Categories: Spettacolo e Cultura

Simona Ercolani presenta Epic: la rivoluzione dello Schengen audiovisivo

Nel panorama culturale europeo, la necessità di una maggiore integrazione e condivisione di contenuti audiovisivi è sempre più evidente. Simona Ercolani, Ceo e direttrice creativa di Stand by me, ha recentemente proposto un’idea innovativa: la creazione di una piattaforma transnazionale denominata Epic, acronimo di European Platform for Integrated Content. In un articolo pubblicato sul Foglio, Ercolani ha delineato la sua visione per una sorta di “Schengen audiovisivo”, un’iniziativa che mira a unire i Paesi membri dell’Unione Europea attraverso la condivisione di contenuti culturali e informativi.

La frammentazione del panorama audiovisivo

Una delle principali motivazioni alla base della proposta di Ercolani è l’attuale frammentazione del panorama audiovisivo europeo. Sebbene esistano numerose piattaforme di streaming e broadcast, molte di esse sono limitate a contenuti nazionali, rendendo difficile l’accesso a programmi e produzioni realizzati in altri Paesi. Ercolani afferma: “Ciò che manca davvero all’Unione europea è una piattaforma che possa mettere in comune, in modo gratuito, con sottotitoli in tutte le lingue dell’Unione, contenuti dei singoli Paesi membri”. Questo approccio non solo faciliterebbe l’accesso alla cultura audiovisiva, ma favorirebbe anche una maggiore comprensione reciproca tra le diverse nazioni.

Un’ampia gamma di contenuti

Epic si propone di offrire un’ampia gamma di contenuti, tra cui:

  1. Intrattenimento live
  2. Documentari
  3. Programmi di approfondimento e informazione

L’obiettivo è presentare l’epica dell’Unione Europea attraverso storie e racconti che riflettono le varie culture dei suoi membri. Ercolani immagina la possibilità di vedere un programma live spagnolo di cucina, un quiz tedesco, un programma culturale francese o un documentario di current affairs svedese. Questo tipo di accesso diversificato non solo arricchirebbe l’offerta culturale europea, ma contribuirebbe anche a costruire un’identità europea più forte.

Sostenibilità economica e opportunità di crescita

Un aspetto cruciale della proposta è l’inclusione di programmi di approfondimento e informazione, che attualmente sono spesso trascurati dalle piattaforme di streaming. Questi contenuti possiedono un valore aggiunto significativo, in quanto permettono di comprendere meglio le dinamiche politiche, sociali ed economiche dei vari Paesi. Ercolani sottolinea che “i costi di creazione e gestione sono piuttosto contenuti”, grazie alla possibilità di mettere in comune prodotti già realizzati dai broadcaster pubblici e privati.

Inoltre, la proposta di Epic non esclude la possibilità di sviluppare un sistema di contenuti premium a pagamento o di finanziare la piattaforma attraverso la pubblicità, garantendo così sostenibilità economica e opportunità di crescita.

Un contesto simbolico per lanciare Epic

Il contesto in cui Ercolani ha scelto di lanciare la sua proposta è di grande rilevanza. A luglio, Roma ospiterà una Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, un’occasione altamente simbolica per proporre Epic come un progetto di cooperazione e solidarietà tra le nazioni europee. “Sarebbe bello utilizzare quell’occasione altamente simbolica anche per lanciare il progetto Epic”, afferma Ercolani, evidenziando l’importanza di unire le forze in un periodo di sfide condivise.

L’idea di Epic rappresenta un passo importante verso una maggiore unità europea. In un momento storico in cui le divisioni tra i vari Paesi membri sembrano accentuarsi, una piattaforma che promuove la cultura e la comunicazione potrebbe rivelarsi fondamentale per costruire ponti e favorire il dialogo.

In conclusione, l’iniziativa di Simona Ercolani rappresenta una visione audace e necessaria per il futuro della cultura audiovisiva in Europa. La creazione di una piattaforma come Epic non solo faciliterebbe l’accesso a contenuti diversificati, ma promuoverebbe anche una maggiore connessione tra i cittadini europei, rendendo più facile la condivisione di storie e tradizioni. In un’epoca di crescente digitalizzazione e globalizzazione, l’idea di un “Schengen audiovisivo” potrebbe diventare un elemento chiave per il rafforzamento dell’identità culturale europea.

Stefania Palenca

Da sempre nutro una forte curiosità per le vicende passate e le tracce che hanno lasciato nel nostro presente. Ho scoperto presto che nulla racconta una storia meglio dei muri di un'antica cattedrale o delle pennellate su una tela impolverata. Mi sono laureata in Storia presso l'Università di Catania, un percorso accademico che mi ha permesso di immergermi nei racconti e nei segreti di questa meravigliosa isola. Durante gli studi, ho perfezionato le mie competenze con un master in Conservazione dei Beni Culturali, comprendendo ancor di più l'importanza di preservare queste ricchezze per le generazioni future. Attraverso i miei articoli, esploro non solo i grandi siti turistici, ma anche i piccoli gioielli meno conosciuti che celano storie straordinarie e avvincenti. Porto i lettori in un viaggio attraverso l'arte e l'architettura, dall'epoca greca a quella normanna, passando per i fasti del Barocco siciliano. Quando non sono impegnata nella ricerca o nella scrittura, mi piace camminare per le vie dei centri storici, partecipare a conferenze e visitare musei e gallerie d'arte. Credo fermamente che ogni pietra, ogni dipinto e ogni edificio abbia una storia da raccontare, ed è mio compito dare voce a queste storie. Vi invito a seguirmi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, scoprendo insieme le meraviglie artistiche e architettoniche che hanno modellato la nostra identità culturale

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