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Ornella Vanoni: un’icona senza tempo ci lascia

Milano, 22 novembre 2025 – Ornella Vanoni si è spenta oggi nella sua casa a Milano, all’età di 91 anni. Una perdita che lascia un vuoto enorme nella musica italiana. Era nata il 22 settembre 1934, ma fino a poco tempo fa la sua presenza era ancora forte e inconfondibile. Ogni domenica la si vedeva a “Che tempo che fa”, dove portava la sua ironia, una lucidità rara e quel carattere libero che l’aveva resa un’icona. Vanoni non era solo una cantante: era un pezzo di storia, una voce che ha attraversato quasi settant’anni di cultura italiana.

Settanta anni di musica e televisione

La carriera di Ornella Vanoni comincia negli anni Cinquanta. Figlia della borghesia milanese, si avvicina al teatro al Piccolo di Milano. Qui conosce Giorgio Strehler, regista e compagno di vita, che la spinge verso le “Canzoni della Mala”, ispirate alle ballate popolari milanesi. Brani come “Ma mi” e “Le mantellate” diventano subito simboli di un’epoca che cambiava il volto della città. In quei primi anni, la giovane Ornella fa storcere il naso ai benpensanti, ma conquista il pubblico con una voce intensa e una presenza scenica fuori dal comune.

Negli anni Sessanta arriva la svolta: l’incontro con la Scuola Genovese e con Gino Paoli. Da qui nasce un sodalizio artistico e anche sentimentale. “Senza fine”, scritta da Paoli per lei, resta una delle canzoni più amate del repertorio italiano. “Con Gino siamo rimasti amici per tutta la vita”, raccontava Vanoni in una delle ultime interviste, ricordando i concerti insieme come “un continuo incontro-scontro tra due caratteri forti”.

Sguardo oltre confine e nuove strade

La voce di Ornella Vanoni ha sempre guardato oltre i confini italiani. Dagli anni Settanta in poi si apre a influenze internazionali: interpreta brani di Roberto Carlos (“L’appuntamento”), Edith Piaf (“L’albergo a ore”) e Tammy Wynette (“Domani è un altro giorno”). Poi arriva l’incontro con Sergio Bardotti, Vinicius De Moraes e Toquinho, da cui nasce “La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria”, un album che ha portato la musica brasiliana nel nostro paese.

Negli anni Ottanta Vanoni vola a New York e registra “Ornella &”, lavorando con nomi del calibro di Gerry Mulligan, Gil Evans, Herbie Hancock, George Benson e i fratelli Brecker. Un disco che segna un altro passaggio importante nella sua carriera. “Ho sempre cercato di non restare ferma”, spiegava lei stessa, “perché la musica cambia e bisogna cambiare con lei”.

Una voce e un carattere fuori dagli schemi

Ornella Vanoni era famosa anche per la sua personalità imprevedibile. Negli ultimi anni in tv è diventata una presenza fissa, raccontando aneddoti senza filtri e spesso ignorando le regole del galateo televisivo. Nel 2024 ha festeggiato i novant’anni con l’incisione di “Ti voglio” insieme a Elodie e Ditonellapiaga, poi ha pubblicato “Diverse”, un nuovo progetto per BMG. Con Pacifico ha realizzato “Vincente o perdente”, un diario sentimentale più che una biografia.

Nel 2010 è stata la prima donna a ricevere il Premio Tenco come miglior cantautore, riconoscimento che ha accolto con la sua solita ironia: “Non mi aspettavo di essere considerata anche autrice”. La sua creatività non si è mai spenta: ha collaborato con Lucio Dalla, Fabrizio De André e tanti altri grandi nomi della musica italiana.

L’eredità di un’artista senza tempo

Fino all’ultimo giorno, Vanoni è rimasta ancorata al presente. Non si è mai fatta ingabbiare dalle mode o dai ricordi del passato. “Non voglio essere solo un classico”, confidava a chi le chiedeva come si sentisse a essere una leggenda vivente. La sua energia era chiara anche nelle ultime uscite pubbliche: battute pungenti, uno sguardo sempre curioso sul mondo e nessuna nostalgia.

Oggi la musica italiana perde una delle sue voci più riconoscibili. Ma resta il suo repertorio – da “Senza fine” a “L’appuntamento”, da “Domani è un altro giorno” a “La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria” – che continua a vivere nella memoria di tutti. E resta il ricordo di una donna che ha attraversato le stagioni senza mai perdere il contatto con la realtà.

Saverio De Luca

Da sempre appassionato di arte e architettura italiana, e voglio portarvi con me attraverso le bellezze nascoste e i tesori conosciuti del nostro paese. Fin da quando ero bambino, sono stato affascinato dai colori, dalle forme e dalle storie che l'arte e l'architettura raccontano. Ho deciso di trasformare questa passione in una carriera, e ora sono qui per condividere con voi il mio viaggio. La mia formazione accademica inizia con una laurea in Storia dell'Arte presso l'Università di Firenze, una città che rappresenta un vero e proprio museo a cielo aperto. È qui che ho sviluppato un occhio critico e una sensibilità particolare nei confronti delle opere d'arte e delle architetture che ci circondano. Ho poi proseguito i miei studi con un master in Architettura e Restauro, che mi ha portato a lavorare su progetti emozionanti di recupero e conservazione. Nel corso degli anni, ho scritto per diverse riviste d'arte e cultura, ma ciò che amo di più è raccontare le storie dietro le opere, dal Rinascimento alle avanguardie moderne, dai capolavori noti alle gemme nascoste. Spero di offrire a tutti voi una visione ricca e appassionata di come questi elementi si intrecciano nella nostra vita quotidiana. Oltre alla scrittura, amo viaggiare per l'Italia, esplorando città storiche, piccoli borghi e magnifici paesaggi per scoprire da vicino le meraviglie dell'architettura e dell'arte che il nostro paese ha da offrire. Sono sempre alla ricerca di mostre interessanti, atelier di artisti e laboratori di artigiani, luoghi in cui la creatività prende forma. Il mio obiettivo è farvi apprezzare la bellezza dell'arte e dell'architettura italiana in tutte le sue sfumature, condividendo con voi non solo le mie conoscenze, ma anche la passione e l'emozione che mi guidano ogni giorno..

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