Caserta, 18 dicembre 2025 – Nelle ampie sale della Reggia di Caserta, illuminate dalla luce fredda dell’inverno, prende il via una mostra che racconta le grandi sovrane tra Settecento e Novecento. L’esposizione, aperta dal 18 dicembre fino al 30 aprile 2026, mette in scena la vita e il carattere di donne che hanno lasciato un segno profondo nella storia europea. Tra ritratti, lettere e abiti originali, si ripercorrono i loro ruoli spesso sottovalutati. L’iniziativa è firmata dalla Direzione della Reggia, in collaborazione con archivi storici italiani e francesi.
Al centro della mostra spiccano le figure di Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, Maria Amalia di Sassonia e Maria Sofia di Baviera: tre regine che hanno vissuto tra Napoli, Caserta e le corti europee. I visitatori entrano nella Sala degli Alabardieri alle 10 del mattino, accolti dalle guide che raccontano i dettagli dei ritratti ufficiali e dei manoscritti preziosi. “Queste sovrane hanno avuto un ruolo discreto ma decisivo”, dice Tiziana Maffei, direttrice della Reggia.
Accanto alle Borbone ci sono anche Vittoria Eugenia di Battenberg, ultima regina consorte di Spagna, e Margherita di Savoia, regina d’Italia dal 1878 al 1900. Le tele – alcune provenienti dal Prado di Madrid, altre dalla collezione Savoia – dialogano con oggetti personali come ventagli di piume, una teiera in porcellana decorata a mano e un diario francese datato 1822.
La mostra ruota intorno a documenti inediti: lettere autografe, schizzi per abiti cerimoniali, appunti politici. In una vetrina laterale si notano le firme tremolanti di Maria Carolina, inviate a Vienna nei mesi turbolenti della Rivoluzione Francese. Gli studenti del liceo Manzoni di Caserta osservano i sigilli in ceralacca con curiosità. “Non avevamo mai visto da così vicino un carteggio simile”, confessa una ragazza.
Un’intera sezione è dedicata ai rapporti tra queste sovrane e gli uomini di Stato dell’epoca. Dagli archivi spunta la corrispondenza tra Maria Sofia e Garibaldi: poche righe scritte a mano in cui si parla della resistenza a Gaeta. E poi i ritratti più intimi, come quello ad acquerello di Maria Amalia seduta in giardino a leggere novelle francesi.
La mostra si sviluppa su sei sale del piano nobile della Reggia, seguendo un percorso cronologico e tematico. I pannelli introduttivi raccontano con parole semplici – accompagnate da citazioni originali – come sia cambiato il ruolo delle regine dall’Illuminismo al Novecento. In ogni sala c’è almeno un oggetto simbolo: il vestito da gala ricamato per Maria Sofia nel 1861 (restaurato dai laboratori del museo) o la miniatura dorata che Maria Carolina portava sempre con sé.
“Abbiamo voluto mettere in luce sia la vita privata sia quella pubblica”, spiega la storica Elisabetta De Simone durante una visita stampa. Nei corridoi centrali l’illuminazione soffusa guida il visitatore tra didascalie multilingue. Alla fine del percorso si trova una sala audio dove si possono ascoltare alcune lettere lette da attrici italiane tramite cuffie.
Gli organizzatori sottolineano che la mostra offre uno sguardo nuovo sulle donne al potere: non solo consorti, ma protagoniste attive nella politica e nella diplomazia europea. “Queste regine hanno costruito reti informali tra corti, promosso la cultura e preso decisioni importanti nei momenti più difficili”, ha detto Tiziana Maffei all’inaugurazione. Tra le curiosità spicca la passione botanica di Maria Carolina – documentata da un erbario conservato alla biblioteca della Reggia – e l’impegno sociale di Margherita di Savoia per le donne lavoratrici nell’Ottocento.
Nel periodo della mostra sono previsti laboratori per le scuole, visite guidate tematiche e incontri con storici. Il biglietto costa 18 euro (8 per studenti e over 65) ed è incluso l’ingresso agli appartamenti reali. Chi prenota online entro fine gennaio può usufruire di uno sconto del 10%.
“Le grandi sovrane tra Settecento e Novecento” è quindi un viaggio nel cuore di due secoli di storia europea, vista attraverso gli occhi delle sue regine. La Reggia di Caserta conferma così il suo ruolo come custode preziosa della memoria collettiva: qui il passato – tra abiti preziosi e scritti antichi – torna a vivere nelle sue sale imponenti.
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