per il futuro
Il progetto “Intersections” fa parte di un programma triennale con investimenti superiori a 1,5 milioni di euro, destinati anche al restauro degli ambienti storici del Palazzo delle Arti. Gli organizzatori annunciano già nei prossimi mesi gemellaggi con istituzioni culturali di Berlino, Tunisi e Seoul.
Il direttore generale della Fondazione Cariplo, Andrea Maggioni, insiste su una visione a lungo termine: “Crediamo che questi spazi siano semi da cui far nascere una cittadinanza più consapevole e pronta al dialogo”. Le prime reazioni – raccolte tra chi ha visitato i nuovi ambienti – confermano questa voglia di partecipare: giovani e meno giovani discutono davanti alle opere, qualcuno prende appunti per un prossimo appuntamento.
A fine giornata le luci sono soffuse ma le porte restano aperte. Nel cuore di Milano c’è da ieri un luogo in più dove i mondi davvero si incontrano – spesso senza bisogno di passaporto.





