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Saida e Cordoba Capitali Europee della Cultura 2027: Eredità da Matera e Tetouan

Roma, 2 dicembre 2025 – Taranto e Mostar sono pronte a raccogliere il testimone da Matera e Tetouan nel percorso che porterà alla nomina di Capitale Europea della Cultura 2026. L’annuncio è arrivato ieri a Bruxelles, durante una cerimonia ufficiale che ha visto sul palco i sindaci delle città selezionate, rappresentanti delle istituzioni italiane e comunitarie, e tanti cittadini arrivati apposta per l’evento. Dopo settimane di attesa, si chiude così una lunga fase di selezione iniziata all’inizio dell’anno, quando la Commissione europea aveva aperto le consultazioni tra i candidati.

Un passaggio di testimone carico di significato

Matera, che ancora conserva viva l’esperienza del 2019 nei ricordi della gente, ha salutato la nomina con un pizzico di orgoglio. “Sappiamo bene quanto questa occasione possa cambiare il destino di una città”, ha detto il sindaco Domenico Bennardi durante il suo intervento. La città dei Sassi aveva già dimostrato come la cultura può diventare un motore di cambiamento vero, grazie a progetti distribuiti su tutto il territorio, investimenti nelle infrastrutture e un programma artistico coinvolgente. A Tetouan, invece, è toccato il ruolo di portare in Europa le tradizioni artigiane e le contaminazioni tra Africa e Vecchio Continente, rappresentando la sponda sud del Mediterraneo.

Ora la sfida passa a Taranto, simbolo del Sud Italia, che da tempo sta cercando di uscire da una difficile fase segnata dalla crisi industriale verso una riconversione più sostenibile. E a Mostar, città segnata dalla guerra ma anche da un presente fatto di dialogo tra culture e ricostruzione paziente. Sono due realtà chiamate a immaginare nuovi modi per crescere, puntando sulla cultura e su uno sguardo aperto verso l’esterno.

Taranto: la cultura per rilanciare la città

Da gennaio 2026, Taranto lancerà un fitto calendario di eventi: mostre, spettacoli teatrali e laboratori aperti a tutti i cittadini. Non solo nel capoluogo, ma anche in vari comuni della provincia ionica. Il progetto presentato alla Commissione europea vuole cambiare volto alla città, lasciandosi alle spalle il passato fatto di crisi industriali pesanti. “Vogliamo far vedere che Taranto non è solo acciaio. C’è arte, archeologia, innovazione”, ha spiegato il sindaco Rinaldo Melucci, presente ieri a Bruxelles insieme al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

Tra gli eventi più attesi c’è una retrospettiva dedicata a Aristosseno, filosofo tarantino allievo di Aristotele, e un festival delle arti visive con artisti provenienti dai Balcani. È prevista anche una collaborazione con l’Università di Bari per studiare come le politiche culturali possono migliorare il benessere nelle città. “Non sarà un programma calato dall’alto”, ha tenuto a sottolineare Melucci. “Ascolteremo associazioni, scuole e imprenditori locali”.

Mostar: tra memoria e futuro oltre il ponte

Sull’altra sponda dell’Adriatico, Mostar si prepara a raccontare la sua storia forte: dalla distruzione del celebre ponte nel 1993 fino alla sua ricostruzione nel 2004. Il progetto punta su temi come la convivenza tra etnie diverse, la valorizzazione del patrimonio ottomano e le nuove generazioni. “Vogliamo essere un ponte tra culture”, ha detto il sindaco Mario Kordić. “Dimostrare come la cultura può aiutare nella riconciliazione”. Tra gli eventi in programma ci saranno workshop multilingue per i giovani e una rassegna cinematografica dedicata alle città mediterranee in trasformazione.

Secondo i dati forniti dal Comune, negli ultimi cinque anni i turisti sono aumentati del 30%. L’obiettivo per il 2026 è raddoppiare i visitatori stranieri sfruttando proprio l’effetto degli eventi culturali.

Un progetto europeo che parte dal locale

Dietro questa scelta c’è la volontà – più volte ribadita dalla commissaria europea Mariya Gabriel – di puntare su città capaci di mettere insieme “memoria storica e innovazione”. Nel bando uscito nel 2024 avevano partecipato otto realtà italiane e nove della regione balcanica: alla fine è stata Taranto a spuntarla su Cagliari e Trapani; mentre Mostar ha superato Novi Sad.

Nei prossimi mesi si dovranno definire tutti i dettagli pratici: dalla gestione dei progetti agli investimenti previsti dai piani locali per le infrastrutture. A Matera l’atmosfera è collaborativa: “Siamo pronti a condividere la nostra esperienza”, ha assicurato Salvatore Adduce, presidente della Fondazione Matera Basilicata 2019.

Aspettative sulle ricadute economiche

Secondo stime dell’Istituto per il Credito Sportivo, l’impatto economico previsto supera i 70 milioni di euro per ciascuna delle due città coinvolte. Un dato incoraggiante per commercianti e operatori turistici già al lavoro per prepararsi all’aumento dei visitatori atteso dal prossimo anno.

Solo allora si capirà se la nomina a Capitale Europea della Cultura sarà davvero in grado di lasciare un segno profondo nel tessuto sociale ed economico locale. Ma oggi – nelle piazze di Taranto e Mostar – c’è soprattutto orgoglio: quello di essere state scelte per raccontare con le proprie voci una nuova pagina della storia europea.

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