Barbara Alberti, esclusiva in occasione dell’uscita del suo nuovo libro: “Chiara Ferragni è innocente”

Barbara Alberti torna in libreria con “Tremate, Tremate, le streghe son tornate”, un libro saggio che esprime tutta la sua intelligenza e personalità.

Abbiamo avuto il piacere di intervistarla, per farci raccontare alcuni momenti molto importanti sia dello scritto che del momento attuale che vive la comunicazione.

Andiamo dunque a leggere quanto ci ha raccontato, svariando per vari argomenti e dimostrandoci la sua solita poliedricità.

Barbara Alberti, intervista sul suo nuovo libro

Com’è nata l’idea di Tremate tremate le streghe son tornate il libro che è uscito di recente e porta la sua firma…
Invidio quegli scrittori che dicono “ero sul Monte Bianco ed ecco passa un gregge di nuvole e subito mi prende l’ispirazione”. Io non glielo so dire quando mi è venuta, avevo solo una gran voglia di cacciare un urlo che fosse anche una benedizione.

Un racconto molto particolare perché poi alla fine lei prende come pretesto queste streghe, ma anche streghi, come disobbedienti
Ci sono streghi in tutti i sessi, non ci sono barriere, gli streghi possono appartenere a qualunque sesso come disobbedienti, come persone che non si attengono alle regole ma si attengono alla regola principale che è quella di essere poeti, di essere coraggiosi, di essere pazzi e di essere comunque contro ciò che li limita, contro questa falsa libertà di oggi, contro questa mania dell’offesa. Siamo diventati un popolo di offesi. Quella grandissima pensatrice che è Guia Soncini ha scritto due o tre libri su questo, cioè sul fatto di come siamo sottomessi, di come siamo schiavi delle mode, anche linguistiche. In questo mondo così incerto, così crudele, siamo anche vessati dalle guerre e noi crediamo di riparare tutto togliendo le parole brutte del vocabolario, di rimediare appunto ai fatti con le parole. Infatti avrà notato che la morte è scomparsa, è maleducata la morte e quindi non si deve citare.

Certo siamo in in un’epoca che è decisamente inflazionata da un cieco perbenismo mi sento di dire
No da un cieco perbenismo, ma da un cieco perbenismo negazionista perché appunto nega la stessa condizione umana. In questa trappola cadono anche spesso le femministe, quelle vere sono appunto quelle che creano come Paola Cortellesi. Il suo film, C’è ancora domani, ha fatto più di 40mila prediche femministe. Ha creato e ricreato un’epoca, ha creato dei personaggi e ci ha mostrato un pezzo della nostra storia e la condizione reale delle donne. A noi vecchi ha colpito molto perché  abbiamo vissuti quei tempi, ricordo perfettamente quando il marito di una cameriera veniva a ritirare lo stipendio per la moglie e a noi ci pareva normale, perché la moglie appunto era libera di lavorare ma non di avere una lira all’epoca che fosse sua.

Quanto possono essere importanti il cinema, l’arte e la musica in questo?
Sono importantissime ed è appunto questo il tema del libro. Da una parte il mondo sprofonda e dall’altra c’è una grande cinematografia, una grandissima letteratura e non solo in Italia ma nel mondo. Restando però da noi ci sono esempi di slancio di intelligenza e di forza di e anche di libertà.

E quanto pensa che abbia influenzato questa epoca l’avvento dei social network?
Sicuramente molto, moltissimo perché da una parte si tratta di un sogno meraviglioso cioè io in questo momento posso essere in contatto con una persona che sta al Polo che non ho mai visto, ci possiamo scambiare delle informazioni preziosissime. Per gli studiosi poi è qualcosa di fantastico, ho una figlia che è ha dedicato la vita allo studio dell’arabo e ovviamente, come lei può immaginare, quando fai questo devi sapere il greco, devi conoscere almeno un po’ l’ebraico, voglio dire sono studi molto vasti cui devi dedicare una vita. Lei mi spiega con entusiasmo quando magari un testo trovato sul web che prima della rete sarebbe dovuta andare a dorso di mulo in un convento nel Caucaso per leggero e avrebbe dovuto poi una volta faccio il viaggio chiedere il permesso che magari manco glielo facevano vedere. Avere con un click dei testi importantissimi, dei testi rari, pensi per gli scienziati, che cos’è quindi se non è veramente il regno del bene. Poi però l’uso che se ne fa sgorga in questo fiume di fango che che gira in rete, la sede dell’invidia, dell’odio, del linciaggio. L’esempio dei Ferragnez è è stato veramente importante dal punto di vista proprio della comunicazione. Loro erano gli idoli d’Italia, credo che siano totalmente innocenti, che lei sia innocente, faccio fatica a crederci a quello che si racconta. Questi sono così ricchi e così quotati che muovono Wall Street, ti pare che io sto a guardare al panettone, voglio dire sarà stata una svista sicuramente però si è rovesciata la platea in un secondo. Tutto l’amore è diventato odio il che ti fa capire che il tuo follower, il tuo ammiratore, quello che ti ama, è il tuo nemico in verità e rapidamente può rovesciarsi dal trono.

Nel 2020 ha preso questa scelta di partecipare a Grande Fratello, come l’ha vissuta e perché ha voluto fare questa cosa allora?
L’ho fatto per soldi perché pagano in una maniera meravigliosa e poi mi sono divertiva. Io non guardo il Grande Fratello e guardo la tv pochissimo perché non ho tempo, se c’avessi tempo, avessi una doppia vita, io mi le guarderei tutte queste cose. Il Grande Fratello è un esperimento straordinario. Andare lì per me è stata una benedizione perché vivevo una difficilissima situazione ero stata aggredita. Quando mi sono trovata lì è stato meraviglioso perché ho chiuso la porta e mi creda nel giro di 24 ore era un’altra, avevo dimenticato questo brutto episodio. Lì si prova un’ebbrezza che nel mondo moderno non possiamo mai avere ovverosia nessuno ti può disturbare, nessuno ti può raggiungere, ti tolgono il telefono e non hai comunicazione col mondo esterno, questo di da un senso di libertà, di pace, di impunità. Non so come dire, pure se lì ci fosse stato Barbablù, invece dei normali concorrenti, sarei stata felice per questa cosa che non abbiamo nel tempo moderno l’irraggiungibilità. All’inizio è stata un’esperienza bellissima  anche se poi diventa un gioco di eliminazioni quindi crudele e cattivo con colpi bassi. All’inizio è come il Decamerone di Boccaccio dove tutti si raccontano delle storie.

A di là del Grande Fratello comunque è stata opinionista di altri reali come La Fattoria e la La talpa, ma L’Isola dei Famosi la farebbe?
Mi hanno invitato, ma per limiti di età non sono voluta andare e poi perché io non potrei proprio stare senza fumare.

Lei ha lavorato con Asia Argento alla sceneggiatura di Incompresa, come è stato?
Beh insieme abbiamo lavorato divinamente, la sceneggiatura è stata una delizia perché lei è estremamente disciplinata, molto intelligente, molto creativa. È stato bellissimo lavorare con lei avete lavorato bene. Poi è finita male, abbiamo discusso ma poi abbiamo fatto pace come tutte le persone intelligenti. Diciamo pure che è finita male e poi è finita bene.