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Wind Tre costretta a reclutare 226 nuovi call centeristi secondo la Cgil

La recente decisione del giudice del lavoro di Milano ha segnato una svolta importante per i lavoratori del call center, con Wind Tre Spa condannata ad assumere 226 dipendenti con un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Questa sentenza arriva dopo anni di battaglie legali e sindacali, in un contesto dove la precarietà del lavoro è diventata una preoccupazione sempre più diffusa, specialmente nel settore dei call center.

A rendere nota la sentenza è stata la Fp Cgil, che ha sostenuto i lavoratori sin dall’inizio di questa difficile lotta. Come sottolineato dai rappresentanti sindacali, il risultato rappresenta una vittoria storica. “A tutti sembrava impossibile che 226 lavoratori battessero una multinazionale, come Davide che sconfigge Golia. Noi ci abbiamo creduto”, hanno dichiarato i rappresentanti sindacali. La sentenza, dunque, non è solo una vittoria per i lavoratori coinvolti, ma anche un segnale di speranza per chi lotta contro l’ingiustizia sociale.

La composizione dei lavoratori coinvolti

Dei 226 lavoratori, 200 provengono da Palermo e gli altri da Napoli; la maggior parte di loro presenta disabilità gravi e al momento si trovano in cassa integrazione straordinaria. Questo aspetto evidenzia una questione di grande rilevanza sociale:

  1. Garantire un’occupazione stabile e dignitosa per tutti.
  2. Prestare particolare attenzione alle persone con disabilità.
  3. Rispettare gli accordi presi nel 2006, che imponevano a Wind Tre di assumere i lavoratori al termine del periodo di convenzione, scaduto il 31 dicembre 2023.

Le radici della vicenda

La vicenda ha radici profonde, che affondano nella difficoltà di garantire continuità occupazionale in un settore caratterizzato da contratti precari e condizioni di lavoro spesso sfavorevoli. Nel caso specifico della Sicilia, la Fp Cgil ha lottato per mantenere in vita la clausola di salvaguardia che prevedeva l’assunzione diretta dei lavoratori in caso di mancato rinnovo della cooperativa Call.it. In altre regioni, come Lazio e Campania, la situazione è stata diversa; qui, i lavoratori sono stati trasferiti a una nuova cooperativa, senza le stesse garanzie.

La reazione di Wind Tre

Wind Tre ha dichiarato di prendere atto con sorpresa della decisione del Tribunale di Milano e ha anticipato l’intenzione di presentare appello. Secondo la multinazionale, nei mesi precedenti al procedimento, era stata garantita la continuità occupazionale, come dimostrano le convenzioni stipulate con le Regioni Lazio e Campania. Tuttavia, l’affermazione di Wind Tre è stata contestata dalla Fp Cgil, che sostiene che la protezione dei diritti dei lavoratori non può essere messa in discussione da accordi che non garantiscono le stesse tutele.

La sentenza rappresenta quindi una vittoria non solo per i lavoratori di Wind Tre, ma anche per il sindacato e per chi crede nell’importanza della difesa dei diritti dei lavoratori. La lotta per un’occupazione dignitosa e stabile continua a essere al centro dell’azione sindacale, specialmente in un periodo in cui il mondo del lavoro sta subendo profondi cambiamenti a causa della digitalizzazione e della crisi economica.

In un contesto globale in cui le multinazionali spesso sembrano avere il sopravvento sulle istanze locali e sulle esigenze dei lavoratori, questa sentenza potrebbe rappresentare un precedente significativo. Potrebbe incentivare altri lavoratori a rivendicare i propri diritti e a lottare per condizioni di lavoro più giuste. La strada verso una maggiore giustizia sociale e un lavoro dignitoso è ancora lunga, ma la sentenza del Tribunale di Milano è una testimonianza della forza della solidarietà e dell’impegno collettivo.

Le organizzazioni sindacali, come la Cgil, continueranno a monitorare la situazione e a supportare i lavoratori in questa battaglia per il riconoscimento dei propri diritti. La lotta per la dignità del lavoro e la giustizia occupazionale è, e rimarrà, una priorità fondamentale per il sindacato e per tutti coloro che credono in un futuro migliore per i lavoratori.

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