Napoli, 29 dicembre 2025 – Nel cuore di Scampia, quartiere simbolo della periferia nord di Napoli, il Progetto Nereidee sta dando concretezza a una scommessa lanciata due anni fa. Grazie al sostegno della Fondazione Sanlorenzo, un gruppo di associazioni e giovani imprenditori porta avanti attività tangibili per tutelare la biodiversità e offrire nuove opportunità all’economia locale.
Imprenditori e giovani uniti per cambiare la città
L’iniziativa, partita nella primavera del 2023, coinvolge oggi una trentina di ragazzi tra i 20 e i 30 anni, cresciuti tra le Vele, le stazioni della metropolitana e le piazze del quartiere. «Abbiamo cominciato pulendo alcune aree verdi abbandonate vicino al Parco Corto Maltese», racconta Carmine, 27 anni, uno dei coordinatori. Da lì sono nate piccole imprese sociali: cooperative che coltivano erbe aromatiche – menta, rosmarino, salvia – e vendono direttamente nei mercatini della zona. Un circolo virtuoso, sottolineano gli operatori della Fondazione Sanlorenzo: «Non si tratta solo di ambiente. Qui il tasso di disoccupazione giovanile sfiora il 50%, perciò queste sono vere occasioni di lavoro».
Orti urbani e apiari: il cuore della biodiversità
Al centro del progetto ci sono gli orti urbani: una ventina di strisce di terra recuperate tra aiuole trascurate, palazzi popolari e vicino ai binari. Qui crescono ortaggi locali e varietà quasi dimenticate. «Abbiamo riscoperto il pomodorino vesuviano e la cipolla di San Giovanni a Teduccio», spiega Maria Rosaria, volontaria e studentessa di Agraria alla Federico II.
La sfida riguarda anche le api: tre apiari urbani sono stati installati nella zona di Cupa Perillo, vicino alle scuole. Gli alveari – con oltre 60mila api ciascuno – vengono seguiti dagli apicoltori dell’associazione Nereidee e dagli studenti. Il miele prodotto viene venduto a prezzi accessibili (6 euro per un vasetto da 250 grammi) e distribuito nei centri anziani e nei ristoranti locali. Un piccolo segnale che la biodiversità non solo torna visibile ma crea anche valore.
Un modello che costruisce fiducia
La Fondazione Sanlorenzo, nata nel 2019 con il supporto di imprese locali e filantropi napoletani, non si limita a finanziare il progetto. Offre formazione tecnica e legale ai giovani coinvolti e ha attivato un servizio di tutoraggio per chi avvia una micro-attività. «La vera sfida è ridare fiducia», ammette Marco Esposito, direttore della fondazione. «Qui la gente è abituata a vedere partire iniziative che poi si spengono in pochi mesi. Stavolta invece la partecipazione cresce: agli incontri settimanali arrivano genitori, pensionati, commercianti».
L’effetto sul tessuto sociale si vede nei piccoli gesti quotidiani. Domenica scorsa alle 9 del mattino, tra cassette di lattuga e vasetti di miele, c’erano almeno quaranta persone: anziani che si scambiavano consigli sulla potatura; ragazzini intenti a disegnare cartelli per proteggere le piante; un’insegnante delle medie che raccontava agli studenti la storia delle api napoletane.
Un aiuto concreto all’economia locale
Il riscontro economico arriva soprattutto dai mercatini settimanali. Secondo le stime dell’associazione Nereidee, nei primi sei mesi del 2025 sono stati venduti oltre 800 chili di verdure fresche e 400 vasetti di miele prodotto in zona. Un giro d’affari modesto – poco più di 15mila euro totali – ma rappresenta una reale opportunità per chi finora era rimasto ai margini. «Ho lasciato un lavoro precario in pizzeria», racconta Antonio, ventiquattrenne del quartiere, «adesso guadagno abbastanza per pensare a comprare casa con la mia compagna».
Le associazioni presenti hanno anche contribuito a ridurre i piccoli atti vandalici che spesso colpivano le aree verdi. Polizia locale e Comune collaborano con i responsabili del progetto per mantenere vivi gli spazi recuperati.
Un modello da estendere ad altri quartieri
Ora la sfida è far crescere questo modello: la Fondazione Sanlorenzo lavora con altre realtà campane per portare il progetto in quartieri simili come Ponticelli o Secondigliano. L’obiettivo è doppio: dare opportunità reali ai giovani e dimostrare che anche in zone difficili la biodiversità urbana può essere un motore economico.
«Non trasformeremo Scampia in un giorno», confida Carmine mentre distribuisce insalate fresche al mercato del martedì, «ma ogni pianta che cresce qui è una speranza in più per chi verrà dopo». Nel silenzio della mattina, tra cassette vuote e voci discrete, sembra proprio così.





