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Scopri ‘Arcipelago Battiato’: Malika Ayane in un viaggio musicale unico

Venezia, 7 novembre 2025 – La Biennale di Venezia celebra gli 80 anni dalla nascita di Franco Battiato con “Arcipelago Battiato”, un omaggio musicale in programma il 17 e 18 novembre al Teatro alle Tese dell’Arsenale. Al centro dell’evento c’è Malika Ayane, chiamata a reinterpretare, insieme a un gruppo di musicisti e sotto la guida di Antonello Pocetti e Antonino Viola, alcune delle pagine più importanti del repertorio del compositore siciliano, scomparso nel 2021.

Le “isole” musicali di Battiato prendono vita

Il progetto, inserito tra i Progetti Speciali dell’Archivio Storico della Biennale, si sviluppa come una narrazione musicale che si dipana attraverso “isole-palcoscenico” disposte nello spazio cinquecentesco del teatro veneziano. Malika Ayane sarà accompagnata da Leonardo Marino (pianoforte e tastiere), Flavio Virzi (chitarra), Simone Beneventi (percussioni), Silvia Mandolini (violino), Elide Sulsenti (violoncello) e dal polistrumentista Diego Ronzio. La parte elettronica e la proiezione del suono sono affidate al compositore Michele Tadini e a Thierry Coduys.

“È un cammino felice nell’amore, un’idea festosa e piena, questa è la poetica di Franco Battiato”, ha scritto Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale, in una nota diffusa ieri. “Lui è l’innamorato dell’Amato. ‘L’Ombra della Luce’ – uno dei brani scelti da Tadini e oggi interpretati da Malika Ayane – è una delle preghiere più belle. C’è il senso di abbandono al Misericorde, una supplica: ‘non abbandonarmi mai, non mi abbandonare mai’. È struggente, toccante, perché nasce da un sentimento profondo: ‘Dei più lievi aneliti del cuore. Sono solo l’ombra della luce’”.

Nuovi arrangiamenti per un repertorio senza tempo

Arcipelago Battiato riprende i brani del musicista in una veste nuova, con trascrizioni, arrangiamenti e rielaborazioni che vogliono restituire la complessità e la ricchezza del suo lavoro. Il viaggio musicale copre le varie fasi creative di Battiato: dai pezzi pionieristici come Pollution e Sequenze e frequenze, segnati dalla sperimentazione con i primi sintetizzatori analogici, fino a lavori più recenti come Dieci stratagemmi (2004), Il vuoto (2007), Inneres Auge (2009) e il ritorno all’elettronica con Joe Patti’s Experimental Group (2014).

Non mancano incursioni nel repertorio classico, come “Come un cammello in una grondaia” (1991), e nella collaborazione con il filosofo Manlio Sgalambro, iniziata con “L’ombrello e la macchina da cucire” (1995). C’è spazio anche per “Fleurs” (1999), un album per pianoforte e quartetto d’archi che raccoglieva inediti di altri autori scelti per affinità.

“Quando si lavora a trascrizioni, arrangiamenti e rielaborazioni bisogna sempre avere chiaro da dove vengono i brani e cosa vogliono dire: come non tradirli, come rispettarli, come capirne l’essenza. Ma anche come farli propri, come svilupparli e permettersi di creare qualcosa di nuovo”, ha spiegato Michele Tadini, responsabile della direzione musicale. “È stato un lavoro fatto a scatti, con avanzamenti rapidi; fiumi di note si sono riversati sulla partitura, alternandosi alla creazione elettronica nata dalle registrazioni della voce straordinaria di Malika Ayane”.

Un omaggio che intreccia musica, filosofia e memoria

L’iniziativa arriva a pochi giorni dalla lectio magistralis di Massimo Cacciari su “La morte dello jus belli”, sempre nell’ambito delle celebrazioni per Battiato. Il progetto è realizzato in collaborazione con la casa editrice SZ Sugar.

Nel Teatro alle Tese, tra luci soffuse e architetture antiche dell’Arsenale, la voce di Malika Ayane si prepara a guidare il pubblico in un viaggio che attraversa decenni di musica italiana, tra sperimentazione elettronica, influenze classiche e riflessioni filosofiche. Un percorso – come suggerisce il titolo – tra le isole di un arcipelago sonoro che continua a parlare al presente.

I biglietti per le due serate sono già in vendita sul sito ufficiale della Biennale. L’attesa tra gli appassionati è forte: molti hanno già scritto sui social il desiderio di ascoltare dal vivo brani che hanno segnato intere generazioni. Eppure, come spesso succede con Battiato, solo nel silenzio che precede le prime note si capirà davvero quanto profonda sia la sua eredità nella cultura italiana.

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