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Qatargate: il risveglio di Kaili raccontato in un libro avvincente

Il 9 dicembre 2022 ha segnato un momento cruciale nella storia recente dell’Unione Europea. Alle prime luci dell’alba, la polizia belga ha bussato con decisione alla porta di Eva Kaili, ex vicepresidente del Parlamento europeo, e del suo compagno Francesco Giorgi, a Bruxelles. Quella mattina, le accuse mosse contro di loro si sono rivelate come un “teorema, non un’inchiesta”, come affermerà successivamente Kaili, evocando il tumultuoso blitz delle forze dell’ordine che ha scosso le fondamenta della politica europea. Le immagini delle valigie cariche di contante e le perquisizioni negli appartamenti di figure politiche di spicco hanno fatto il giro del mondo, trasformando un’indagine giudiziaria in un caso mediatico di rilevanza internazionale.

Da questo drammatico evento nasce “Il peccato di Eva”, un libro scritto da Lodovica Bulian e Giuseppe Guastella, pubblicato dalla casa editrice Fuoriscena. Il volume è stato presentato il 26 settembre alla Fondazione Corriere della Sera a Milano, con la presenza di Eva Kaili tra gli ospiti. Già disponibile sugli scaffali di tutta Italia, il libro è destinato a raggiungere anche Bruxelles, rendendo la storia di Kaili e del Qatargate ancora più presente nel dibattito pubblico.

Un’inchiesta avvincente

Bulian, inviata di “Quarta Repubblica” e collaboratrice de “Il Giornale”, insieme a Guastella, firma del “Corriere della Sera”, ricompongono l’inchiesta passo dopo passo, trasformando la vicenda in una sorta di “spy story” che tiene il lettore col fiato sospeso. Gli autori descrivono il Qatargate come un giallo internazionale, una storia vera ma incredibile, che vede come protagonisti figure di grande impatto mediatico, tra cui l’affascinante Eva Kaili e il suo compagno Francesco Giorgi.

Il ruolo di Antonio Panzeri

Al centro della narrazione si staglia la figura di Antonio Panzeri, ex eurodeputato e fondatore della ONG Fight Impunity, considerato il vero artefice della presunta trama di corruzione. Panzeri è stato oggetto di attenta sorveglianza da parte dei servizi segreti belgi, probabilmente in seguito a una soffiata proveniente da un paese arabo rivale del Qatar. Attorno alla figura di Panzeri si sono accumulati dossier, intercettazioni e colloqui riservati con lobbisti internazionali, culminando nell’immagine emblematica delle valigie stracolme di denaro, simbolo stesso del Qatargate.

Le conseguenze e le sfide etiche

Tuttavia, dietro la forza evocativa di queste immagini, persiste l’enigma delle evidenze. Gli autori del libro mettono in evidenza che, ad oggi, le prove concrete della presunta corruzione non sono state trovate, e le accuse si basano principalmente sulla confessione di Panzeri stesso. Questo pentimento, in un sistema giuridico belga di matrice inquisitoria, gli ha permesso di patteggiare una pena di un anno, già scontata tra le mura del carcere di Saint-Gilles e i domiciliari. Questa scelta risulta essere sia un punto di forza che una crepa nell’intero impianto giudiziario: se la versione di Panzeri dovesse rivelarsi infondata, l’intera inchiesta rischierebbe di crollare come un castello di carte.

Il libro non si limita a narrare la cronaca degli eventi, ma si addentra anche nelle personalità coinvolte. Tra queste emerge il giudice Michel Claise, un rinomato istruttore a pochi mesi dalla pensione, che ha raccolto indizi e sospetti, cercando di comporre un grande affresco di maxi-corruzione internazionale. Tuttavia, Claise è stato costretto a lasciare l’incarico a causa di un sospetto conflitto d’interessi che coinvolgeva suo figlio, un evento che ha ulteriormente complicato la già intricata situazione.

Le conseguenze del Qatargate hanno avuto un impatto devastante sulle vite delle persone coinvolte. “Storie e carriere politiche sono state distrutte”, osservano Bulian e Guastella, evidenziando come Kaili e Giorgi, come molti altri sospettati, abbiano conosciuto il carcere. La loro giovane figlia, di soli due anni, è stata travolta dal vortice mediatico, mentre la credibilità stessa del Parlamento europeo è stata messa in discussione. Questo diventa il paradosso centrale della narrazione: uno scandalo che avrebbe dovuto scuotere l’intera Unione Europea si trova ancora sospeso, in attesa delle indagini preliminari, mentre la realtà e il futuro di molti continuano a rimanere incerti.

L’importanza di “Il peccato di Eva” risiede non solo nel suo valore informativo, ma anche nella capacità di mettere in luce le sfide etiche e giuridiche che la politica europea deve affrontare in un contesto di crescente pressione e scrutinio pubblico. Le vicende narrate nel libro pongono interrogativi fondamentali sulla trasparenza, l’integrità e la responsabilità all’interno delle istituzioni europee, rendendolo un’opera cruciale per comprendere le dinamiche attuali della politica continentale.

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