Palermo, 6 dicembre 2025 – Il dibattito sui termovalorizzatori in Sicilia si fa sempre più acceso e il Partito Democratico si trova al centro di una polemica che mescola politica nazionale e gestione dei rifiuti. A Roma, il Pd spinge con decisione per far partire l’impianto di Santa Palomba. Ma nell’isola, gli stessi democratici non hanno nascosto le loro forti riserve su progetti simili. Per alcuni esponenti del centrodestra siciliano, questa posizione nasconde una evidente contraddizione.
La tensione è esplosa nei giorni scorsi a Palazzo d’Orléans, la sede della presidenza della Regione Sicilia. Qui il governatore Renato Schifani ha sottolineato pubblicamente le differenze nette tra il comportamento del Pd locale e quello a livello nazionale. “Non si può spingere per il termovalorizzatore a Roma e poi bloccare quelli da noi”, ha detto Schifani, parlando dei progetti per gli impianti a Bellolampo, vicino Palermo, e nella provincia di Catania.
Da tempo la regione vive una vera emergenza rifiuti che – come confermano fonti del Comune di Palermo – peggiora ogni estate. Le strade si riempiono di sacchi abbandonati e cassonetti dati alle fiamme diventano uno spettacolo purtroppo abituale in molte zone. Eppure, quando si tratta di avviare impianti per bruciare i rifiuti urbani, la politica mostra forti resistenze. “Siamo favorevoli a soluzioni moderne che limitino l’impatto ambientale”, ha detto Michele Catanzaro, capogruppo Pd all’Ars, “ma non possiamo accettare decisioni imposte dall’alto senza un vero confronto con chi vive quei territori”.
Il caso romano tiene banco: dopo anni di attesa, il progetto del sindaco Roberto Gualtieri – sostenuto chiaramente dal Pd nazionale – sta finalmente decollando. L’impianto sorgerà a Santa Palomba, alla periferia sud-ovest della Capitale, con una capacità prevista di circa 600 mila tonnellate l’anno. Lo scopo è chiaro: diminuire la dipendenza dalle discariche e mettere un freno all’emergenza rifiuti che attanaglia Roma.
Diversa è la situazione in Sicilia, dove lo scontro politico è più acceso. “Qui si è fatto un vero lavoro di confronto”, ha spiegato nei giorni scorsi l’assessore all’Ambiente romana Sabrina Alfonsi. “La città non può più aspettare”. Una battuta che ha scatenato qualche sorriso tra i vertici regionali siciliani: “Anche noi abbiamo problemi simili – ha replicato l’assessore regionale Elena Pagana – ma appena si parla di nuovi impianti qui partono i veti”.
Le associazioni ambientaliste locali, come Legambiente Sicilia, mettono in luce le principali preoccupazioni: dove verranno collocati questi impianti e quali rischi potrebbero portare alla salute pubblica. “Prima ancora di pensare agli inceneritori serve un piano serio per ridurre i rifiuti e puntare sul riciclo”, spiega Gianfranco Zanna, presidente dell’associazione. Non mancano poi i richiami alle esperienze passate: il fallimento delle vecchie discariche pubbliche e le lungaggini burocratiche sono ancora ben presenti nella memoria collettiva.
Il Pd siciliano insiste su questo punto: “Non siamo contrari a prescindere – spiegano fonti interne –, ma serve puntare con forza sulla raccolta differenziata”.
In alcune zone dell’isola i numeri sono chiari: a Palermo la differenziata è sotto il 20%, mentre in alcuni comuni del catanese supera il 50%. Un divario che alimenta discussioni interne al partito. C’è chi sostiene che senza una rete moderna di impianti sarà impossibile uscire dall’emergenza; ma anche chi teme che nuove strutture restino inutilizzate o siano gestite male.
Nel frattempo il governo nazionale promette sostegno economico ai territori che investono su impianti sostenibili per lo smaltimento dei rifiuti. Un aiuto importante, ma che non basta a calmare le tensioni.
L’amministrazione Schifani vuole accelerare sugli appalti già nel 2026; mentre la minoranza dem chiede di fermare tutto fino all’approvazione di un nuovo piano regionale integrato.
Sul fondo resta la domanda che molti cittadini si pongono: perché due pesi e due misure tra Roma e Palermo? “Non siamo contro lo sviluppo”, ha detto ieri sera Michele Catanzaro ai microfoni locali verso le 21.30. “Vogliamo solo essere ascoltati e trovare una soluzione insieme”. E dalle ultime ore sembra proprio che il confronto sia lontano dal chiudersi qui.
Roma, 6 dicembre 2025 – Un ex olimpionico di sollevamento pesi e tre suoi amici…
Milano, 6 dicembre 2025 – Frank Gehry, nato a Toronto nel 1929 e naturalizzato statunitense,…
Roma, 5 dicembre 2025 – Un rarissimo esemplare di scultura greca è venuto alla luce…
Parigi, 5 dicembre 2025 – A meno di un anno dalla prevista riapertura, la Cattedrale…
Napoli, 5 dicembre 2025 – Torna il festival “Mythos” con 25 spettacoli in 12 città…
Roma, 5 dicembre 2025 – Toni Servillo, uno degli attori più noti della scena italiana…