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Wim vandekeybus presenta la sua ultima avventura artistica: void

Wim Vandekeybus è un coreografo belga di fama internazionale, noto per la sua capacità di innovare nel panorama della danza contemporanea. Con oltre tre decenni di carriera, ha esplorato le frontiere del movimento, unendo danza, fotografia e regia in una visione unica. La sua ultima creazione, “Void”, rappresenta un nuovo capitolo della sua ricerca artistica e sarà presentata il 16 gennaio al Teatro Bonci di Cesena e il 18 gennaio al Teatro Storchi di Modena, in una coproduzione con Emilia Romagna Teatro.

“Void” ha debuttato lo scorso ottobre a Bruxelles e si basa su un concetto affascinante: il vuoto non è assenza, ma un potenziale ricco di significato. Vandekeybus invita il pubblico a riflettere su come spesso percepiamo lo spazio vuoto come privo di vita. Come afferma il coreografo: “Immaginate una sala d’attesa in un ospedale dove nessuno parla. Sembra vuota, ma sotto la superficie si muovono molte cose.” Questa idea di un vuoto pieno di possibilità è il motore creativo che guida la sua nuova opera.

scenografia e linguaggio del movimento

La scenografia di “Void” è caratterizzata da un’estetica minimale, frutto dell’occhio attento di Vandekeybus come fotografo e regista visivo. Utilizzando fondali volatili, giochi di luci e una macchina del fumo, riesce a creare ambienti dinamici e atmosfere cangianti che accompagnano i danzatori in un viaggio emotivo. I danzatori, provenienti da diverse età e origini, non si limitano a interpretare ruoli prestabiliti, ma diventano co-creatori della loro narrazione. In questo modo, la danza diventa un mezzo attraverso il quale ciascuno esplora il proprio passato, attingendo a esperienze personali e familiari.

Tra i personaggi che prendono vita in “Void” troviamo:
1. Una donna anziana
2. Un giovane assillato da ossessioni
3. Una teenager solitaria

Ognuno di loro rappresenta storie e stati interiori che emergono attraverso il movimento, creando un tessuto narrativo denso e coinvolgente. Questo approccio multidimensionale alla creazione dei personaggi è una delle caratteristiche distintive del lavoro di Vandekeybus, che da sempre cerca di fondere danza e narrazione in modi innovativi e provocatori.

colonna sonora e influenze musicali

La colonna sonora di “Void” è il risultato di una collaborazione con il giovane compositore belga Arthur Brouns, noto per la sua capacità di fondere elementi elettronici e orchestrali. La partitura include non solo brani originali di Brouns, ma anche pezzi del batterista Lander Gyselinck, arricchendo ulteriormente il panorama sonoro. Elementi di New York Jazz si intrecciano con la musica contemporanea, dando vita a un paesaggio sonoro coeso che accompagna il movimento in modo sinergico.

Vandekeybus è uno dei principali esponenti della cosiddetta “ondata fiamminga”, un movimento che ha profondamente innovato il linguaggio della danza, portando alla ribalta nuovi artisti e approcci creativi. La sua opera è caratterizzata da un forte senso di sperimentazione e da una continua ricerca di nuove forme espressive. Ogni creazione è un viaggio, sia per l’artista che per il pubblico, che viene invitato a esplorare e interrogarsi su tematiche universali come solitudine, identità e memoria.

La presentazione di “Void” nei teatri italiani rappresenta un’opportunità imperdibile per gli appassionati di danza e per chiunque sia interessato a scoprire nuove forme artistiche. Vandekeybus, con la sua visione audace e il suo approccio innovativo, continua a sfidare le convenzioni e a spingere i confini della danza contemporanea, offrendo al pubblico esperienze che rimangono impresse nella memoria.

In un momento in cui la danza sta attraversando una fase di grande trasformazione, opere come “Void” si rivelano fondamentali per comprendere le nuove direzioni artistiche e le sfide che i coreografi contemporanei devono affrontare. La capacità di Vandekeybus di unire diverse discipline artistiche e di coinvolgere i danzatori come co-creatori è un segno del suo impegno a ridefinire il concetto stesso di performance. Con “Void”, non ci si aspetta solo uno spettacolo di danza, ma un’esperienza immersiva che invita alla riflessione e all’introspezione.

Stefania Palenca

Da sempre nutro una forte curiosità per le vicende passate e le tracce che hanno lasciato nel nostro presente. Ho scoperto presto che nulla racconta una storia meglio dei muri di un'antica cattedrale o delle pennellate su una tela impolverata. Mi sono laureata in Storia presso l'Università di Catania, un percorso accademico che mi ha permesso di immergermi nei racconti e nei segreti di questa meravigliosa isola. Durante gli studi, ho perfezionato le mie competenze con un master in Conservazione dei Beni Culturali, comprendendo ancor di più l'importanza di preservare queste ricchezze per le generazioni future. Attraverso i miei articoli, esploro non solo i grandi siti turistici, ma anche i piccoli gioielli meno conosciuti che celano storie straordinarie e avvincenti. Porto i lettori in un viaggio attraverso l'arte e l'architettura, dall'epoca greca a quella normanna, passando per i fasti del Barocco siciliano. Quando non sono impegnata nella ricerca o nella scrittura, mi piace camminare per le vie dei centri storici, partecipare a conferenze e visitare musei e gallerie d'arte. Credo fermamente che ogni pietra, ogni dipinto e ogni edificio abbia una storia da raccontare, ed è mio compito dare voce a queste storie. Vi invito a seguirmi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, scoprendo insieme le meraviglie artistiche e architettoniche che hanno modellato la nostra identità culturale

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