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Il capolavoro di Michelangelo: il Cristo Giustiniani in mostra a Palermo

Palermo, 6 novembre 2025 – Dal 13 novembre, Palazzo dei Normanni accoglierà la statua del “Cristo Risorto Portacroce Giustiniani”, un’opera attribuita a Michelangelo Buonarroti che per secoli è rimasta avvolta nel mistero. A dare la notizia è stata questa mattina la Fondazione Federico II, che ha annunciato anche la presentazione in anteprima alla stampa prevista per l’11 novembre alle 10.30, negli Appartamenti reali del celebre edificio nel cuore di Palermo.

Un dettaglio oscuro che racconta una storia

La vicenda del Cristo Risorto Portacroce Giustiniani è strettamente legata a Michelangelo stesso. Secondo gli esperti, fu proprio una venatura nera sul volto della statua – un’imperfezione naturale del marmo – a far sì che l’artista fermasse il lavoro. L’opera fu poi completata, ma quella traccia scura è rimasta ben visibile, quasi un segno indelebile della mano e dei dubbi del maestro. “È una testimonianza rara del modo in cui Michelangelo lavorava”, ha detto Gaetano Galvagno, presidente della Fondazione Federico II, durante la presentazione.

Un viaggio tra arte e spiritualità

L’esposizione, organizzata dalla Fondazione in collaborazione con l’Assemblea regionale siciliana, il Monastero San Vincenzo Martire dei Monaci Benedettini Silvestrini, il Ministero per la tutela del patrimonio culturale e la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale, offre un’occasione rara per il pubblico siciliano. La statua, che di solito si trova nel Monastero San Vincenzo a Bassano Romano, resterà a Palermo fino a gennaio. “Portare qui questa opera significa offrire ai visitatori un’esperienza che unisce fede e arte rinascimentale”, ha spiegato il priore conventuale Duverly Berckus Goma.

Luce e storia in dialogo negli Appartamenti reali

Per ospitare il Cristo Risorto, la scelta è caduta sugli Appartamenti reali, dove la luce naturale si mescolerà a un sistema di illuminazione firmato Erco Lighting. L’obiettivo è mettere in risalto ogni particolare della scultura, dalla posa alla grana del marmo, senza snaturarne l’aspetto originale. “Abbiamo voluto creare un’atmosfera che rispetti la sacralità dell’opera”, ha aggiunto Galvagno, “ma che permetta anche di coglierne ogni sfumatura più intima”.

Il segno di una perfezione imperfetta

La famosa venatura nera, quella linea scura che attraversa il volto del Cristo, ha alimentato nel tempo discussioni tra storici dell’arte e restauratori. C’è chi la vede come un difetto, chi invece come un tratto distintivo che racconta la vita dell’opera. “Michelangelo cercava sempre la perfezione”, ha ricordato uno degli esperti presenti, “eppure qui ha lasciato che fosse proprio il marmo a parlare”. Un dettaglio che, per molti, avvicina ancora di più il Cristo Risorto all’esperienza umana.

Aspettative alte tra studiosi e pubblico

L’arrivo della statua a Palermo ha già acceso l’interesse di appassionati e curiosi. Questa mattina, nei corridoi di Palazzo dei Normanni, si sentiva un clima di attesa palpabile: alcuni visitatori chiedevano informazioni su come e quando poter vedere l’opera. La Fondazione Federico II ha confermato che dal 13 novembre sarà possibile ammirare la statua tutti i giorni, acquistando il biglietto per gli Appartamenti reali.

Un richiamo alla fragilità della bellezza

Non è la prima volta che una scultura attribuita a Michelangelo arriva in Sicilia, ma – come sottolineano gli organizzatori – il Cristo Risorto Portacroce Giustiniani rappresenta un caso a parte. “Questa statua ci ricorda quanto sia sottile il confine tra perfezione e imperfezione”, ha concluso Galvagno. Un messaggio che, forse più di altri, risuona forte nelle antiche sale di Palazzo dei Normanni.

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