Parigi, 5 dicembre 2025 – A meno di un anno dalla prevista riapertura, la Cattedrale di Notre-Dame ha messo a segno un traguardo che i restauratori definiscono “cruciale”: la guglia, crollata durante il devastante incendio del 15 aprile 2019, è tornata al suo posto. Dopo mesi di lavoro, centinaia di artigiani, ingegneri e tecnici hanno raggiunto una tappa simbolica. Da stamattina, poco dopo le nove, parigini e turisti sull’Île de la Cité possono ammirare di nuovo la sagoma della guglia farsi largo nel profilo della città.
Guglia e restauro: le tappe decisive
Il recupero della guglia – progettata nel XIX secolo da Eugène Viollet-le-Duc e diventata uno dei simboli più riconoscibili di Parigi – è stato un lavoro che ha richiesto enormi precauzioni. Operai in tute bianche e caschi gialli hanno guidato con cura il montaggio delle parti in legno e piombo. Un’operazione preparata nei minimi dettagli: dal trasporto dei materiali (provenienti da foreste francesi certificate) ai calcoli per resistere al vento. “Vedere la guglia tornare in cima alla cattedrale è stato davvero emozionante – racconta Jacques Lebrun, capo cantiere –. Non si trattava solo di un lavoro tecnico, qui c’è l’anima stessa della cattedrale”.
Gli addetti ai lavori sottolineano che questa è stata la fase più delicata dopo aver messo in sicurezza l’edificio nel 2019, quando si temeva un crollo totale. Oggi il cantiere gira come un orologio: ponteggi che arrivano fino a 90 metri, gru sempre all’opera anche a sera, squadre che si alternano senza sosta.
Un cantiere sotto gli occhi del mondo
Il restauro della Cattedrale di Notre-Dame – con l’apertura fissata per dicembre 2026, confermata ieri dal presidente Emmanuel Macron – è tra i più seguiti d’Europa. Non solo in Francia: ogni mossa viene ripresa da telecamere, cronisti e curiosi. Le donazioni superano il miliardo di euro, con contributi anche da grandi aziende italiane come Fincantieri e Luxottica.
La fase della guglia aveva un peso particolare: “È il simbolo della rinascita di Parigi. Non potevamo sbagliare”, confida Philippe Villeneuve, architetto capo dei Monuments Historiques. Qualche intoppo non è mancato – le piogge forti delle scorse settimane hanno rallentato alcuni passaggi –, ma il ritmo non si è mai fermato. Secondo fonti del ministero della Cultura francese, restano ancora importanti lavori su vetrate, navata centrale e impianti elettrici. Ma il peggio sembra ormai alle spalle.
Un anno alla riapertura: emozione e attesa
Il conto alla rovescia verso la riapertura di Notre-Dame segna ormai i giorni della città. Molti non dimenticano quella sera dell’incendio: fumo fitto sopra Parigi, campane a lutto e migliaia radunati lungo la Senna. “Sembrava impossibile vederla risorgere così in fretta”, dice ieri Marie Laurent, guida storica della cattedrale con voce carica d’emozione.
Nei prossimi mesi arriveranno i nuovi arredi liturgici – moderni ma fedeli al progetto originale – e alcune opere d’arte recuperate dalle macerie torneranno al loro posto. Il programma è fitto: visite guidate per autorità (tra cui papa Francesco atteso all’inaugurazione), test sugli impianti acustici e controlli minuziosi dei sistemi antincendio.
Simbolo religioso e civile
Notre-Dame non è solo un monumento storico: è un punto di riferimento per fedeli e visitatori da tutto il mondo. Dal XIII secolo ha ospitato incoronazioni, funerali di Stato e momenti collettivi di raccoglimento. “È come se Parigi ritrovasse il suo cuore”, ha detto ieri Anne Hidalgo, sindaca della capitale francese. Il ritorno della guglia – con la croce che svetta visibile da boulevard Saint-Michel – rappresenta per molti una vera “seconda rinascita”, come quella dopo la Rivoluzione francese.
Solo allora si potrà parlare davvero di fine lavori. Ma questa mattina lungo la Senna si respira già aria di festa: chi passa davanti al cantiere si ferma più a lungo, scatta una foto o resta in silenzio ad ammirare quella silhouette tanto familiare che torna a dominare Parigi.





