Categories: Spettacolo e Cultura

Pfm celebra 20 anni di De André: un regalo indimenticabile all’Italia

Fabrizio De André e la Premiata Forneria Marconi (Pfm) hanno segnato un capitolo fondamentale nella storia della musica italiana, creando una fusione unica tra il cantautorato e il progressive rock. Patrick Djivas, bassista della Pfm, rievoca con emozione la profonda connessione che ebbe con De André, descrivendo il loro legame come “molto intenso”, caratterizzato da litigate appassionate e abbracci calorosi. Questo rapporto riflette non solo le personalità forti di entrambi, ma anche un periodo storico in cui la musica italiana cercava nuove direzioni.

L’incontro tra pfm e De André

Il legame tra Pfm e De André si è concretizzato nel 1978, quando intrapresero un tour che culminò nella registrazione di un album dal vivo, un evento che rappresentò una pietra miliare nella musica italiana. Questo tour non fu solo un momento di fusione artistica, ma anche un’opportunità per De André di tornare sulla scena musicale dopo un periodo di allontanamento, durante il quale si dedicò all’agricoltura. La storia del loro incontro è quasi leggendaria: la band, reduce da un’esperienza di successo in America, si esibì in Sardegna e attirò l’attenzione del cantautore. Djivas ricorda che De André, durante un pranzo, fece una battuta sul suo possibile ritorno ai concerti, a patto di trovare una band come la Pfm. Questa battuta si trasformò in una proposta di collaborazione, dando vita a una delle partnership più iconiche della musica italiana.

Celebrazione di un’eredità musicale

A 45 anni di distanza da quel primo tour, la Pfm ha celebrato questa storica collaborazione con un nuovo tour e il lancio dell’album live “Pfm canta De André Anniversary”. Questo progetto non è solo un tributo a De André, ma anche una celebrazione dell’eredità musicale che ha lasciato, coincidente con l’85° anniversario della sua nascita, il 18 febbraio 1940. L’album, registrato durante i concerti del tour, raccoglie alcuni dei brani più amati dell’artista, reinterpretati attraverso l’estetica unica della Pfm.

Djivas esprime con orgoglio che la band ha “regalato all’Italia 20 anni di De André”. Questo periodo di collaborazione ha contribuito a riportare il cantautore sulla scena musicale, facendolo rivivere attraverso concerti che mescolavano la poesia delle sue canzoni con le complesse sonorità del prog rock. La Pfm ha sempre mantenuto un approccio autentico e originale, evitando tecnologie che potessero limitare la libertà espressiva sul palco.

La filosofia musicale della pfm

La Pfm, attiva da oltre cinquant’anni, ha dimostrato una resilienza straordinaria nel panorama musicale, continuando a esibirsi con passione e freschezza. Djivas sottolinea l’importanza del contatto con il pubblico e dell’improvvisazione, elementi fondamentali della loro filosofia musicale. “Ci mantiene vivi. Non abbiamo mai pensato di smettere”, afferma, evidenziando un approccio “senza limitazioni”. La band si distingue per il rifiuto di utilizzare computer e tecnologie che possano rendere i concerti ripetitivi e privi di autenticità.

Inoltre, Djivas affronta la questione dell’autotune, un tema di dibattito nel mondo della musica dal vivo. Negli ultimi dieci anni, la tecnologia ha influenzato la qualità delle performance, ma la Pfm desidera mantenere la musica “viva, reale e vibrante”. La loro dedizione e passione rendono la Pfm un pilastro della musica italiana, sempre pronta a esplorare nuove dimensioni artistiche, ma con il cuore ancorato alle radici della grande tradizione musicale del nostro paese.

Stefania Palenca

Da sempre nutro una forte curiosità per le vicende passate e le tracce che hanno lasciato nel nostro presente. Ho scoperto presto che nulla racconta una storia meglio dei muri di un'antica cattedrale o delle pennellate su una tela impolverata. Mi sono laureata in Storia presso l'Università di Catania, un percorso accademico che mi ha permesso di immergermi nei racconti e nei segreti di questa meravigliosa isola. Durante gli studi, ho perfezionato le mie competenze con un master in Conservazione dei Beni Culturali, comprendendo ancor di più l'importanza di preservare queste ricchezze per le generazioni future. Attraverso i miei articoli, esploro non solo i grandi siti turistici, ma anche i piccoli gioielli meno conosciuti che celano storie straordinarie e avvincenti. Porto i lettori in un viaggio attraverso l'arte e l'architettura, dall'epoca greca a quella normanna, passando per i fasti del Barocco siciliano. Quando non sono impegnata nella ricerca o nella scrittura, mi piace camminare per le vie dei centri storici, partecipare a conferenze e visitare musei e gallerie d'arte. Credo fermamente che ogni pietra, ogni dipinto e ogni edificio abbia una storia da raccontare, ed è mio compito dare voce a queste storie. Vi invito a seguirmi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, scoprendo insieme le meraviglie artistiche e architettoniche che hanno modellato la nostra identità culturale

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