Messina, 5 dicembre 2025 – Questa mattina, nell’aula del Consiglio regionale della Sicilia, si è acceso un piccolo scontro tra l’assessore regionale alla Sanità, Antonio De Luca, e il consigliere del Partito Democratico, Fabio Venezia. Era circa mezzogiorno meno un quarto quando, durante la discussione sulle misure sanitarie per il Messinese, la tensione ha preso il sopravvento.
Tutto è cominciato con una domanda precisa di Venezia sulla tempistica dei lavori per il nuovo polo ospedaliero di Barcellona Pozzo di Gotto. L’assessore De Luca, noto per il suo modo schietto di parlare, ha risposto spiegando che “i fondi sono stati stanziati a luglio” e che “non si possono bruciare le tappe solo per fare notizia”. La replica del consigliere non si è fatta attendere: “Se non si accelera, rischiamo l’ennesima cattedrale nel deserto,” ha incalzato, rivolgendosi sia alla giunta che ai colleghi in aula.
Ne è nato un breve battibecco. Parole scandite, qualche tono più alto. I presenti hanno seguito con attenzione. Qualcuno scuoteva la testa, altri sorridevano appena. “Capisco l’urgenza, ma sui temi della salute non si può improvvisare,” ha ribattuto De Luca, puntando il dito verso i tecnici dell’ASP di Messina, seduti in fondo alla sala.
Nel corso del confronto sono saltate fuori informazioni sulle procedure in corso. De Luca ha spiegato: “A settembre abbiamo affidato la progettazione preliminare e ora aspettiamo la validazione. Senza quella, non si parte coi cantieri”. Dai documenti a disposizione dei cronisti emerge che per l’opera sono stati stanziati 38 milioni di euro provenienti da fondi regionali e statali. Ma per Venezia questo non basta: “Non possiamo permetterci di aspettare altri cinque anni,” ha sottolineato con forza.
Tra il pubblico, composto soprattutto da sindaci e rappresentanti locali – tra cui anche il sindaco di Milazzo, Pippo Midili – il botta e risposta ha suscitato attenzione. Molti hanno preso appunti su cifre e scadenze.
Momento chiave quando De Luca ha rivolto direttamente a Venezia un invito netto: “Se c’è un modo migliore, me lo dica ora. Io però non mi fido delle scorciatoie”. A quel punto il presidente d’aula, Filippo Sciacca, è intervenuto richiamando tutti alla calma e al rispetto dei tempi.
Dopo il richiamo la tensione è calata. Venezia, visibilmente contrariato, ha raccolto i suoi appunti e fuori dall’aula si è detto “deluso da chi dovrebbe tutelare la salute pubblica”. Ai microfoni dei giornalisti ha chiarito: “Non è una questione personale contro De Luca. È una battaglia per chi vive in provincia e aspetta servizi dignitosi”.
Anche l’assessore ha commentato al termine della seduta: “Sono sempre disponibile a confrontarmi con tutti. Ma qui serve concretezza. I progetti vanno avanti con i fatti, non con le polemiche”. Intorno alle 12.30 la tensione era ormai scemata: assessore e consigliere si sono incrociati nei corridoi senza più scambiarsi battute.
Questa vicenda racconta un problema più grande che pesa sulla sanità del Messinese. Le liste d’attesa sono cresciute del 22% nell’ultimo anno (dati ASP). Le strutture arrancano nel trovare personale e le nuove opere spesso si bloccano tra burocrazia e ricorsi giudiziari. Un funzionario regionale presente oggi in aula ammette: “Non sarà facile convincere i cittadini se i tempi restano questi”.
Nel pomeriggio diverse associazioni locali hanno ribadito le loro preoccupazioni con comunicati stampa inviati alle redazioni. Il comitato ‘Salviamo la Sanità’ ha scritto: “Il nuovo polo ospedaliero non deve diventare solo un annuncio vuoto”. Intanto il clima in Consiglio resta teso: la prossima seduta sul tema è prevista tra sette giorni, quando parleranno anche i sindacati della sanità.
Così lo scontro di oggi riflette una tensione diffusa e radicata nel territorio. Dietro le parole forti tra assessore e consigliere rimane una domanda aperta: quanto dovranno ancora aspettare cittadini e pazienti prima di vedere risposte concrete? Al momento nessuno offre certezze.
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