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Milano, 23 dicembre 2025 – Questa mattina, il Consiglio di amministrazione della Fondazione ha dato il via libera definitivo al completamento del piano di stabilizzazione per il personale con contratti a termine. La decisione è arrivata intorno alle 11.30, nella sede di via Manzoni, dopo una riunione che è durata quasi due ore. Fuori dall’edificio, i sindacati hanno confermato che al centro del confronto c’era la necessità di mettere finalmente un punto sulla questione, dando certezze a chi da mesi aspettava risposte.

Piano stabilizzazioni: cosa prevede la delibera

Il Cda ha deciso di trasformare in contratti a tempo indeterminato circa 120 rapporti a termine. Una misura discussa nelle settimane scorse con sindacati e dirigenti delle varie aree operative. Il documento ufficiale, diffuso attraverso una nota interna firmata dalla presidente Paola Bertoli, spiega che questa scelta fa parte della strategia per rafforzare e valorizzare le competenze accumulate nel tempo. In pratica, si punta a garantire stabilità a chi lavora da tempo nei servizi centrali e nelle sedi decentrate sul territorio.

I criteri di priorità – indicati nell’allegato tecnico – favoriscono chi ha almeno 36 mesi di servizio alle spalle. Ma ci sono eccezioni per figure considerate “critiche” dagli uffici amministrativi, come gli operatori dei servizi sociali e sanitari. “Abbiamo cercato di bilanciare le esigenze dell’organizzazione con quelle dei singoli lavoratori”, ha spiegato Bertoli in un breve incontro con la stampa intorno alle 12.15. Nessuna conferma ufficiale invece sui tempi: si prevede che l’attuazione avverrà entro marzo prossimo.

Sindacati: ‘Un passo avanti atteso da tempo’

Le sigle principali – Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl – hanno accolto positivamente la notizia. “Era ora di mettere fine a questa incertezza”, commenta Mario Sacco della Cgil. Al suo fianco Francesca Leone (Cisl) sottolinea come “le famiglie dei lavoratori hanno passato mesi sospesi, senza sapere se dopo le feste avrebbero avuto ancora un posto”. Davanti ai cancelli si sono visti sorrisi e qualche abbraccio tra i dipendenti, una ventina quelli radunati fin dall’alba.

Giuseppe M., uno dei lavoratori, racconta a bassa voce la fatica degli ultimi anni: “Un contratto dopo l’altro, senza mai sentirmi davvero parte di un progetto. Oggi si respira un’aria diversa”. I sindacati però restano vigili sulla fase finale: “Siamo soddisfatti ma aspettiamo gli elenchi ufficiali”, chiarisce Leone. Non è del tutto svanita la paura che qualche esclusione possa arrivare per cavilli burocratici o valutazioni soggettive.

Il quadro nazionale e cosa ci aspetta

Il tema delle stabilizzazioni nelle fondazioni è stato spesso al centro delle discussioni negli ultimi mesi, non solo qui a Milano. Secondo i dati della Funzione Pubblica, in tutta Italia più di 5.500 lavoratori sono ancora in attesa di un verdetto definitivo. Nel caso della Fondazione milanese, c’è già stata una prima fase tra giugno e settembre 2024 che ha coinvolto circa 80 persone. Quella di oggi è invece la seconda tranche di un piano triennale approvato nel 2023.

L’obiettivo è chiaro: ridurre il precariato e rafforzare la capacità operativa dell’ente. Fonti interne spiegano che completare queste stabilizzazioni permetterà anche una migliore organizzazione del lavoro futuro – dall’assistenza agli anziani ai progetti culturali nelle scuole milanesi. “La continuità degli operatori è essenziale per mantenere alta la qualità dei servizi”, ribadisce Bertoli nella nota inviata al personale.

La città reagisce: lavoro stabile significa sicurezza

La decisione non è passata inosservata negli ambienti politici locali. Il sindaco Beppe Sala ha definito questa scelta “un segnale di responsabilità verso Milano” durante un breve incontro con i giornalisti a Palazzo Marino. Anche l’assessore al Welfare, Lamberto Grandi, ha sottolineato l’importanza di garantire sicurezza a chi lavora ogni giorno in strutture spesso sotto pressione: “Parliamo di persone che conoscono bene le famiglie milanesi e rappresentano un patrimonio umano prezioso”.

I numeri parlano chiaro: oltre il 40% degli assunti dalla Fondazione viene dal capoluogo o dalla sua area metropolitana. Questo significa stabilità per centinaia di famiglie e un rafforzamento del tessuto sociale cittadino. Nei prossimi giorni partiranno i colloqui individuali per formalizzare le assunzioni stabili.

Nel pomeriggio in via Manzoni l’atmosfera era più rilassata rispetto alle settimane passate. Qualcuno si è soffermato davanti alla bacheca degli avvisi; altri si sono concessi un caffè in più nella sala ristoro, come per prendersi finalmente una pausa vera. I volti sono cambiati: la precarietà non sparisce da un giorno all’altro, ma oggi alla Fondazione si respira una nuova speranza concreta verso una maggiore stabilità professionale.

Antonella Romano

Sono una redattrice innamorata della Sicilia, e in particolare della mia Palermo. Fin da piccola, ho respirato l'aria vibrante di questa terra ricca di storia, cultura e tradizioni. Ogni vicolo di Palermo racconta storie antiche, e io non mi stanco mai di scoprirle e condividerle. Mi sono laureata in Lettere Moderne presso l'Università di Palermo, dove ho approfondito il mio amore per la scrittura e la narrazione. Dopo gli studi, ho avuto l'opportunità di collaborare con diverse testate giornalistiche e riviste locali, scrivendo articoli che esplorano le meraviglie artistiche, culinarie e naturalistiche della nostra isola. La mia vera passione, tuttavia, è raccontare la vita quotidiana della Sicilia e i suoi abitanti straordinari. Cerco di portare i lettori in un viaggio virtuale tra mercati colorati, spiagge dorate e festival affollati, sperando di trasmettere l'unicità e la bellezza di questa terra. Quando non sono dietro alla tastiera, mi piace camminare lungo la costa, visitare i mercati locali e assaporare piatti tradizionali cucinati con amore. Ogni giorno in Sicilia offre l'opportunità di scoprire qualcosa di nuovo e inaspettato, e non vedo l'ora di condividere queste esperienze con voi. Seguitemi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, esplorando insieme cultura, sapori e tradizioni che rendono questa terra davvero speciale. Grazie per essere qui e per la vostra curiosità. Spero che attraverso le mie parole possiate innamorarvi della Sicilia tanto quanto lo sono io!

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