Il 15 settembre 2023 segna un anniversario significativo: cento anni dalla nascita di Giuseppe “Pippo” Fava, un intellettuale e giornalista che ha lasciato un’impronta indelebile nella lotta contro la mafia in Italia. Per commemorare questa ricorrenza, La7 ha deciso di trasmettere per la prima volta in TV il documentario “L’ultima fila, storia di Pippo Fava”. Questo lavoro, diretto da Emanuela Ranucci e Maria Carla Virzì e prodotto da Loom Production, rappresenta un viaggio attraverso la memoria privata di Fava e la storia collettiva di un’epoca segnata dalla violenza mafiosa.
L’omicidio di Pippo Fava, avvenuto il 5 gennaio 1984, è una ferita profonda nella storia italiana. Il giornalista fu assassinato a Catania, colpito da cinque proiettili alla nuca, mentre si trovava davanti al Teatro Stabile, dove la nipotina di sei anni, Francesca, stava recitando in “Pensaci, Giacomino!” di Luigi Pirandello. Questo tragico evento è rimasto scolpito nella memoria della famiglia di Fava e di tutti coloro che hanno vissuto quell’epoca. Oggi, Francesca Andreozzi è la presidente della Fondazione Fava e la voce narrante principale del documentario. Attraverso il suo racconto, il pubblico ha l’opportunità di rivivere i timori e le ansie che hanno preceduto l’omicidio di suo nonno, nonché il clima di intimidazione che circondava la famiglia e il lavoro di Fava.
la lotta per la verità e la giustizia
Il documentario non si limita a celebrare la figura di Pippo Fava, ma affronta anche le ingiustizie e le difficoltà che la sua famiglia ha dovuto affrontare nella battaglia per la verità e la giustizia. L’avvocata Adriana Laudani, parte civile nel processo contro Nitto Santapaola e il suo gruppo mafioso, condivide la sua esperienza di una lunga e complessa battaglia giudiziaria, caratterizzata da un numero esiguo di condanne e da un’infinità di zone d’ombra. Questo aspetto del documentario evidenzia non solo la fragilità del sistema giudiziario italiano, ma anche la determinazione di chi, come Laudani, ha continuato a lottare per la giustizia in nome di Fava.
il legame tra passato e presente
Una delle peculiarità di “L’ultima fila” è il modo in cui riesce a intrecciare il passato con il presente. Attraverso le parole del procuratore capo di Palermo, Maurizio De Lucia, il documentario esplora le intuizioni di Pippo Fava, ponendo in luce ciò che è cambiato e ciò che è rimasto immutato nei rapporti tra mafia, imprenditoria, banche e politica. Questo collegamento tra passato e presente è fondamentale per comprendere l’eredità di Fava e il contesto attuale della lotta contro la mafia in Italia. Fava ha sempre sostenuto che la mafia non è solo un fenomeno criminale, ma un sistema di potere che pervade diversi aspetti della società, un’idea che risuona ancora oggi.
la voce di un’epoca
Il documentario è arricchito da interviste ai giornalisti Michele Gambino e Antonio Roccuzzo, che raccontano le inchieste del giornale “I Siciliani”, fondato da Fava nel 1960. Questo periodico ha rappresentato una voce libera e coraggiosa in un contesto di silenzio e complicità, dando spazio a inchieste che hanno messo in luce le collusioni tra mafia e politica, e contribuendo a scuotere le fondamenta del potere a Catania. Le parole di Fava, riproposte nel documentario, sono un richiamo alla memoria collettiva: frammenti di discorsi pubblici, alcuni inediti, che continuano a risuonare come manifestazioni di coraggio civile. La sua celebre definizione della mafia come “una bestia immane, una piovra oscura, la cosa più schifosa sulla faccia della terra” è un monito che non perde di attualità.
“L’ultima fila” non è solo un tributo a Pippo Fava, ma una riflessione profonda sulla resilienza della verità e sulla necessità di non dimenticare il passato. La sua storia è quella di un uomo che, con la sua penna, ha cercato di illuminare le ombre di un sistema corrotto e ha pagato con la vita la sua dedizione alla giustizia. Il documentario invita il pubblico a interrogarsi non solo sulla memoria di Fava, ma anche sulle sfide contemporanee nella lotta contro la mafia e sull’importanza di continuare a sostenere chi si oppone alla criminalità organizzata.
In un’epoca in cui le voci critiche sono spesso silenziate, la figura di Pippo Fava emerge come simbolo di resistenza e integrità. La7, attraverso “L’ultima fila”, offre una piattaforma a questa narrazione, contribuendo a mantenere viva la memoria di un uomo che ha dedicato la sua vita alla verità e alla giustizia. La sua eredità continua a ispirare generazioni di giornalisti e attivisti, e il documentario rappresenta un invito a riflettere su come, anche oggi, la lotta contro la mafia richieda coraggio e determinazione.