Castellammare del Golfo, 27 dicembre 2025 – Gli spacciatori continuano a muoversi senza sosta lungo le vie di Castellammare del Golfo e Alcamo. Anche nelle ultime settimane, dalle attività delle forze dell’ordine emerge come queste due cittadine trapanesi restino punti fermi per il traffico di droga. Una presenza ormai ben radicata che, nonostante i blitz e gli arresti periodici, non accenna a sparire. Le modalità cambiano, ma il fenomeno resiste.
Negli ultimi trenta giorni, i carabinieri insieme alla polizia locale hanno alzato la guardia soprattutto nei quartieri più caldi di Castellammare, in particolare tra via Segesta e la zona della stazione. Qui, dicono alcuni residenti che preferiscono restare anonimi, “si vede spesso gente ferma ad aspettare, scambi veloci, motorini che si fermano giusto per una stretta di mano”. Scene simili si ripetono anche ad Alcamo, soprattutto intorno al Parco Suburbano e nella zona dell’ex Mattatoio. Il giro coinvolge soprattutto giovani tra i 18 e i 30 anni, spiegano gli inquirenti.
Le fonti investigative parlano chiaro: gli spacciatori lavorano soprattutto la sera e la notte. Si scambiano messaggi cifrati, si danno appuntamento su chat temporanee e cambiano spesso il luogo degli incontri. “Abbiamo visto un sistema organizzato – dice il maggiore Antonio Lo Verde, comandante della compagnia carabinieri di Alcamo – con ruoli ben definiti: chi prende contatti, chi fa da vedetta e chi consegna la droga”.
Le indagini rivelano che a dominare sono soprattutto hashish e marijuana, ma non manca la cocaina venduta a prezzi variabili tra i 50 e i 70 euro al grammo. “Il mercato si adatta alla richiesta – spiegano gli agenti – negli ultimi mesi è tornata molto richiesta la cannabis artigianale, scelta sia dai più giovani sia dai consumatori abituali”. I sequestri confermano quantitativi ridotti, pensati per la vendita al dettaglio: l’obiettivo degli spacciatori è chiaro: evitare di essere beccati con grosse quantità.
Non solo strada. Alcuni pusher sfruttano anche i social network — profili chiusi o gruppi privati — per pubblicizzare la merce. Una mossa che rende più complicata l’azione delle forze dell’ordine. “Oggi strada e web sono strettamente collegati”, ammettono dal commissariato. Nel quadro preoccupante spicca anche il ruolo dei cosiddetti ‘cavallini’, cioè ragazzini minorenni usati per piccoli trasporti della droga.
Nel cuore di Castellammare, chi gestisce un negozio vive da tempo con disagio e preoccupazione. “A volte entrano clienti solo per curiosare – racconta Maria G., titolare di una tabaccheria in corso Garibaldi – ormai riconosciamo certi atteggiamenti, ma c’è paura a parlarne apertamente”. Ad Alcamo, alcuni bar hanno deciso di chiudere prima o di installare telecamere in più. Le famiglie chiedono controlli più serrati vicino alle scuole e negli spazi pubblici frequentati dai ragazzi.
Vincenzo S., commerciante al mercato rionale di Alcamo, racconta: “Ogni tanto si vedono ragazzini andare avanti e indietro; nessuno vuole guai ma tutti sanno cosa succede. Solo quando passano le pattuglie cala il silenzio”. Molti abitanti esprimono crescente fastidio verso la presenza degli spacciatori vicino ai parchi giochi: “Qui ci sono bambini piccoli”, ricordano con preoccupazione.
La procura di Trapani conferma un monitoraggio attento della situazione. “Non è una novità che lo spaccio sia ben radicato a Castellammare del Golfo e Alcamo”, confida un magistrato impegnato sul dossier. Le recenti inchieste hanno portato a diversi arresti — quattro solo nella settimana prima di Natale — ma il tessuto sociale ed economico del territorio facilita il ricambio degli spacciatori.
Ora gli investigatori puntano a rafforzare le indagini patrimoniali e a usare intercettazioni telefoniche e ambientali più sofisticate. Solo così sperano di risalire alle reti che alimentano questo mercato locale, smascherando i fornitori principali. Nel frattempo, per le strade di Castellammare e Alcamo la convivenza con questo problema continua a essere difficile da scrollarsi di dosso, almeno per ora.
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