Un ex convento a Sciacca: la storia di un degrado condiviso tra quattro proprietari - ©ANSA Photo
Nel cuore del centro storico di Sciacca, un ex convento risalente al 1534, il complesso monumentale di San Domenico, si trova in uno stato di degrado e abbandono. Un tempo fulcro di vita spirituale e culturale, oggi è diviso tra quattro proprietari: l’Agenzia del Demanio, la Curia, il Comune e il Libero Consorzio di Agrigento. Questa frammentazione ha portato a una situazione di stallo che sembra impossibile da superare.
La sezione locale di “Italia Nostra”, un’associazione che si batte per la salvaguardia del patrimonio culturale italiano, ha lanciato un appello affinché venga affrontata questa delicata situazione. Calogero Segreto, presidente dell’associazione, ha evidenziato come l’immobile sia in condizioni di pericolo e necessiti di interventi urgenti. “Sappiamo – ha dichiarato Segreto – che a giorni scadrà il termine fissato dall’Agenzia del Demanio per la concessione, con finalità di recupero e valorizzazione, dei 321 metri quadrati di sua proprietà del fabbricato, dove si trova anche un pregevole chiostro. Ma il San Domenico è grande 3.500 metri quadrati, non si potrà che intervenire su qualche stanza, mentre il resto del bene monumentale rimarrà malridotto”.
Il degrado del complesso monumentale di San Domenico è particolarmente preoccupante, considerando il suo valore storico e architettonico. Fondato dal monaco domenicano Tommaso Fazello, il convento ha ospitato nel corso degli anni diversi uffici pubblici, tra cui:
Questi usi, sebbene inizialmente utili, hanno contribuito al deterioramento della struttura, senza alcun piano di conservazione a lungo termine.
Segreto sottolinea che il valore del San Domenico va oltre la sua architettura; si tratta di un patrimonio collettivo che racconta la storia e la cultura di Sciacca e della Sicilia. “È un vero peccato che questo edificio sia abbandonato e versi in uno stato di incuria e degrado. Il trascorrere del tempo, senza interventi di conservazione, non farà altro che peggiorare le cose”, ha aggiunto, esprimendo preoccupazione per la perdita di un importante tassello della memoria storica locale.
Un altro aspetto sollevato da Segreto riguarda la complessità della gestione di un patrimonio diviso tra più enti pubblici. “I diversi proprietari del San Domenico sono comunque enti pubblici. Non può essere così difficile riunificare il bene sotto la titolarità e la responsabilità di un unico soggetto”, ha affermato. Questa frammentazione è un ostacolo significativo per la pianificazione di interventi di restauro e recupero, che potrebbero beneficiare anche di finanziamenti europei. “Occorre una soluzione, altrimenti non sarà mai possibile presentare un grande progetto di restauro, provando magari ad intercettare un finanziamento europeo e restituire decoro a un monumento di grande valore”, ha concluso.
Il degrado del complesso di San Domenico non è solo un problema architettonico; rappresenta anche una questione sociale ed economica per Sciacca. L’abbandono di un tale patrimonio influisce sulla percezione della città da parte di turisti e residenti. Un luogo così ricco di storia e cultura dovrebbe essere un punto di riferimento, non solo per la comunità locale ma anche per i visitatori che desiderano scoprire le bellezze della Sicilia. La valorizzazione del convento potrebbe rappresentare un’opportunità per rilanciare l’economia locale e attrarre flussi turistici.
In questo contesto, sarebbe auspicabile che le istituzioni coinvolte prendessero coscienza della loro responsabilità e collaborassero per trovare una soluzione condivisa. La creazione di un tavolo di lavoro tra i vari enti, con la partecipazione della cittadinanza e delle associazioni locali, potrebbe rappresentare un primo passo importante verso la rinascita di questo storico complesso. La sensibilizzazione della popolazione e il coinvolgimento di esperti nel settore della conservazione potrebbero fornire le chiavi per un progetto di recupero che rispetti la storia del luogo, garantendo al contempo la sua preservazione per le generazioni future.
In definitiva, il destino del complesso monumentale di San Domenico rappresenta un esempio emblematico delle sfide che molte città italiane si trovano ad affrontare nella gestione del proprio patrimonio culturale. La speranza è che, attraverso la collaborazione e l’impegno di tutti gli attori coinvolti, si possa finalmente avviare un processo di recupero e valorizzazione che restituisca a Sciacca un pezzo importante della sua storia.
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