Napoli, 31 dicembre 2025 – Si è spento ieri a Napoli il dirigente culturale Antonio Russo, figura di spicco nel teatro italiano. Aveva 72 anni e alle spalle una lunga carriera che lo aveva visto alla guida del Teatro Mercadante e dell’Ente Teatrale Italiano (ETI). Un uomo che ha dato molto alla scena artistica partenopea e non solo, contribuendo a diffondere un teatro di qualità in tutta la Penisola. La notizia è stata confermata lunedì sera dal Ministero della Cultura, dove Russo aveva ricoperto ruoli di primo piano.
Russo era approdato al Mercadante nei primi anni Duemila, nel cuore pulsante di Napoli. Dopo tanti anni trascorsi negli uffici del Mibact (ora Ministero della Cultura), la sua nomina aveva acceso grandi aspettative tra gli addetti ai lavori. E non ha deluso: in otto anni alla direzione, il teatro ha visto crescere sia il pubblico sia le produzioni originali. Ma soprattutto è diventato un punto fermo per il teatro contemporaneo nel Sud Italia. “Con Antonio abbiamo lavorato gomito a gomito per portare nuove compagnie e autori sul palco napoletano,” ricorda ieri Luca De Fusco, ex direttore artistico del teatro stabile.
Non solo spettacoli. Russo aveva stretto legami forti con enti locali, scuole e realtà sociali. Ha promosso progetti di inclusione e formazione che, come sottolinea la sindaca di Napoli, Maria Esposito, “hanno avvicinato al palcoscenico migliaia di giovani, molti dei quali hanno poi trovato in quel mondo la loro strada”.
Dopo il Mercadante, Russo ha preso le redini dell’Ente Teatrale Italiano, un’istituzione storica nata nel dopoguerra e poi chiusa nel 2010 dopo una riforma nazionale. La sua gestione, dal 2004 fino alla chiusura dell’ente, è stata segnata da difficoltà non da poco: fondi pubblici sempre più ridotti, riorganizzazioni sul territorio e l’impegno a tenere in vita festival e compagnie sostenute dall’ente. In un clima spesso teso tra scioperi e proteste degli operatori teatrali, Russo ha scelto la strada del dialogo.
“Provava sempre a trovare un accordo, anche quando i soldi scarseggiavano e la pressione politica si faceva sentire,” racconta al telefono Giorgio Albertazzi, uno degli ultimi presidenti dell’ETI. Molti lo ricordano seduto ai tavoli delle trattative con un taccuino pieno di appunti, pronto ad ascoltare sia i tecnici che gli artisti.
Terminata l’esperienza all’ETI – un periodo che Russo ricordava con qualche rimpianto in un’intervista del 2012 – è tornato a Roma come consulente per la Direzione generale Spettacolo dal vivo. Lì ha lavorato fianco a fianco con il ministro Franceschini nei primi anni Dieci del nuovo secolo, dando una mano a definire nuove regole sui finanziamenti pubblici per i teatri. “Era la persona giusta quando bisognava risolvere questioni complicate,” ricorda un funzionario che l’ha visto all’opera in diverse commissioni ministeriali.
Nel 2020 è tornato a vivere a Napoli, scegliendo però una vita più tranquilla. Non ha mai smesso però di seguire da vicino la comunità teatrale locale: spesso si faceva vedere agli spettacoli al Mercadante o al Bellini, seduto nelle ultime file senza farsi notare troppo. Chi lo conosce lo descrive come “una persona gentile ma decisa”, sempre pronto a dare consigli ai giovani registi in cerca di guida.
La scomparsa di Antonio Russo arriva dopo un anno difficile per la cultura italiana, segnato da varie perdite importanti. Sono subito arrivate le reazioni: dall’Associazione Nazionale dei Teatri Stabili, che l’ha definito “un dirigente che ha fatto del servizio pubblico una vera missione”, ai colleghi del Ministero della Cultura, molti dei quali hanno voluto ricordare soprattutto l’uomo oltre che il funzionario. “È rimasto sempre convinto che il teatro debba essere accessibile a tutti,” ha scritto ieri il ministro Gennaro Palmieri.
I funerali si terranno giovedì mattina alle 11 nella chiesa di Santa Maria degli Angeli in Piazza Municipio. Familiari e amici hanno chiesto riservatezza, ma si prevede una grande partecipazione da parte della città e dei tanti colleghi che hanno condiviso con lui lavoro e passione dietro le quinte.
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