Brutte notizie per Amazon, il marketplace più famoso del mondo, coinvolto in uno scandalo perché ha venduto telecamere spia.
Su Amazon, lo sappiamo, possiamo trovare qualsiasi tipo di oggetto, e tra i milioni di articoli si celano anche dispositivi rischiosi, soprattutto se utilizzati in modo criminoso.
La vicenda che ha coinvolto Amazon in una citazione a giudizio negli Stati Uniti potrebbe essere solamente la punta dell’iceberg.
La domanda è: fino a che punto l’azienda è responsabile di ciò che è in vendita? E fino a che punto, se gli oggetti vengono usati irresponsabilmente? A rispondere a queste domande ci ha pensato il Giudice distrettuale degli Stati Uniti Robert Chambers. Ma vediamo di capire cosa è successo e quali sono le prospettive future.
Ragazze spiate nei bagni con articoli venduti da Amazon, la responsabilità del marketplace è stata accertata
Una giovane minorenne si è accorta che un porta asciugamani con micro cam-spia era stata posizionata nel suo bagno privato. La telecamera era stata acquistata da un criminale su Amazon, che l’aveva usata per mesi a danno della privacy (e della serenità mentale, aggiungiamo) della giovane vittima.
Quando l’atto criminoso è stato oggetto di indagini approfondite, anche Amazon è stata citata in giudizio. L’articolo venduto nel noto marketplace è stato esaminato dallo staff dell’azienda, che l’ha ripetutamente giudicato come non pericoloso per la privacy. Amazon si è insomma difesa, asserendo che il danno alla giovane era stato causato da un comportamento illecito dell’acquirente.
Ma le indagini non si sono fermate e sono stati individuati i fattori “di colpa” per Amazon. Infatti nella descrizione e scheda tecnica della telecamera-spia che compariva tra gli articoli in vendita c’erano delle parole ben precise che andavano a promuovere la spycam: “non attirano l’attenzione poiché ogni gancio sembra molto ordinario”.
Dunque la descrizione dell’articolo non lo promuove come – ad esempio – un dispositivo per controllare che non ci siano intrusi, ma enfatizza la discrezione e dunque l’impossibilità di riconoscimento da parte di una persona, che appunto può essere spiata senza il suo consenso.
Amazon ha negato ogni colpa fino alla fine del procedimento, ma il giudice ha ritenuto i danni della ricorrente gravi. Amazon potrebbe dunque subire gravi penalità o restrizioni nella vendita di determinati articoli considerati “illegali”. In fondo succede per molti altri oggetti o per le cosiddette “armi bianche”. Per Amazon potrebbe tradursi in perdite economiche davvero ingenti.
Attualmente non si sa se articoli come le spy-cam oggetto di indagine siano ancora presenti nel marketplace e se emergeranno ulteriori denunce.