Venezia, 23 dicembre 2025 – L’Accademia di Belle Arti di Venezia ha dato il via a un progetto di collaborazione con realtà locali per mettere in luce il patrimonio artistico della città e creare nuovi scambi tra studenti e territorio. L’iniziativa, partita all’inizio di dicembre, coinvolge una ventina di studenti scelti tra i corsi di Pittura, Scultura e Decorazione, chiamati a realizzare una serie di installazioni pensate per gli spazi pubblici veneziani.
L’idea, spiegano i docenti dell’Accademia, nasce dal desiderio di riportare l’arte contemporanea nei luoghi vissuti ogni giorno, fuori dai classici circuiti museali. “Abbiamo voluto dare agli studenti la possibilità di confrontarsi con la città vera”, racconta il professor Luca Montanari, docente di Installazioni multimediali e coordinatore del progetto. “Non è solo un’occasione formativa, ma un modo concreto per mettere Venezia al centro come laboratorio sperimentale”.
Gli allestimenti saranno esposti tra Campo Santa Margherita, fondamenta dei Tolentini e alcune zone meno frequentate dai turisti. I primi sopralluoghi si sono svolti lunedì 15 dicembre alle 10 del mattino: gli studenti, con il blocco da disegno sotto braccio e tute da lavoro, hanno ascoltato le indicazioni dei responsabili dei lavori pubblici del Comune. Un incontro informale, a metà strada tra una lezione all’aperto e una chiacchierata tra amici.
Il percorso durerà fino a febbraio e prevede diverse tappe pratiche. Nelle prossime settimane gli studenti realizzeranno bozzetti, modelli in scala e proposte digitali, supportati dagli artigiani locali. Il Comune ha garantito piena collaborazione per l’uso degli spazi pubblici. I materiali – metallo, legno riciclato, tessuti naturali – arrivano in parte da sponsor privati.
“È un’occasione preziosa anche per noi”, spiega Elena Zanin, studentessa al secondo anno di Scultura. “Raramente capita di vedere davvero come le proprie idee si inseriscono nel tessuto urbano”. Il regolamento impone pochi limiti: ogni opera deve dialogare con l’ambiente intorno e rispettare la fragilità storica dei luoghi. Gli artisti lavoreranno anche su temi suggeriti dai residenti: dal rapporto acqua-città alla memoria dei mestieri tradizionali.
Cruciale il ruolo delle associazioni locali, che hanno aderito con entusiasmo. Il gruppo “Venezia Autentica” seguirà la comunicazione degli eventi, mentre il centro culturale Casa dell’Arte metterà a disposizione spazi per workshop e incontri pubblici. Anche alcuni negozi della zona hanno offerto le loro vetrine per piccole esposizioni temporanee.
“Venezia vive grazie al suo tessuto sociale”, sottolinea Lucia Bertelli, presidente dell’associazione. “Solo facendo rete tra istituzioni e cittadini si può davvero parlare di rinascita, che passa anche dalla creatività dei giovani”.
Secondo le stime dell’Accademia, saranno circa 2.000 i visitatori nei primi due mesi della manifestazione. Un numero destinato a crescere grazie al passaparola e alle attività collaterali: visite guidate, laboratori per le scuole elementari e incontri con artisti internazionali ospiti speciali.
Per i promotori il progetto vuole anche rilanciare l’immagine di Venezia come città viva, non solo un museo a cielo aperto. Gli studenti saranno valutati non solo sulla qualità tecnica delle opere ma anche sull’impatto sociale delle loro idee: “Oggi un artista deve sapersi confrontare con la comunità”, ribadisce Montanari.
L’appuntamento più atteso è fissato per il 12 febbraio con l’inaugurazione del percorso diffuso delle installazioni finite. Intanto ogni sabato pomeriggio sarà possibile seguire dal vivo le fasi di montaggio in fondamenta dei Tolentini dalle 15 alle 17.
Il progetto – che potrebbe essere replicato negli anni a venire – vuole diventare un modello anche per altre città italiane. “Se la risposta della città sarà positiva”, ammette Montanari, “c’è l’idea di estendere la collaborazione ad altri enti pubblici e privati”.
Per ora Venezia osserva con interesse questo cantiere d’arte all’aperto: tra speranze, idee in movimento e il desiderio di riscoprirsi attraverso gli occhi – e le mani – delle nuove generazioni creative.
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