Legambiente solleva dubbi sul piano di gestione della pre riserva Stagnone - ©ANSA Photo
Il circolo di Legambiente Marsala-Petrosino ha espresso una netta opposizione alla bozza del piano di gestione della zona B, che include la fascia costiera della riserva naturale dello Stagnone. Presentata recentemente a Birgi dall’amministrazione comunale, questa bozza, secondo l’associazione ambientalista, non chiarisce gli obiettivi della gestione dell’area protetta e sembra invece legittimare una situazione di caos già esistente.
In una nota ufficiale, Legambiente ha sottolineato che l’incontro di Birgi, anziché fornire indicazioni chiare sulle politiche future di gestione, ha sancito un approccio che cerca di mediare tra interessi economici e la necessità di tutelare l’ambiente. Le preoccupazioni espresse dal presidente del circolo, Giuseppe Marino, riguardano in particolare le dichiarazioni del sindaco di Marsala, Massimo Grillo. Quest’ultimo ha lasciato intendere che nelle aree di pre-riserva continueranno a essere consentite attività già in corso, come:
Queste problematiche non sono solo teoriche, ma rappresentano un rischio concreto per la fragile area umida di San Teodoro. Questo ecosistema, già compromesso da anni di espansione incontrollata delle attività turistiche e ricreative, potrebbe subire ulteriori danni se le attuali pratiche di gestione non vengono riconsiderate in un’ottica di sostenibilità. Legambiente ha evidenziato che la gestione dell’area dovrebbe prioritariamente mirare alla regolamentazione delle attività economiche, piuttosto che alla loro espansione. La preoccupazione principale è che l’obiettivo finale sia quello di aumentare il numero di attività economiche, piuttosto che garantire una tutela efficace dell’ambiente.
Un altro aspetto controverso del piano riguarda la proposta del sindaco Grillo di realizzare, all’interno della zona B, un centro di promozione del vino biologico. Questa iniziativa, che prevede l’utilizzo dei locali dell’ex impianto di acquacoltura di San Teodoro, è stata criticata da Legambiente poiché ritenuta in netto contrasto con le raccomandazioni di esperti e naturalisti. Questi ultimi suggeriscono di avviare un processo di rinaturalizzazione dell’area, restituendo spazio alla vegetazione autoctona e alla fauna avicola, anziché continuare a sviluppare progetti che potrebbero ulteriormente alterare l’equilibrio naturale.
La riserva naturale dello Stagnone è un ecosistema di grande pregio, noto per la sua biodiversità e per i suoi paesaggi mozzafiato, che richiederebbero una gestione attenta e rispettosa. Tuttavia, la crescente pressione turistica e le attività economiche non regolamentate hanno già avuto un impatto significativo sull’area. La laguna, che ospita numerose specie di uccelli migratori e una varietà di flora e fauna, è a rischio di deterioramento. L’acqua salmastra e le saline, che un tempo erano elementi vitali per l’equilibrio dell’ecosistema, stanno subendo cambiamenti che potrebbero risultare irreversibili se non si interviene in modo tempestivo e appropriato.
Legambiente ha sollecitato un ripensamento del piano di gestione, auspicando un approccio più orientato alla conservazione e alla valorizzazione delle risorse naturali. Sono necessarie politiche che promuovano un turismo sostenibile, che non comprometta l’integrità ecologica della riserva, ma che anzi, possa contribuire a sensibilizzare i visitatori sull’importanza di preservare gli ambienti naturali.
In questo contesto, il coinvolgimento delle comunità locali è essenziale. È fondamentale che i cittadini di Marsala e Petrosino siano parte attiva nel processo di gestione della riserva, portando le loro istanze e contribuendo a creare un equilibrio tra sviluppo economico e tutela ambientale. La trasparenza nella comunicazione e il dialogo con le associazioni ambientaliste come Legambiente sono passi cruciali per garantire che le decisioni prese siano realmente orientate al bene comune e alla salvaguardia dell’ecosistema.
In sintesi, la questione del piano di gestione della riserva naturale dello Stagnone non riguarda solo gli aspetti economici e turistici, ma tocca anche temi fondamentali legati alla conservazione della biodiversità e alla sostenibilità ambientale. Legambiente chiede un cambio di rotta, affinché si possa finalmente avviare un percorso di gestione che rispetti e valorizzi l’unicità di questo splendido territorio.
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