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Nuove rivelazioni sull’omicidio Scopelliti: cosa emerge dall’autoradio del magistrato

Nella mattinata di oggi, la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Reggio Calabria ha avviato gli accertamenti tecnici irripetibili di tipo biologico sull’autoradio della Bmw utilizzata dal giudice Antonino Scopelliti, assassinato il 9 agosto 1991. Questo passo cruciale nell’inchiesta sul delitto, avvenuto a Piale, una frazione di Villa San Giovanni, rappresenta un importante sviluppo dopo oltre tre decenni di indagini.

Il procuratore Giuseppe Lombardo e il sostituto della DDA, Sara Parezzan, hanno conferito l’incarico alla polizia scientifica di Reggio Calabria, che avrà il compito di analizzare le tracce biologiche eventualmente presenti sull’autoradio. L’obiettivo è duplice:

  1. Verificare la presenza di DNA che possa fornire indizi sull’identità degli assassini.
  2. Raccogliere informazioni balistiche per ricostruire la dinamica dell’agguato che costò la vita al magistrato.

L’omicidio di Antonino Scopelliti ha scosso non solo il mondo della giustizia, ma anche l’intera società italiana. Scopelliti, all’epoca dei fatti, era un magistrato di Cassazione noto per il suo impegno nella lotta contro la mafia. La sua morte, avvenuta mentre si trovava in viaggio verso un’udienza, è stata attribuita a un agguato orchestrato da esponenti di Cosa Nostra e della ‘ndrangheta, due organizzazioni mafiose che storicamente operano in sinergia.

Accertamenti sull’autoradio

L’accertamento sull’autoradio avrà inizio domani e, una volta completate le operazioni, la polizia scientifica redigerà un’informativa con i risultati ottenuti. Questa informativa sarà fondamentale per i pm, che intendono confrontare i nuovi dati con quelli già in loro possesso. Sarà così possibile effettuare una ricostruzione tridimensionale della scena del crimine e determinare la traiettoria dei proiettili, un elemento chiave per comprendere la dinamica dell’omicidio.

Negli ultimi anni, l’inchiesta ha subito numerose evoluzioni. Inizialmente, gli indagati erano 24, ma tre di loro sono deceduti. Tra questi, spicca il nome di Matteo Messina Denaro, il noto boss di Castelvetrano, arrestato solo nel gennaio 2023, dopo decenni di latitanza. Anche Giovanni Tegano, boss di Archi, e Francesco Romeo, cognato di Benedetto Santapaola, uno dei capi storici di Cosa Nostra, sono deceduti. È importante notare che, nonostante le accuse, Santapaola è stato assolto in un precedente processo relativo all’omicidio di Scopelliti, complicando ulteriormente la situazione legale per i suoi familiari e per gli altri indagati.

Nuove testimonianze e sviluppi

Tra i nomi emersi nelle indagini, quello di Vincenzo Salvatore Santapaola, figlio di Benedetto Santapaola, è particolarmente significativo. Secondo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Avola, Vincenzo sarebbe il presunto esecutore materiale dell’omicidio, avendo colpito il magistrato con un fucile che, sempre secondo Avola, sarebbe stato sepolto a Belpasso, in provincia di Catania. Questa testimonianza ha riacceso l’interesse sull’omicidio e ha portato a un rinnovato sforzo investigativo.

L’omicidio di Scopelliti non è solo un caso isolato, ma rappresenta un capitolo di una storia più ampia, quella della lotta contro la mafia in Italia. Negli anni ’90, il paese ha vissuto una serie di omicidi di magistrati e politici impegnati nella lotta contro la criminalità organizzata, tra cui Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Questi eventi hanno avuto un impatto profondo sulla società italiana, portando a una maggiore consapevolezza e a un impegno rinnovato nella lotta contro la mafia.

Oggi, mentre le indagini sull’omicidio Scopelliti continuano, è evidente che la memoria di questo giudice e il suo impegno per la giustizia non sono stati dimenticati. Gli accertamenti tecnici sull’autoradio rappresentano un passo significativo verso la verità e la giustizia, non solo per la famiglia Scopelliti, ma per tutti coloro che credono in un’Italia libera dalla criminalità organizzata.

Il lavoro della DDA e delle forze dell’ordine è costante e determinato, con l’obiettivo di chiudere un cerchio che, per troppo tempo, è rimasto aperto. Gli sviluppi futuri di questa indagine potrebbero rivelarsi fondamentali per risolvere uno dei casi più inquietanti della storia recente italiana e per portare alla luce la verità su un omicidio che ha segnato profondamente il dibattito sulla giustizia e la legalità nel nostro paese.

Antonella Romano

Sono una redattrice innamorata della Sicilia, e in particolare della mia Palermo. Fin da piccola, ho respirato l'aria vibrante di questa terra ricca di storia, cultura e tradizioni. Ogni vicolo di Palermo racconta storie antiche, e io non mi stanco mai di scoprirle e condividerle. Mi sono laureata in Lettere Moderne presso l'Università di Palermo, dove ho approfondito il mio amore per la scrittura e la narrazione. Dopo gli studi, ho avuto l'opportunità di collaborare con diverse testate giornalistiche e riviste locali, scrivendo articoli che esplorano le meraviglie artistiche, culinarie e naturalistiche della nostra isola. La mia vera passione, tuttavia, è raccontare la vita quotidiana della Sicilia e i suoi abitanti straordinari. Cerco di portare i lettori in un viaggio virtuale tra mercati colorati, spiagge dorate e festival affollati, sperando di trasmettere l'unicità e la bellezza di questa terra. Quando non sono dietro alla tastiera, mi piace camminare lungo la costa, visitare i mercati locali e assaporare piatti tradizionali cucinati con amore. Ogni giorno in Sicilia offre l'opportunità di scoprire qualcosa di nuovo e inaspettato, e non vedo l'ora di condividere queste esperienze con voi. Seguitemi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, esplorando insieme cultura, sapori e tradizioni che rendono questa terra davvero speciale. Grazie per essere qui e per la vostra curiosità. Spero che attraverso le mie parole possiate innamorarvi della Sicilia tanto quanto lo sono io!

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