Sicilia: un viaggio tra i tesori Unesco dell'isola-museo - ©ANSA Photo
Palermo, 10 giugno 2024 – La Sicilia si conferma un autentico museo a cielo aperto, dove la storia si mescola al paesaggio e le tracce delle civiltà che l’hanno attraversata restano ben visibili. Fenici, greci, romani, arabi, normanni, bizantini, Borboni e piemontesi: popoli diversi che hanno lasciato un’impronta indelebile. Oggi sono sette i siti Patrimonio dell’Umanità Unesco sparsi nelle province dell’isola, visitati ogni anno da migliaia di turisti.
Ad Agrigento, la Valle dei Templi si staglia sulle colline appena fuori città. Tra colonne doriche e rovine di antichi templi, il tempo sembra fermarsi. Guy de Maupassant, nel suo diario “La vita errante”, raccontava che quel luogo evoca “i fantasmi del passato e gli dei dell’Olimpo”. Camminando tra i resti del Tempio della Concordia o di Giunone, si percepisce davvero quel senso di essere sospesi tra mito e realtà.
Proseguendo verso est, si arriva a Siracusa e alla vicina Necropoli di Pantalica. In questo canyon scavato dai fiumi Anapo e Calcinara, oltre 5.000 tombe a grotticella punteggiano le pareti rocciose. “È un posto che toglie il fiato”, ha raccontato una guida locale all’ingresso del sito, poco dopo le 10 del mattino. Siracusa stessa offre uno degli scenari storici più ricchi del Mediterraneo: dal Teatro Greco all’Orecchio di Dionisio, ogni angolo parla di una dominazione diversa.
Non lontano da Siracusa si snoda il percorso delle città barocche del Val di Noto: Ragusa, Modica, Scicli, Noto, Caltagirone, Palazzolo Acreide, Militello Val di Catania e Catania. Otto centri nati dalla ricostruzione dopo il terremoto del 1693. “Ogni città ha il suo carattere”, spiega un architetto di Modica, sottolineando come l’unità nello stile non cancelli le differenze. Le facciate in pietra chiara, i balconi in ferro battuto e le chiese imponenti sono solo alcuni dettagli che rendono unico questo patrimonio.
Nel cuore della Sicilia, a Piazza Armerina, c’è la Villa Romana del Casale. Qui, oltre 3.500 metri quadrati di mosaici raccontano scene di caccia, giochi atletici e momenti di vita quotidiana nell’impero romano. “È come sfogliare un’enciclopedia illustrata”, dice una visitatrice arrivata da Torino con la famiglia. I mosaici sono straordinariamente conservati: tra i più famosi, quello delle “ragazze in bikini”, spesso fotografato dai turisti.
La storia della Sicilia è anche fatta di leggende. Si racconta che Ruggero II, re normanno, durante una tempesta in mare fece voto di costruire una chiesa dove sarebbe sbarcato. Così nacque il Duomo di Cefalù, consacrato nel 1267. Le torri gemelle dominano il paese; all’interno, il mosaico absidale con il Cristo Pantocratore accoglie i visitatori.
Questo è solo l’inizio dell’itinerario arabo-normanno, riconosciuto dall’Unesco nel 2015. Da Cefalù si arriva a Palermo, dove la Cappella Palatina nel Palazzo dei Normanni, la Cattedrale della Santa Vergine Maria Assunta, la Chiesa della Martorana e quella di San Cataldo sono tappe obbligate. “Ogni edificio racconta l’incontro tra culture diverse”, spiega uno storico locale davanti alla Zisa. Poco fuori città, il Duomo di Monreale chiude il percorso: secondo la leggenda, Guglielmo II sognò la Madonna che gli indicava un tesoro nascosto sotto un carrubo. Oggi quel tesoro sono i mosaici dorati che ricoprono le pareti interne.
Non è solo arte e storia: anche la natura siciliana è patrimonio Unesco. L’Etna, con le sue eruzioni che modellano il paesaggio da millenni, è uno dei vulcani più attivi al mondo. “Vederlo fumare all’alba è un’esperienza che ti resta dentro”, racconta un escursionista incontrato a Piano Provenzana alle 7 del mattino.
E poi ci sono le Isole Eolie – Lipari, Vulcano, Salina, Stromboli, Panarea, Filicudi e Alicudi – un vero museo geologico a cielo aperto. Ogni isola ha la sua storia: dai crateri attivi di Stromboli ai vigneti terrazzati di Salina, fino ai capperi selvatici che spuntano tra le rocce nere.
In Sicilia, insomma, ogni angolo custodisce un pezzo di storia o una meraviglia naturale. Un tesoro che continua a stupire chi decide di attraversare l’isola con occhi curiosi e passo lento.
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