Morosoli chiede di essere convocato per il ticket ai Crateri Silvestri del Parco Etna - ©ANSA Photo
Catania, 20 novembre 2025 – È tornato sotto i riflettori il tema dell’accesso ai Crateri Silvestri dell’Etna. Ieri, l’imprenditore Francesco Russo Morosoli, patron della Funivia dell’Etna, ha difeso con decisione il biglietto da cinque euro richiesto per entrare nell’area del rifugio Sapienza. L’occasione è stata un’audizione davanti alla IV commissione dell’Assemblea regionale siciliana (Ars), dove Russo Morosoli ha respinto con fermezza le accuse di attività illecita o abusiva.
Per Russo Morosoli, il biglietto d’ingresso – introdotto da pochi mesi e valido solo per chi non è residente in Sicilia – non necessita di nessuna autorizzazione specifica da parte del Parco dell’Etna. “Quello che facciamo ai Crateri Silvestri non ha bisogno di permessi particolari, perché il biglietto serve solo per l’accesso all’area, non per una vera e propria fruizione”, ha spiegato durante l’audizione. La differenza, ha aggiunto, sta nel fatto che solo chi offre escursioni guidate o servizi extra deve avere un via libera ufficiale dal Parco.
La questione ha acceso polemiche tra operatori turistici, ambientalisti e amministratori locali. C’è chi mette in dubbio la legittimità del ticket, chi teme che l’Etna possa perdere il suo volto di patrimonio aperto a tutti. Ma Russo Morosoli resta tranquillo: “Rifiutiamo con forza l’accusa di attività illecita”, ha ribadito davanti ai commissari regionali.
Nonostante le tensioni, il capo della Funivia si è detto disponibile a sedersi attorno a un tavolo. “Spero che il Parco dell’Etna mi convochi presto per trovare una soluzione che vada bene a tutti: cittadini, operatori, guide e associazioni ambientaliste”, ha detto chiaramente. Durante l’audizione in Ars, ha sottolineato la sua volontà di partecipare a ogni iniziativa che possa portare a un accordo “giusto e funzionale”. Un’apertura che, a suo dire, è stata accolta bene dai presenti.
“Non si fa un favore a nessuno isolando una parte del mio intervento in commissione”, ha aggiunto, invitando a guardare il discorso nella sua interezza.
Il dibattito sul ticket ai Crateri Silvestri non si ferma nei palazzi della politica. Al rifugio Sapienza, dove ogni giorno passano centinaia di turisti, si parla della novità con opinioni diverse. Alcuni commercianti raccontano di un leggero calo tra i visitatori non residenti, altri invece dicono che l’impatto è minimo. “Cinque euro non sono una spesa eccessiva”, confida un negoziante, “ma serve più chiarezza sulle regole”.
Le associazioni ambientaliste, dal canto loro, chiedono trasparenza su come vengono usati i soldi raccolti e su come si gestisce l’area. Per ora, il Parco dell’Etna non ha ancora convocato un incontro ufficiale con tutti gli interessati. Ma, secondo fonti vicine all’ente, una riunione potrebbe arrivare già nelle prossime settimane.
Dietro la vicenda c’è un contesto normativo non semplice. L’Etna è patrimonio mondiale dell’Unesco dal 2013 e fa parte del Parco regionale, nato nel 1987. Le regole per entrare nelle zone vulcaniche spesso si prestano a interpretazioni diverse tra enti pubblici e privati. In questo caso, la Funivia sostiene che il ticket è legittimo perché non aggiunge servizi o cambia in modo sostanziale l’esperienza di chi visita i Crateri.
Resta da vedere se il dialogo che Russo Morosoli vuole aprire porterà a un accordo condiviso o se la questione continuerà a dividere pubblico e privato. Nel frattempo, chi va ai Crateri Silvestri continua a pagare il biglietto – a eccezione dei siciliani – mentre il dibattito resta acceso su come proteggere il sito senza chiudere le porte ai visitatori.
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