Categories: Spettacolo e Cultura

La Bohème a Jesi 2026: Belle Époque e Moulin Rouge nel Trittico Operistico con Fourny

Milano, 17 dicembre 2025 – Sono quattro i titoli che segneranno la stagione 2026 del Teatro alla Scala: “Trittico”, “Don Pasquale”, “Nabucco” e una novità assoluta, “L’esecuzione”. L’annuncio è arrivato stamattina durante la presentazione ufficiale nella sala Toscanini, gremita di giornalisti e addetti ai lavori. Sul palco, davanti ai microfoni e ai taccuini, il sovrintendente Dominique Meyer e il direttore musicale Riccardo Chailly, entrambi soddisfatti per una proposta che unisce grandi classici e nuove sfide.

Tradizione e novità in scena

La stagione lirica 2026 si preannuncia ricca di emozioni, con opere amatissime dal pubblico milanese e internazionale ma anche uno sguardo rivolto al nuovo. Ad aprire sarà il “Trittico” di Giacomo Puccini, scelta non casuale in un anno che segna i cento anni dalla morte del compositore toscano. “Volevamo rendere omaggio a Puccini con un progetto che avesse senso anche narrativo”, ha spiegato Meyer. Ecco perché il Trittico, con i suoi tre atti indipendenti ma collegati, è stata la soluzione naturale. Dietro la regia c’è Davide Livermore, ormai una presenza abituale sul palcoscenico della Scala.

Subito dopo, nel corso dell’anno, tornerà sul palco anche “Don Pasquale”, la commedia brillante di Donizetti che mancava da tempo al repertorio scaligero. Chailly ha sottolineato come quest’opera dia spazio a mostrare “l’agilità dell’orchestra e il talento dei cantanti in una chiave più leggera”. La prima è fissata per fine marzo. Sui nomi del cast ancora tutto tace: “Sarà una sorpresa anche per noi”, ha detto il direttore artistico.

Il ritorno di un grande classico e la prima mondiale

Attese speciali sono puntate su “Nabucco”, capolavoro verdiano che a Milano suscita emozioni profonde e ricordi collettivi. Per Meyer, riproporre il Nabucco alla Scala significa confrontarsi con la storia stessa del teatro. L’appuntamento è a giugno, con Chailly sul podio. Qualcuno in sala stampa ha ricordato l’ultima messa in scena nel 2017, quando coro e pubblico intonarono insieme il celebre “Va’, pensiero”. Il sovrintendente ha sorriso: “Sarà difficile vedere quella partecipazione di nuovo, ma l’attesa è tanta”.

Ma la vera sorpresa è la prima mondiale di “L’esecuzione”, opera contemporanea commissionata al compositore milanese Carlo Boccadoro. Il libretto porta la firma della scrittrice Antonella Lattanzi e affronta – come raccontato dagli autori – il tema della giustizia in chiave moderna. “È una sfida che accogliamo con entusiasmo”, ha detto Chailly, “perché riteniamo importante dare spazio alle nuove voci della musica italiana”. La data esatta non è ancora stata fissata, ma si parla dell’autunno 2026.

Tra il pubblico e gli addetti ai lavori

Nel foyer della Scala si respira già aria di stagione nuova fin dalle prime ore del mattino. Alcuni abbonati storici hanno condiviso le loro impressioni all’ingresso. “Aspettavamo da tempo il ritorno di Don Pasquale”, racconta Giulia Ferrara, “ma quella che mi stuzzica di più è proprio quest’opera nuova”. Anche tra gli addetti ai lavori cresce l’interesse: “Dopo due stagioni complicate dai lavori di ristrutturazione”, ricorda il critico musicale Paolo Serventi Longhi, “vedere una programmazione così ampia è davvero importante”.

I dati diffusi dalla Fondazione indicano un aumento degli abbonamenti del 7% rispetto al 2024. Meyer si dice fiducioso: “Il pubblico rimane il nostro miglior termometro”.

Milano osserva con attenzione

Il Comune segue da vicino l’evoluzione della stagione scaligera. L’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi ha ribadito come “la Scala non sia solo un simbolo cittadino ma un vero motore economico e culturale per tutta la Lombardia”. Gli operatori turistici prevedono già un flusso positivo di visitatori nei mesi degli spettacoli.

Nel frattempo la macchina organizzativa ha già cominciato a muoversi: sono in programma incontri con le scuole e nuovi percorsi per avvicinare i giovani all’opera. Il sipario della Scala si prepara ad alzarsi su una stagione che – tra Puccini, Donizetti, Verdi e la prima mondiale di Boccadoro – sembra promettere un equilibrio efficace tra memoria e futuro. L’appuntamento vero arriverà a gennaio, quando saranno svelati i cast completi. Ma oggi già tanti a Milano parlano di una delle stagioni più attese degli ultimi anni.

Antonella Romano

Sono una redattrice innamorata della Sicilia, e in particolare della mia Palermo. Fin da piccola, ho respirato l'aria vibrante di questa terra ricca di storia, cultura e tradizioni. Ogni vicolo di Palermo racconta storie antiche, e io non mi stanco mai di scoprirle e condividerle. Mi sono laureata in Lettere Moderne presso l'Università di Palermo, dove ho approfondito il mio amore per la scrittura e la narrazione. Dopo gli studi, ho avuto l'opportunità di collaborare con diverse testate giornalistiche e riviste locali, scrivendo articoli che esplorano le meraviglie artistiche, culinarie e naturalistiche della nostra isola. La mia vera passione, tuttavia, è raccontare la vita quotidiana della Sicilia e i suoi abitanti straordinari. Cerco di portare i lettori in un viaggio virtuale tra mercati colorati, spiagge dorate e festival affollati, sperando di trasmettere l'unicità e la bellezza di questa terra. Quando non sono dietro alla tastiera, mi piace camminare lungo la costa, visitare i mercati locali e assaporare piatti tradizionali cucinati con amore. Ogni giorno in Sicilia offre l'opportunità di scoprire qualcosa di nuovo e inaspettato, e non vedo l'ora di condividere queste esperienze con voi. Seguitemi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, esplorando insieme cultura, sapori e tradizioni che rendono questa terra davvero speciale. Grazie per essere qui e per la vostra curiosità. Spero che attraverso le mie parole possiate innamorarvi della Sicilia tanto quanto lo sono io!

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