Milano, 23 dicembre 2025 – Il Consiglio di amministrazione della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico ha dato il via libera, nella seduta di lunedì mattina, al completamento del piano delle stabilizzazioni del personale. Una tappa attesa da mesi, in un momento in cui diventa urgente garantire continuità e sicurezza a chi lavora con contratti precari, senza dimenticare la qualità dell’assistenza. La decisione arriva dopo un anno complesso, segnato da riorganizzazioni interne e da una pressione sempre più forte sulla sanità pubblica lombarda.
Il tema delle stabilizzazioni è sul tavolo già dalla scorsa primavera. A maggio, la Direzione generale ha ascoltato le richieste dei sindacati: infermieri, tecnici e operatori sanitari in attesa di certezze. Sono circa 270 i dipendenti in bilico. Il presidente del CdA, Marco Giordano, ha detto ieri: “Era un dovere verso chi ha tenuto in piedi l’ospedale nei mesi più difficili. Abbiamo iniziato dai reparti più critici e ora estendiamo la procedura a tutti”.
I dati dell’ufficio risorse umane parlano chiaro: con la nuova delibera saranno stabilizzati almeno 180 operatori entro fine febbraio 2026. Tra loro una cinquantina di infermieri e una trentina di operatori sociosanitari. Poi fisioterapisti, tecnici di laboratorio e amministrativi. I nomi saranno comunicati nelle prossime settimane. “Procediamo – spiega Giordano – seguendo le indicazioni della Regione e le regole vigenti”.
La notizia ha suscitato reazioni miste tra i sindacati principali. La Cisl Funzione Pubblica parla di “un risultato positivo dopo mesi di trattative”. Più prudente la posizione della Fp Cgil Lombardia: “Vogliamo che tutte le posizioni ancora aperte vengano risolte al più presto. Ci sono lavoratori che aspettano una risposta da anni”.
Nella hall del Policlinico, a fine mattinata, alcuni delegati hanno distribuito volantini con scritto a caratteri blu: “La stabilizzazione non è un favore ma un diritto”. Un operatore sanitario – che preferisce restare anonimo – racconta: “Sono qui dal 2020, dopo il Covid speravamo cambiassero subito le cose. Solo ora vediamo segnali concreti”.
L’ok al piano delle stabilizzazioni arriva in un momento delicato per la sanità lombarda. Negli ultimi mesi Milano ha visto aumentare le prestazioni ospedaliere ma resta un problema serio di organico nei reparti più importanti, secondo i dati Agenas. Il Policlinico stesso aveva lanciato l’allarme a ottobre: “Rischiamo di non farcela con i turni notturni e nelle aree critiche”.
Il nuovo piano dovrebbe garantire più copertura e ridurre il ricorso alle cooperative esterne – tema che anche la Regione segue da vicino. “Stabilizzare significa investire nella qualità delle cure”, dice Giordano. “Non è solo questione di contratti, ma di sicurezza per i pazienti”.
Non è finita qui però. Resta aperto il capitolo del turn over: ogni anno il Policlinico perde tra 40 e 50 persone per pensionamenti o trasferimenti verso altri ospedali. La Fondazione ha già chiesto alla Regione un nuovo piano assunzioni per il triennio 2026-2028. Il direttore sanitario, Paola Moreschi, mette in guardia: “Stabilizzare è fondamentale, ma serve uno sguardo a medio termine. Ci sono reparti come terapia intensiva neonatale e pronto soccorso dove la domanda supera l’offerta”.
Intanto si attendono gli elenchi ufficiali dei beneficiari. I sindacati chiedono chiarezza nelle procedure e tempi certi per gli ultimi passaggi formali. La Fondazione promette aggiornamenti entro metà gennaio.
Il completamento del piano viene visto come un segnale importante anche per gli altri ospedali pubblici della Lombardia, ancora alle prese con il problema di trattenere personale qualificato. A Milano anche strutture come Niguarda e Humanitas stanno seguendo strade simili.
“Non si può più lavorare nell’incertezza”, conclude una delegata Cisl davanti all’ingresso di via Sforza. “Solo così possiamo garantire ai pazienti una presenza stabile e preparata”. Ora tocca agli uffici amministrativi e alle direzioni regionali fare la loro parte: la partita delle stabilizzazioni continua, tra speranze concrete e attese non più rinviabili.
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