Palermo, 23 dicembre 2025 – Nelle indagini sulla strage di Monreale, dove il 22 dicembre sono stati uccisi tre uomini in una villetta alla periferia del paese, ora emerge un legame importante. Una delle testimoni chiave, una 33enne di Palermo identificata ieri sera dagli investigatori, risulterebbe essere l’ex fidanzata di uno degli uomini trovati morti in via Circonvallazione. Un dettaglio venuto fuori tra ricostruzioni frammentarie e tensioni latenti che aggiunge un nuovo capitolo a una vicenda ancora tutta da chiarire.
Un legame scoperto durante gli interrogatori
Gli agenti della Squadra Mobile di Palermo raccontano che la donna era arrivata a Monreale nel primo pomeriggio del 22 dicembre per incontrare un’amica, appuntamento fissato davanti al bar “Il Girasole”, poco distante dalla villetta. “Ci conosciamo da anni, ma negli ultimi tempi ci eravamo perse di vista,” ha detto la 33enne agli investigatori, visibilmente scossa nelle ore passate in questura. Solo dopo vari tentativi ha ammesso il suo legame passato con Salvatore Di Bella, una delle vittime.
La conferma è arrivata anche dai familiari di Di Bella, che la conoscevano bene. “Non si erano lasciati bene,” ha raccontato una cugina fuori dalla questura ieri sera. “Ma nessuno avrebbe mai pensato potesse succedere una cosa del genere.” L’amica della testimone, che ha visto parte della scena fuori dalla villetta, è rimasta invece silenziosa davanti agli agenti, limitandosi a segnalare movimenti sospetti notati nelle ore prima dell’omicidio.
Indagini aperte e dettagli emersi
La procura di Palermo mantiene il massimo riserbo sulle ipotesi di movente e le piste principali, ma qualche particolare è trapelato nella notte tra il 22 e il 23 dicembre negli ambienti giudiziari. Dalle prime ricostruzioni emerge che tra le vittime e la donna c’erano rapporti personali non ancora chiariti. Un passato comune fatto di litigi e forse rancori – elementi che gli investigatori stanno cercando di mettere insieme attraverso tabulati telefonici, chat e testimonianze incrociate.
Un poliziotto coinvolto nell’indagine, che ha chiesto l’anonimato, ha spiegato: “Stiamo verificando se ci siano state minacce recenti o se qualcuno avesse segnalato tensioni nei giorni scorsi.” Nella villetta – un’abitazione a un piano con giardino trascurato – sono stati trovati segni evidenti di lotta e almeno due bossoli vicino alla porta d’ingresso. Anche se i rilievi sono ancora in corso, gli investigatori sono convinti che l’assassino conoscesse bene le abitudini delle vittime.
Il quartiere sotto choc e l’attesa per novità
Il 23 dicembre mattina via Circonvallazione è ancora chiusa al traffico. I residenti si affacciano ai balconi o si raccolgono in piccoli gruppi vicino ai nastri della polizia. “Qui non succedeva niente da anni – racconta Giuseppe, pensionato che abita accanto alla villetta – ma ieri pomeriggio ho sentito urla forti e poi due spari secchi. Sono rimasto a casa fino all’arrivo delle sirene.” La comunità di Monreale è sotto choc: molti conoscevano almeno una delle vittime o i loro parenti più stretti. In paese si parla a bassa voce; chi ha figli preferisce tenerli dentro casa.
Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare la conferma ufficiale dei nomi delle tre vittime e la decisione del magistrato sull’eventuale iscrizione della 33enne nel registro degli indagati. Al momento la donna resta ascoltata come persona informata sui fatti. Intanto gli agenti continuano a controllare i cellulari sequestrati nella villetta alla ricerca di elementi utili.
Movente ancora un mistero
Il nodo centrale resta il movente: fonti giudiziarie confermano che nessuna pista viene esclusa. Gli inquirenti stanno esaminando ogni dettaglio emerso durante le audizioni, con attenzione particolare ai rapporti tra la donna e le vittime della strage di Monreale. Il fascicolo, affidato al sostituto procuratore Valentina Russo, potrebbe presto allargarsi coinvolgendo nuove persone. La città aspetta risposte mentre il ricordo dei fatti si mescola alle voci e alle paure di un quartiere improvvisamente segnato dal sangue.





