Un intervento straordinario per salvare la vista: corno di capra perfora occhio e cranio - ©ANSA Photo
Messina, 13 giugno 2024 – È tornato a casa da pochi giorni il 34enne colpito in pieno volto dal corno di una capra in una zona rurale alle porte di Messina. Un episodio raro e violento, che aveva causato la perforazione del bulbo oculare e una grave lesione alla base cranica, con il corno che aveva raggiunto il cervello. Solo il pronto intervento dei medici del Policlinico universitario di Messina ha evitato il peggio.
I medici ricostruiscono così i fatti: l’uomo, residente in provincia, è stato soccorso dal 118 nel tardo pomeriggio del 28 maggio. Stava lavorando in stalla quando la capra lo ha colpito accidentalmente. Il corno gli ha trapassato l’occhio sinistro, sfondando la base cranica. “Quando è arrivato al pronto soccorso – racconta il professor Nino Germanò, direttore della Neurochirurgia – le sue condizioni erano critiche. Il rischio di infezioni cerebrali e danni neurologici permanenti era molto alto”.
Il primo intervento d’urgenza ha coinvolto due squadre: i neurochirurghi, guidati dai professori Germanò e Giovanni Raffa, e gli oculisti, con i professori Alessandro Meduri e Felicia Ferreri. L’obiettivo principale era sistemare la base cranica e riparare le membrane cerebrali. “Abbiamo lavorato oltre quattro ore solo sulla parte neurochirurgica”, spiega Raffa. Solo dopo si è potuto intervenire sull’occhio, gravemente danneggiato: il bulbo era perforato e la retina completamente lacerata.
La prima fase ha visto la sutura del bulbo oculare per fermare le emorragie e ridurre il rischio di infezioni. Una settimana dopo, con i parametri clinici stabilizzati, è stata necessaria una seconda operazione: la ricostruzione della retina con una vitrectomia e l’iniezione di olio di silicone nell’occhio. Un intervento lungo, durato otto ore. “La retina era staccata in più punti – dice Meduri – ma siamo riusciti a rimetterla a posto”.
A una settimana dal secondo intervento, i controlli hanno dato buone notizie: la base cranica è perfettamente riparata e la retina è nella posizione giusta. Il paziente ha cominciato a recuperare la vista dall’occhio sinistro, anche se la riabilitazione sarà ancora lunga. “Sta tornando a vedere – conferma Ferreri – e dopo un trauma del genere, non era affatto scontato”.
“Un chiaro esempio di buona sanità”, commenta il direttore generale del Policlinico, Giorgio Giulio Santonocito. “Un risultato che mette in luce il valore delle nostre Unità operative complesse di Neurochirurgia e Oftalmologia. Incidenti come questo mostrano quanto sia fondamentale poter contare su professionisti specializzati e coordinati”. Santonocito ha ringraziato tutto il personale coinvolto e rivolto un caloroso augurio di pronta guarigione al giovane paziente.
Per gli specialisti messinesi, casi simili sono rarissimi in Italia. “La collaborazione tra diverse specialità – conclude Germanò – è stata decisiva per salvare la vita e la vista di questo ragazzo”. Questa vicenda porta speranza a lui e alla sua famiglia e sottolinea il ruolo chiave degli ospedali universitari nel gestire emergenze complesse. Nei corridoi del Policlinico si respira un cauto ottimismo: “Non capita tutti i giorni – confida un infermiere – di vedere qualcuno tornare a casa dopo un incidente così”.
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