La cornice storica e suggestiva delle Terme di Caracalla e della Basilica di Massenzio ha fatto da sfondo a una straordinaria stagione di arte e cultura, culminata nel recente Caracalla Festival di emozioni e sfide. Questo evento, come sottolineato dal regista Damiano Michieletto, ha offerto al pubblico un’estate ricca di appuntamenti indimenticabili, sfide artistiche e forti emozioni. Michieletto, che ha avuto l’onore di curare la direzione artistica di quest’anno, ha descritto il periodo come un momento di benessere e armonia con il teatro.
Un finale emozionante
Il festival si è chiuso in bellezza con l’interpretazione dei “Carmina Burana” di Carl Orff, un’opera dedicata a chi sta soffrendo ed è costretto ad affrontare l’inferno della guerra. Le parole “Pax optima rerum” (La pace è la cosa migliore) si sono levate maestose sullo sfondo delle rovine, rimarcando il messaggio di pace e solidarietà in un contesto di conflitti globali. Questo richiamo ha risuonato forte e chiaro in un momento storico caratterizzato da tensioni internazionali crescenti.
Numeri da record
I numeri di quest’edizione del festival parlano chiaro:
- 122.000 spettatori hanno affollato le platee.
- Media di riempimento dell’85% tra le Terme e la Basilica di Massenzio, utilizzata per la prima volta per produzioni operistiche.
- Sold out per tutte e quattro le recite di “Don Giovanni” di Mozart, l’ultima di “West Side Story” di Bernstein e la rappresentazione unica dei “Carmina Burana”.
- La prima della “Traviata” ha stabilito un record assoluto di incassi per uno spettacolo d’opera a Caracalla, superando i 271.000 euro.
- Il “Trittico” di danza ha registrato 4.037 spettatori e incassi per 205.705 euro.
Un messaggio di responsabilità
“Questa esperienza”, ha dichiarato Michieletto all’ANSA, “mi ha confermato che lavorando insieme, cercando di tirare fuori l’orgoglio e l’entusiasmo, si possono creare molte cose”. Il suo approccio collaborativo ha portato alla realizzazione di un programma artistico ricco e variegato, dove ogni membro del team ha dato il massimo per raggiungere un obiettivo comune. Michieletto ha sottolineato l’importanza di valorizzare e responsabilizzare tutti i collaboratori, un insegnamento che intende portare con sé anche in futuro.
In merito alle prospettive per la prossima edizione del festival, Michieletto ha annunciato che il prossimo anno il Festival si terrà principalmente al Circo Massimo, un’altra straordinaria location nel cuore di Roma. Ha espresso la speranza che l’estate del 2026 possa essere ricca di eventi emozionanti, riflettendo il suo amore per il teatro e la musica.
Francesco Giambrone, sovrintendente dell’Opera di Roma, ha elogiato il cartellone innovativo che è riuscito a coinvolgere un pubblico eterogeneo, sottolineando la dedizione di tutti i lavoratori della Fondazione. Un aspetto significativo del festival è stata la scelta di richiamare l’attenzione del pubblico sulle tragedie causate dalle guerre. Giambrone ha affermato che il teatro non può rimanere in silenzio di fronte all’orrore del mondo, sottolineando l’urgenza di prendere una posizione chiara contro la guerra e per la pace.
Le parole di Michieletto risuonano come un invito all’umanità a non dimenticare i diritti inviolabili che devono essere rispettati, specialmente nei momenti di conflitto. “Sta a noi pretendere che vengano rispettati, che nessun bambino e nessun essere umano sia umiliato e disprezzato”, ha concluso, richiamando l’attenzione sulla responsabilità collettiva di lavorare per un futuro migliore.
Il Caracalla Festival di quest’anno non è stato solo un evento culturale, ma una vera e propria celebrazione della creatività e della resilienza umana, un momento in cui l’arte ha trovato la sua voce per esprimere solidarietà e speranza in un mondo spesso segnato dal dolore.