Roma, 25 dicembre 2025 – Nel tardo pomeriggio di oggi, il Ministero della Salute ha reso pubblico il suo atteso report 2024, un documento che disegna un quadro preciso dello stato della sanità italiana. I dati, raccolti da gennaio a ottobre, sono stati presentati dal ministro Roberto Speranza in conferenza stampa nella sede di Lungotevere Ripa, davanti a una platea fatta di operatori sanitari, giornalisti e rappresentanti regionali. Dal dossier emergono numeri importanti: in particolare, le visite specialistiche e gli screening sono aumentati rispetto all’anno scorso. Segno, secondo il ministero, di una lenta ripresa delle attività dopo lo stop causato dalla pandemia.
Visite in aumento e nuovi bisogni di salute
Nel dettaglio, il report 2024 del Ministero della Salute segnala che tra gennaio e ottobre sono state eseguite oltre 95 milioni di prestazioni ambulatoriali, con un +7% rispetto allo stesso periodo del 2023. A guidare la crescita sono i reparti di cardiologia, oncologia e ginecologia. Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione sanitaria, spiega che “la domanda si è stabilizzata su livelli più alti rispetto alla media pre-pandemica”, un trend che mette pressione sulla rete pubblica degli specialisti.
Si registra anche una crescita nella partecipazione ai programmi di screening oncologici, soprattutto per il tumore al seno e al colon-retto. “Abbiamo quasi completamente recuperato i ritardi accumulati durante la fase più acuta del Covid”, ha detto Rezza durante l’intervento.
Liste d’attesa: un problema ancora aperto
Non si può però ignorare il nodo delle liste d’attesa. Il report evidenzia che, nonostante gli sforzi organizzativi, il tempo medio per una prima visita specialistica è salito a 49 giorni, contro i 44 del 2023. Le differenze tra Nord e Sud sono marcate: in Lombardia e Veneto si aspetta in media 36 giorni, mentre in Sicilia e Calabria si superano i 60.
“Il divario territoriale resta una realtà”, ha ammesso Speranza. “Stiamo lavorando con le Regioni per rafforzare l’offerta soprattutto nelle zone più fragili”. Tra le soluzioni messe in campo c’è il potenziamento della telemedicina, soprattutto nelle aree interne e nelle isole minori dove gli ostacoli logistici pesano ancora molto.
Emergenza personale: medici e infermieri sempre meno
Nel capitolo dedicato al personale sanitario arriva un campanello d’allarme sulle carenze ormai croniche. Nel 2024 risultano scoperti più di 8.200 posti per medici a livello nazionale, con le situazioni più critiche nei Pronto soccorso e nei reparti di medicina interna. Maria Capobianchi, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (FNOMCeO), commenta così i dati: “La difficoltà nel trovare personale si vede chiaramente”.
Anche tra gli infermieri la situazione è difficile: mancano quasi 18.000 unità rispetto alle esigenze indicate dai piani regionali. A pesare non sono solo i pensionamenti — aumentati del 14% rispetto al 2023 — ma anche la poca attrattività dei turni ospedalieri, specie nelle zone periferiche.
Spesa sanitaria: qualche segnale positivo ma non basta
Sul fronte economico la spesa pubblica per la sanità nel 2024 è stimata intorno ai 132 miliardi di euro, leggermente sopra i 128 miliardi del 2023. In particolare cresce dell’11% la quota destinata ai farmaci innovativi oncologici. Tuttavia rallentano gli investimenti sulle infrastrutture ospedaliere; alcuni progetti sono stati rinviati a causa dell’aumento dei costi dei materiali.
Il ministro Speranza ha ribadito l’impegno a “garantire la sostenibilità del sistema”, ma ha anche ammesso che “nei prossimi mesi serviranno decisioni precise” per evitare ulteriori tagli ai servizi.
Prevenzione sotto la lente: vaccini ok ma malattie croniche crescono
Il report dedica spazio anche alla prevenzione: le vaccinazioni obbligatorie hanno superato il 94%, con picchi del 97% tra i bambini sotto i due anni. Giulia Grillo, responsabile del Centro studi dell’Istituto superiore di sanità, commenta così: “È un segnale positivo che dimostra fiducia nelle istituzioni sanitarie”.
Restano però preoccupazioni legate alle malattie croniche: cresce la percentuale degli italiani con diabete (7% della popolazione adulta) e ipertensione (22%). “Serve mantenere alta l’attenzione sulla prevenzione e sui corretti stili di vita”, conclude Grillo.
In sintesi, il report del Ministero della Salute ritrae un sistema sanitario ancora in bilico tra segnali incoraggianti e problemi da risolvere. Numeri che saranno al centro del confronto tra Governo, Regioni e operatori sanitari nelle prossime settimane.





