L'ultimo saluto a Ornella Vanoni: il Piccolo Teatro si riempie di applausi dei milanesi - ©ANSA Photo
Milano, 23 novembre 2025 – Questa mattina il feretro di Ornella Vanoni è arrivato al Piccolo Teatro Grassi di Milano, dove è stata allestita la camera ardente per l’ultimo saluto all’artista, scomparsa venerdì scorso a 91 anni. Poco dopo le 9, un lungo applauso ha accolto il feretro. Centinaia di persone, alcune arrivate già all’alba, hanno fatto la fila con pazienza per omaggiare una delle voci più iconiche della musica italiana. Tra i primi a presentarsi, il sindaco di Milano Giuseppe Sala e l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi.
La camera ardente resterà aperta oggi fino alle 14 e domani dalle 10 alle 13. Alle 15, invece, si terranno i funerali nella chiesa di San Marco a Brera, il quartiere dove Vanoni aveva scelto di vivere negli ultimi anni. Davanti al teatro, l’atmosfera è raccolta, quasi sospesa. Su via Dante, la fila silenziosa si allunga fino quasi a piazza Cairoli. C’è chi stringe un vecchio vinile, chi un mazzo di fiori. “Non potevo mancare”, dice a bassa voce una signora, “la sua voce mi ha accompagnata per tutta la vita”.
Per il sindaco Sala, Ornella Vanoni è un simbolo della milanesità, “intesa come il desiderio di essere liberi, senza farsi condizionare dal giudizio degli altri o dal mainstream”. Un esempio, ha detto Sala, con una storia legata profondamente alla città. “Dobbiamo trovare un modo per ringraziarla, ma anche per mantenere vivo il suo insegnamento”. Il Comune sta pensando a un omaggio permanente: “La strada non è ancora decisa, ma vogliamo trovare una forma che continui a trasmettere quello che lei ci ha lasciato. Ci stiamo lavorando. Non eravamo pronti a questo, però”.
Vanoni scherzava spesso, racconta Sala, chiedendo la dedica di un’aiuola. “Era parte del suo gioco, ma ora serve fare qualcosa di concreto. Stiamo cercando qualcosa di significativo, coinvolgendo anche la famiglia e chi le è stato vicino nell’ultimo periodo”. Il sindaco ha preso l’impegno di creare “qualcosa che faccia sentire Ornella sempre un po’ tra di noi”.
Vanoni era una donna unica, fuori dagli schemi, confida Sala ai giornalisti davanti al teatro. “Ricordo quando veniva in ufficio: invece di parlare di lavoro, mi chiedeva della mia vita privata, se ero felice, arrabbiato, come andava il mio rapporto di coppia”. Un modo tutto suo di entrare in contatto con le persone. “Cercheremo di ricordarla nel modo migliore possibile”, ha concluso il sindaco.
La giornata scorre tra abbracci discreti e sguardi bassi. Sul sagrato del Piccolo Teatro Grassi si alternano volti noti dello spettacolo e cittadini comuni. C’è chi lascia un biglietto, chi si ferma in silenzio davanti alla bara coperta di fiori bianchi. Il personale del teatro accompagna i visitatori con discrezione. All’interno, una foto in bianco e nero della cantante campeggia accanto al feretro.
Domani mattina la camera ardente riaprirà per altre tre ore. Poi, alle 15, la cerimonia funebre nella chiesa di San Marco a Brera. Una scelta non casuale: in quel quartiere Vanoni ha trovato negli ultimi anni una dimensione raccolta, quasi domestica.
Ornella Vanoni lascia un vuoto enorme nella cultura milanese e italiana. La sua voce – roca e riconoscibile – ha attraversato decenni e generazioni. Ma, come ricordano chi l’ha conosciuta, resta soprattutto il suo spirito libero. “Sembrava invincibile”, ha ammesso Sala. Solo ora che la città si ferma per salutarla si capisce davvero quanto fosse parte della vita quotidiana di Milano.
Nei prossimi giorni il Comune parlerà con la famiglia per decidere come ricordarla in modo permanente. Per ora restano la lunga fila su via Dante e il silenzio raccolto dei milanesi: un addio che già profuma di nostalgia.
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