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Inquinamento fiume Eleuterio: tre oleifici denunciati dal Corpo Forestale Siciliano

Palermo, 2 dicembre 2025 – Il Corpo forestale della Regione Siciliana ha avviato nuove indagini nelle aree boschive tra Monreale e Altofonte, provincia di Palermo, dopo una serie di incendi sospetti segnalati tra fine novembre e inizio dicembre. A spingere le autorità a muoversi sono state le segnalazioni di residenti e operatori locali, preoccupati dalla frequenza anomala dei roghi, molti dei quali divampati in orario serale, intorno alle 19.00.

Incendi improvvisi e focolai sospetti

Gli agenti del Corpo forestale raccontano di almeno tre focolai scoppiati in appena 48 ore, tutti in zone fitte di vegetazione. Nel caso più grave, nella notte del 29 novembre, le squadre sono state al lavoro fino all’alba tra la contrada Rebuttone e il bosco della Ficuzza per fermare le fiamme prima che arrivassero a minacciare alcune abitazioni isolate. Sul posto i tecnici hanno trovato diverse tracce: taniche vuote e residui di liquidi acceleranti. Un agente – che ha chiesto l’anonimato – spiega: “Gli incendi sono molto simili tra loro. Partono tutti da punti difficili da raggiungere e sempre al calar del sole”.

Gli investigatori sospettano un’origine dolosa per almeno una parte dei roghi. A sostegno di questa ipotesi ci sono alcune riprese fatte dalle telecamere private di villeggianti: in due casi si vede un’auto scura fermarsi poco prima che divampi il fuoco lungo la strada. “Stiamo analizzando ogni filmato – conferma il comandante provinciale del Corpo forestale, Salvatore Miceli – e abbiamo già inviato alcuni elementi alla Procura della Repubblica”.

Indagini serrate con la Procura

La Procura di Palermo ha aperto un fascicolo per incendio doloso a carico di ignoti. Le indagini, guidate dal sostituto procuratore Claudia Benenati, cercano di capire se dietro ci sia un disegno criminale organizzato. Gli accertamenti sul terreno mostrano che i focolai scoppiano sempre in punti diversi ma tutti entro una distanza regolare dalla strada statale 186, spesso a meno di cinquanta metri da sentieri conosciuti dagli escursionisti.

Intanto gli investigatori raccolgono testimonianze tra residenti e stagionali delle aziende agricole locali. Per fortuna non ci sono feriti, ma i danni si vedono: ettari di sottobosco carbonizzato e animali selvatici soffocati dal fumo. Un agronomo incaricato dalla Regione osserva: “A questa stagione il rischio incendi dovrebbe essere basso, quindi ogni segnale va preso molto sul serio”.

Tensione tra gli abitanti, aumento dei controlli

A Monreale e Altofonte l’aria è tesa. Chi abita vicino ai boschi racconta notti passate all’addiaccio per paura che il fuoco si avvicinasse troppo alle case. Maria Accardo, di Giacalone, dice a voce rotta: “Abbiamo visto le luci rosse nel bosco e non abbiamo chiuso occhio fino all’alba. Qui gli incendi non danno tregua”. Anche gli operatori turistici sono in stato d’allerta: diversi agriturismi hanno avvisato i clienti sul rischio di cancellazioni dell’ultimo minuto se scatterà l’allerta gialla.

Il Corpo forestale ha intensificato i pattugliamenti notturni con turni extra dalle 17 alle 7 del mattino. “La sorveglianza continuerà finché non si capirà cosa sta succedendo – spiega il dirigente antincendio boschivo, Giuseppe Di Prima – e chiediamo a tutti i cittadini di segnalare qualsiasi movimento sospetto”. Nelle prossime ore saranno installate nuove telecamere mobili in punti strategici.

Vecchi precedenti e scenari inquietanti

Non è la prima volta che queste zone soffrono incendi fuori stagione: già nel 2022 si registrarono episodi simili tra ottobre e dicembre senza mai arrivare a una verità definitiva. Gli investigatori temono ora una regia dietro questa nuova ondata o addirittura faide locali legate al controllo delle terre, anche se su questo le forze dell’ordine mantengono il massimo riserbo.

Le indagini del Corpo forestale della Regione Siciliana continueranno nei prossimi giorni con nuovi sopralluoghi e ascolti nei paesi vicini. Nel frattempo resta alta la guardia sulle aree boschive tra Palermo e l’entroterra: in gioco non ci sono solo ettari di verde ma anche la serenità delle comunità locali, ormai abituate a convivere con l’incubo delle fiamme.

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