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Palermo inaugura la prima mostra italiana sul cambiamento climatico con foto e video sul Mediterraneo

Roma, 11 dicembre 2025 – Negli ultimi giorni sono arrivate numerose immagini da diverse coste italiane che raccontano senza filtri gli effetti dei cambiamenti climatici sul nostro Mare Nostrum. Da Venezia a Siracusa, passando per Genova e la costa adriatica, foto e video girati da cittadini, operatori portuali e associazioni ambientaliste mostrano erosioni, mareggiate e anomalie nelle acque, tracciando un quadro chiaro della situazione.

Erosioni e mareggiate: la costa che si trasforma sotto i nostri occhi

Martedì mattina, poco dopo le 7:30, i pescatori del porto di Anzio hanno filmato con il cellulare le onde che hanno spazzato via quasi tutta la sabbia dalla spiaggia. “Ogni anno la costa si ritira di qualche metro”, spiega Giorgio Romano, che va per mare da oltre trent’anni. Situazioni simili si vedono anche a Civitanova Marche, dove i residenti hanno notato “buchi” nella spiaggia mai visti prima. Le foto mostrano cabine danneggiate, barche tirate a riva in fretta e sacchi di sabbia a protezione delle strutture. Secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), il fenomeno riguarda ormai il 42% delle coste italiane, con molti litorali in continuo arretramento.

Dati e testimonianze: un fenomeno che non accenna a fermarsi

Le immagini raccolte negli ultimi mesi confermano una tendenza preoccupante. Dal Porto di Cagliari arrivano video girati dagli addetti della capitaneria in cui si vede l’acqua del golfo invadere la città durante le forti piogge di novembre. “Non era mai successo così spesso”, racconta Roberto Sanna, operatore portuale. Gli esperti dell’ENEA segnalano un innalzamento medio del livello del mare tra i 2 e i 4 millimetri all’anno nell’ultimo decennio, con picchi nel basso Tirreno e in Adriatico. Nei video ripresi dai droni si vedono lunghi tratti di costa dal Lazio alla Calabria ridotti all’osso o addirittura sommersi.

Le comunità locali lanciano l’allarme

Molti amministratori locali parlano apertamente di allarme. A Rimini, il sindaco Jamil Sadegholvaad ha dichiarato ieri sera: “Dobbiamo puntare su barriere naturali e interventi di ripascimento; i danni sono evidenti e ci vorranno anni per rimediare”. Nel video diffuso dalla protezione civile si vedono tecnici al lavoro alle prime luci dell’alba mentre il mare continua a erodere la battigia. Residenti sui social commentano: “Non abbiamo mai visto le onde arrivare così vicino alle case”. La preoccupazione cresce anche tra i gestori degli stabilimenti balneari, che temono un’estate complicata se la situazione non migliora.

L’importanza delle immagini nella sensibilizzazione

Secondo associazioni come Legambiente e WWF, le foto e i video amatoriali stanno diventando uno strumento fondamentale per far capire quanto sia reale questo problema. “Queste immagini dimostrano quello che spesso resta solo una parola: cambiamento climatico”, sottolinea Stefano Ciafani, presidente di Legambiente. Online crescono le raccolte fotografiche dedicate al tema: ogni scatto racconta storie diverse ma tutte mostrano lo stesso scenario – spiagge ridotte, alberi divelti, lidi semi deserti.

Lo sguardo degli esperti sul futuro della costa italiana

L’allarme è netto. Il rapporto più recente dell’ISPRA avverte che entro il 2050 oltre cento chilometri di costa italiana potrebbero sparire o trasformarsi completamente sotto il livello del mare. La fragilità del Mare Nostrum di fronte ai cambiamenti climatici – acque più calde, tempeste più intense, scioglimento dei ghiacciai – è confermata dall’ultimo bollettino dell’Organizzazione meteorologica mondiale. Molte delle immagini circolate negli ultimi giorni raccontano proprio questo processo accelerato: dighe rotte, strade allagate a Livorno, bagnanti sorpresi da correnti anomale fuori stagione.

Istituzioni al lavoro ma serve una risposta condivisa

Nel frattempo il governo ha aperto un tavolo tecnico con le regioni costiere e annunciato nuovi fondi per difendere i litorali. Il ministro dell’Ambiente, Laura Cominelli, è stata chiara: “Servono interventi concreti e un sistema di monitoraggio costante”. Le fotografie scattate oggi – sia in bianco e nero sia a colori – finiscono negli archivi delle redazioni ma anche nelle case della gente comune. Sono testimonianze vive di un cambiamento ormai sotto gli occhi di tutti. Solo così forse si potrà trovare una risposta comune su come proteggere davvero il nostro Mare Nostrum dalle minacce che lo stanno trasformando giorno dopo giorno.

Stefania Palenca

Da sempre nutro una forte curiosità per le vicende passate e le tracce che hanno lasciato nel nostro presente. Ho scoperto presto che nulla racconta una storia meglio dei muri di un'antica cattedrale o delle pennellate su una tela impolverata. Mi sono laureata in Storia presso l'Università di Catania, un percorso accademico che mi ha permesso di immergermi nei racconti e nei segreti di questa meravigliosa isola. Durante gli studi, ho perfezionato le mie competenze con un master in Conservazione dei Beni Culturali, comprendendo ancor di più l'importanza di preservare queste ricchezze per le generazioni future. Attraverso i miei articoli, esploro non solo i grandi siti turistici, ma anche i piccoli gioielli meno conosciuti che celano storie straordinarie e avvincenti. Porto i lettori in un viaggio attraverso l'arte e l'architettura, dall'epoca greca a quella normanna, passando per i fasti del Barocco siciliano. Quando non sono impegnata nella ricerca o nella scrittura, mi piace camminare per le vie dei centri storici, partecipare a conferenze e visitare musei e gallerie d'arte. Credo fermamente che ogni pietra, ogni dipinto e ogni edificio abbia una storia da raccontare, ed è mio compito dare voce a queste storie. Vi invito a seguirmi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, scoprendo insieme le meraviglie artistiche e architettoniche che hanno modellato la nostra identità culturale

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