Salone del libro: la governance resta privata e non si cambia - ©ANSA Photo
Il dibattito sulla governance del Salone del Libro di Torino continua a generare discussioni e polemiche. Silvio Viale, presidente dell’Associazione Torino, la Città del Libro, ha recentemente chiarito la sua posizione, affermando che l’evento, pur avendo un’importante missione pubblica, è di proprietà privata. Questa dichiarazione è stata una risposta alle osservazioni di Giulio Biino, presidente della Fondazione Circolo dei Lettori, riguardo a un possibile coinvolgimento del Ministero della Cultura nel futuro del Salone.
Viale ha messo in evidenza che il Salone non è influenzato da ingerenze politiche, come potrebbe sembrare. La struttura di governance attuale, composta da Viale stesso, l’amministratore delegato Piero Crocenzi e la direttrice Annalena Benini, è descritta come solida e funzionante. Benini, in particolare, ha un contratto di tre anni rinnovabile automaticamente al termine dell’edizione corrente, un aspetto che Viale ha sottolineato con soddisfazione.
Fondato nel 1988, il Salone ha sempre avuto un forte legame con la cultura di Torino. Tuttavia, nel 2019, la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura è stata messa in liquidazione, portando alla vendita del marchio e del compendio del Salone. Questo cambiamento ha segnato un’epoca nuova, con Viale che ha guidato l’associazione nel tentativo di risollevare l’evento dopo le difficoltà legate alla pandemia di COVID-19.
La ripresa del Salone è stata possibile grazie a un piano industriale ben strutturato, che ha visto il coinvolgimento di:
Questi elementi hanno contribuito a far tornare il Salone a essere uno dei principali eventi europei per la promozione della lettura e della cultura letteraria.
Viale ha menzionato la possibilità di modifiche nella governance, ma ha chiarito che eventuali cambiamenti richiederebbero una volontà di riacquisto da parte degli enti pubblici. Questo passo rappresenterebbe un riconoscimento del lavoro svolto dall’associazione e un segnale di supporto alla cultura del libro in Italia. Tuttavia, Viale ha aggiunto di non avere notizie su un interesse concreto per un riacquisto, e che eventuali proposte sarebbero valutate dagli azionisti.
Il Salone del Libro gioca un ruolo cruciale in un contesto culturale italiano sempre più sotto pressione. Non solo per Torino, ma per tutta Italia, rappresenta un punto di riferimento per autori, editori e lettori. Eventi come questo offrono opportunità uniche di incontro e scambio di idee, contribuendo a mantenere viva la passione per la lettura.
In un settore culturale che ha affrontato sfide senza precedenti, il futuro del Salone dipende non solo dalla governance, ma anche dalla capacità di attrarre un pubblico vasto e diversificato. I lettori di oggi cercano esperienze multisensoriali, e la programmazione del Salone deve adattarsi a queste nuove esigenze.
Viale è determinato a mantenere il Salone del Libro come un evento privato, ma con una missione pubblica forte. La sua visione è quella di un Salone che continua a crescere e innovare, mantenendo la sua identità e il legame con il territorio. Con un focus sulla sostenibilità e sulla qualità dei contenuti, il Salone del Libro di Torino ha il potenziale per rimanere un faro della cultura letteraria, non solo in Italia, ma anche in Europa e oltre.
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