Milano, 28 novembre 2025 – Nel pomeriggio di oggi, poco dopo le 16, **centinaia di persone** si sono ritrovate nel cuore di **Milano** per una lunga **manifestazione**. Il corteo ha attraversato via Torino e piazza Duomo scandendo a gran voce: “**Free free Shahin**”. A guidare la protesta, soprattutto giovani e molti studenti universitari, che chiedono a gran voce la liberazione di **Shahin Gheiybi**, attivista iraniano fermo da settimane nel suo Paese, come spiegano gli organizzatori.
## La protesta si prende il centro di Milano
Fin dai primi momenti il corteo ha attirato gli sguardi dei passanti. A piazza San Babila – punto d’incontro annunciato sui social dalle associazioni che seguono da tempo la vicenda iraniana – erano visibili striscioni scritti a mano, cartelli con il volto di **Shahin** e slogan gridati senza sosta. Poco dopo le 16.15, il gruppo si è messo in marcia verso via Torino, procedendo a passo lento tra chi usciva dagli uffici e le vetrine già illuminate per le feste.
Qualcuno indossava magliette con la scritta “Free Shahin”, altri sventolavano bandiere o distribuivano volantini. “Siamo qui perché Shahin rappresenta chi in Iran rischia tutto solo per aver detto la verità”, ha detto **Mina Amini**, 22 anni, studentessa dell’Università Statale e tra le prime ad arrivare.
## Libertà per l’attivista iraniano: la richiesta dei manifestanti
“**Shahin Gheiybi** è uno studente, proprio come noi”, ha spiegato al megafono **Amir Hosseini**, uno degli organizzatori legati alla comunità iraniana di Milano. “Lo hanno preso all’inizio di novembre solo perché era in piazza a una protesta universitaria. Da allora non sappiamo nulla della sua salute”, ha aggiunto parlando in italiano e farsi.
Secondo quanto riferito dagli attivisti, Gheiybi – 25 anni, iscritto all’università di Teheran – sarebbe stato spostato da pochi giorni in un carcere della capitale iraniana. Non ci sono accuse ufficiali né indicazioni su quanto durerà la detenzione. Ora i manifestanti chiedono alle autorità italiane e all’Unione Europea di fare pressione “subito” sul governo di Teheran per avere risposte chiare.
## Cori, cartelli e una tensione sotto controllo
La marcia si è svolta in una giornata fredda e umida, senza alcun episodio violento. Ma tra i ragazzi si percepiva un po’ di tensione: molti si riparavano sotto i portici o stavano seduti sui gradini della Galleria Vittorio Emanuele II con le sciarpe tirate fino alla bocca. Davanti al Consolato iraniano di via Santa Sofia alcuni si sono fermati a intonare slogan in farsi: “Libertà per Shahin, libertà per l’Iran”.
La polizia municipale ha seguito il corteo mantenendosi a distanza e ha chiuso temporaneamente alcune strade laterali per non creare troppi problemi al traffico. Intorno alle 17 il gruppo è arrivato in piazza Duomo dove sono intervenuti diversi testimoni con brevi interventi – spesso improvvisati – dai microfoni collegati a un piccolo altoparlante portatile.
## Organizzatori uniti nella richiesta: «Non restate in silenzio»
Tra i promotori della manifestazione figurano le associazioni **IranLibero** e **Donne per la Libertà**, insieme ad alcuni sindacati studenteschi milanesi. Hanno chiesto un incontro urgente con il Consolato iraniano e hanno invitato le autorità cittadine “a non voltare lo sguardo altrove”. “Non vogliamo solo parole; serve un impegno concreto”, ha sottolineato **Fatemeh Sadat**, mediatrice culturale nella zona di Porta Venezia.
Dal Comune di Milano fanno sapere che è stata ricevuta una richiesta formale d’incontro: “Siamo pronti a confrontarci con i promotori nei prossimi giorni”, ha detto un portavoce di Palazzo Marino. Dall’ambasciata iraniana in Italia invece nessun commento ufficiale.
## Una mobilitazione che va oltre i confini
Quella di oggi è solo l’ultima tappa di una mobilitazione più ampia. Negli ultimi giorni cortei simili sono stati organizzati anche a **Roma**, **Parigi** e **Berlino**, spesso coordinati via social network. “La solidarietà passa anche dai social: ogni giorno riceviamo foto e video da università in tutta Europa”, racconta Amir Hosseini.
Gli attivisti annunciano nuove iniziative nelle prossime settimane: sit-in davanti al consolato e incontri pubblici nelle principali università lombarde. Nel frattempo ribadiscono che l’obiettivo resta avere notizie certe sulle condizioni di **Shahin Gheiybi** e mantenere alta l’attenzione sulla sua storia. Sul sagrato del Duomo, poco prima delle 18, qualcuno ha ripreso il coro: “Free free Shahin”. Poi la folla si è dispersa nel traffico della sera.